Home Carmelo Modica
2007
Il traffico come metafora di Torchi e della sua Giunta.
Sottoporremo al popolo modicano proposte di “sorveglianza speciale di pericolosità politica”
Pianificazione strategica: Forse è la scimmia a discendere dall’uomo.
La pericolosità politica di Piero Torchi Lucifora
Per fatto personale: Terzo Occhio, Torchi, Alleanza nazionale
Il voltagabbana risorsa umana della mediocrità politica
Il consiglio comunale baby
Egregia Università di San Martino non ci interessa che rispondiate alla nostra lettera.
Manifesti, sindaci, destri e sinistri... si siamo tutti abusivi!
Vittoria di Torchi in un clima di inciviltà politica e culturale!
oppure ne è il frutto?
Chiusura della campagna elettorale tra teatro e mediocrità.
Prove certe di inciviltà politica: Riccardo Minardo e Padre Pio
Il Sindaco Torchi ha giurato...
...ma comincia con il non mantenere gli impegni assunti.
Il Sindaco Torchi fotografato prima di “truccarsi”
Vogliamo chiedere la interdizione del Sindaco e del drago del bilancio?
L’assessorato “Cultura e salsiccia”
Pagamento dei debiti comunali.
Pagheremo la nostra tassa sui rifiuti solidi urbani direttamente al Sindaco di Scicli
I voltagabbana: una categoria superata?
Al Sindaco, lettore, giornalista (ed epuratore?) & C.
L'androcronomachia di Giorgio Cavallo.
Gennaio 2007
Il traffico come metafora di Torchi e della sua Giunta.
Il traffico è il problema complesso, esso vincola ed è influenzato da tutti gli altri settori che intervengono nella organizzazione socioeconomica di una città e della qualità della vita.
Per questa sua natura esso va oltre il tentativo di ben organizzare la circolazione e la sosta dei veicoli, per evidenziare la qualità politica e culturale della classe politica.
Esso diviene un indicatore, una cartina di tornasole, della visione del mondo dei politici che hanno la responsabilità di organizzarlo, quasi una metafora della qualità amministrativa.
A Modica il primo elemento che è facile rilevare è la constatazione che i nostri politicanti non percepiscono la complessità del problema, vivendo e facendo vivere un paradosso con dichiarazioni lanciano nell’immaginario collettivo l’idea di trovarsi di fronte ad un problema semplice, seguite da una un’assenza di provvedimenti e di sperimentazione incredibile.
Eppure non vi politicante modicano che non abbia un suo piano e non si prodighi a criticare dall’alto della sua crassa presunzione gli unici studi seri fatti dall’ing. Ciuffini.
Ciò succede perchè il traffico è giocherellone: esso si presenta come un problema semplice alimentando, specie negli ignoranti organici, la presunzione; esso è giocherellone e risveglia il bambino che è in ogni nostro politicante, che come nel gioco delle macchinine, decide sensi unici, aree di sosta e ...tutto gli funziona, da qui progetti e piani.
Ma poi il traffico presenta il conto della sua reale complessità e lascia rossori e vergogne da fallimenti.
In moltissime amministrazioni esiste un ufficio permanente del traffico che studia e principalmente sottopone ogni studio al vaglio della prova sul campo, a Modica non si capisce chi si interessa del problema, ma quando l’innominato ci prova è talmente bravo che in poche ore capisce se l’esperimento è buono oppure no.
Il politicante comunque capisce di trovarsi davanti ad un problema importante e sentito da parte dei cittadini ed inserisce il traffico, con propositi miracolistici, nel suo programma elettorale, ma poi sistematicamente non fa niente: questo succede da almeno vent’anni.
Il responsabile cittadino dei Ds disquisendo di piano del traffico indicò il problema della strettoia della strada che porta a Monserrato, è stato come il relazionare un piano regolatore generale con la concessione edilizia per modificare un prospetto di una casa: infatti, la strettoia è stata eliminata ed il “traffico”... non se ne accorto.
Tutti ne parlano ma nessuno ha letto il piano Ciuffini, nè hanno provato a realizzarlo almeno nei suoi provvedimenti di più economica ed immediata attuazione; tuttavia tutti hanno un piano del traffico o lasciano intendere che hanno la soluzione.
Anche da cattedre di corsi di formazione abbiamo avuto professori che, andando fuori tema, hanno trovato il modo di criticare agli allievi potenziali elettori, i provvedimenti dell’amministrazione Torchi dopo che l’Amministrazione a guida comunista e post comunista per ben 10 anni ci ha deliziato con la sua inefficienza.
Il sindaco Torchi ora è letteralmente incaprettato perchè il Piano che ha nel cassetto è lo stesso che avversò raccogliendo le firme contro il Sindaco Ruta.
Eppure non dovrebbe essere difficile intuire che la situazione orografica del territorio, la distribuzione del costruito e lo sviluppo delle strade sono così radicalmente condizionanti che nel breve e medio periodo, non è immaginabile la possibilità di molte soluzioni.
Ma il problema del traffico, accennavamo, è per sua natura anche indicatore e “cartina di tornasole” di qualità politiche e di governo.
Non ci vuole molto per capire che il disordine organizzativo e politico che esiste dentro il cervello dei nostri amministratori non deve essere molto diverso da quello che si può osservare guardando il traffico all’altezza del “Palazzo della cultura di palazzo”, dopo Santa Maria, davanti al Monumento, mentre quel prezioso angolo su quale si affaccia la libreria “La talpa”, che in un attimo di distrazione questa amministrazione ha creato, con le sue permanenti quattro auto parcheggiate sul piccolo piazzale, definisce il significato di bello che la Giunta Torchi utilizza come canoni di governo del centro storico.
Con il modo di concepire il traffico, la Giunta Torchi ci lancia precisi messaggi, così quando consente di far sostare auto della polizia urbana al monumento impedendo la svolta a destra da via Marchesa Tedeschi verso San Pietro ci dice: “a noi del traffico non ce ne frega nulla” ed in questo il Sindaco non è lasciato solo, dai solerti suoi consiglieri comunali, assessori e tirapiedi vari che parcheggiando davanti al Municipio la loro auto in modo... artistico, forniscono ai modicani anche quelle scenografie che potrebbero osservare, spendendo un sacco di soldi, solo nel terzo mondo.
Non ricordiamo più quando fu realizzato il parcheggio di Viale medaglie d’oro ma parlando di esso prima che parlare di traffico, si parla principalmente di sperpero di denaro pubblico con buona ragione per chi ha fotografato, in rima baciata, i reggenti passati ed attuali del nostro Municipio con quel manifesto “E’ il comun senza denaro// perchè un branco di somari// ...//.
Sottoporremo al popolo modicano proposte di “sorveglianza speciale di pericolosità politica”
Nell’”Intervista a Terzo Occhio” stiamo curando un capitolo che abbiamo titolato, “Apparato probatorio”.
E’ la raccolta delle frasi dei nostri politicanti che riteniamo capace di ricostruire i loro profili cultural-politici.
Quando si mettono in fila le dichiarazioni pronunciate nell’arco di un periodo di alcuni anni, è possibile andare oltre la contingenza di ciascuna e fare emergere il modo di essere culturale del politico-amministratore che le ha pronunciate.
Terzo Occhio, ci attribuì questo onere “per competenza”, “Perchè – ci disse -Quello che dobbiamo fare è simile a quanto fa la Polizia quando redige una proposta di sorveglianza speciale. In tale rapporto tutti i singoli fatti e comportamenti riconducibili all’attenzionato vengono posti in fila e man mano da tale ordine e da tale insieme appare, se vi è, la sua pericolosità sociale”.
Il ragionamento non faceva una piega e, quindi, accettammo. In effetti si intuisce che quando il nostro Sindaco crea un operativamente stupido “Osservatorio delle discariche abusive” e chiede, per lo stesso problema, al Prefetto di valutare l’opportunità di convocare il “Comitato provinciale dell’ordine pubblico”, senza aver dimostrato cosa ha fatto lui con un efficace impiego dei Vigili urbani, nasconde il vero obiettivo che è quello di lavarsi le mani del problema. E leggere le sue dichiarazioni rilasciate al Quotidiano di Sicilia di mercoledì 4 ottobre 2006, che hanno suggerito al giornalista di titolare “Il Comune è informatizzato ma i cittadini non sono pronti”, per lanciare l’idea addirittura che lui col suo sito è più avanti dei suoi telematicamente ignoranti concittadini, è un altro tassello coerente di un tagliatore di nastro di opere banali e di un venditore di fumo. Se poi si va a controllare lo stato pietoso del sito ufficiale del Comune si può anche acquisire, senza leggere il vocabolario della lingua italiana, il significato del sostantivo ‘spudoratezza politicante’. Non aver accettato la nostra sfida sull’argomento è un ulteriore elemento di valutazione.
Alcune dichiarazioni, nel tempo, dell’avv. Scarso, del consigliere Cavallino, di Saverio Terranova, di Borrometi, di Carmelo Carpentieri e dell’on. Riccardo Minardo, messe assieme disegnano un quadro generale capace di fornirci elementi per proporre al popolo modicano documentate proposte di “Sorveglianza speciale di pericolosità politica”.
Chi nella memoria difensiva del prof. Barone in merito alla sua incompatibilità di consigliere comunale legge, “ho dedicato tutta la mia vita alla ricerca scientifica e all’insegnamento, con oltre sessanta pubblicazioni ed ampi riconoscimenti nazionali”, pensiamo abbia il diritto di chiedersi: “ma che che cacchio c’entra?”.
Ma se poi si verifica che nella relativa votazione lo stesso non ha sentito la necessità di astenersi o di non votare, anche il “che cacchio c’entra” assume nuovi significati e come in un puzzle il fatto si inquadra nella giusta cornice ed entra in sinergia con le posizioni che il capogruppo dei DS ha avuto sulla vicenda Moby dick e con la sua attività derivante dall’essere specializzato sull’antiecologismo minardiano.
Certo egli potrà definire militaresco il nostro linguaggio ma non riuscirà ad impedire che un suo profilo politico chiaro emerga.
In queste segnalazioni di pericolosità politica non utilizzeremo (non sarebbe giusto) elementi diversi da quelli necessari a definire il modo di essere politico, non potendoci interessare né fatti boccacceschi attraverso i quali qualcuno ha deciso di passare alla storia, né fatti privati, che ogni modicano potrà accostare, per proprio conto, ai profili dei politici che andremo a costruire.
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Febbraio 2007
Pianificazione strategica: Forse è la scimmia a discendere dall’uomo.
Il 7 febbraio al Palazzo della cultura è stato convocato il primo incontro di concertazione per la redazione della “Pianificazione strategica della Città: Modica 2015”. Costerà 259.000,00 Euro alla Regione Siciliana e 75.000,00 al nostro Comune.
Dalle parole del Sindaco e del rappresentante della ditta che ha vinto l’appalto si è capito che l’Unione Europea finanzierà progetti solo se “coerenti” con le indicazioni strategiche previste dal progetto di pianificazione strategica.
Man mano che si susseguivano interventi e chiarimenti non riuscivamo ad allontanare da noi un senso di tristezza dovuto al fatto che mentre si parlava giustamente bene e con condivisibile entusiasmo del metodo della pianificazione ci si dimenticava che esso, invece, dovrebbe essere una forma mentis e un criterio di governo ormai consolidato.
Dopo mezzo secolo di democrazia, finalmente ci è stato detto che si punta alla redazione di un progetto condiviso e redatto sulla scorta degli interessi che le varie realtà sociali esprimeranno nei vari tavoli di lavoro che saranno organizzati.
L’organismo umano quando viene attaccato da una malattia dispone di anticorpi che intervengono per respingere l’aggressione degli agenti patogeni e ripristinare l’equilibrio dello stato di salute. Man mano che la malattia degrada il fisico, gli anticorpi non ce la fanno più per cui si ricorre, prima alle medicine, poi agli interventi chirurgici, sin quando il degrado è tale che il fisico diviene insensibile a medicine e chirurghi ed interviene la morte.
Gli organismi sociali sono anch’essi organismi viventi e, quindi, obbediscono alle stesse leggi.
Con questa chiave di lettura, noi consideriamo la decisione dell’Unione Europea di finanziare solo progetti coerenti ad una pianificazione strategica come un anticorpo contro la corruzione dilagante che permise a Margaret Thatcher di sostenere che i soldi dell’Europa finivano nelle casse della mafia siciliana. Di fronte a tale affermazione non fu possibile alcuna protesta poiché fu chiaro che i maggiori partiti vi avevano lucrato in maniera indegna.
Il dramma è che la pianificazione strategica produrrà dei benefici solo all’inizio, poi soccomberà al ritorno della mentalità corrotta della politica che trasformerà questo anticorpo in strumento di acquisizione di potere corruttore. Il meccanismo di degradazione politica è collaudato.
Il Sindaco una volta si proiettava nell’immaginario collettivo come lo strenuo difensore della sua Comunità in tutte le sue espressioni: era amato dai suoi concittadini che lo sceglievano tra le persone più degne. Poi la figura del Sindaco venne degradata dalla logica clientelare e di partito, sicché il Primo Cittadino divenne il rappresentante di una sola parte dei cittadini e, come portatore di interessi di parte, è diventato poi l’avversario dell’altra.
Al cittadino ed alla Comunità venne a mancare la figura necessaria che lo tutelava, e così scattò l’anticorpo: il difensore civico.
Ma il degrado doveva continuare, cosicché il politicante piegò la funzione del difensore civico alla sua logica, facendolo appartenere alla stessa cordata del Sindaco e trasformandolo da difensore del cittadino a difensore del Sindaco dalle lamentele del cittadino.
Altri anticorpi al degrado è la nomina di “esperti” previsti per sopperire alla abissale incompetenza di scassatissime strutture burocratiche. Ma anch’essi sono divenuti merce del mercato delle vacche e distributori di denaro pubblico per l’elaborazione di progetti e consulenze di cui non si tiene poi alcun conto.
Gli esempi potrebbero continuare e sarebbero coerenti con la constatazione che viviamo un’epoca di decadenza. Già sentiamo le voci che ci accuseranno d’inguaribile pessimismo.
Ma cosa dovremmo scrivere quando un Sindaco arriva a dire che la pianificazione strategica è impedita ai comuni minori perché costa molto? Ma cosa significa allora governare, decidere a ragion veduta, avere un metodo? Come si pensa di realizzare la Variante al Piano Regolatore Generale che è fatto di previsione e programmazione?
Tutti i dati che devono essere raccolti per redigere la “Pianificazione strategica della Città: Modica 2015” sono identici, nessuno escluso, a quelli necessari per redigere un buon piano regolatore generale. Ma questi nostri mediocri politici interpretano un P.R.G. solo ai fini della destinazione dei suoli (perché è lì che realizzano lauti guadagni) e non come strategico modo di “pensare” il futuro della città in tutti i suoi risvolti. Quindi: nulla di nuovo!
Di nuovo esiste lo stupore di giovani ed impreparati amministratori che tutti i giorni intuiscono che un ombrello, oltre che un parasole, può essere un paracqua e, inventando costantemente il parapioggia, si sentono originali come gli scopritori dell’acqua calda.
Osservando l’evoluzione darwiniana della specie umana forse si potrebbe essere d’accordo sul fatto che l’uomo discenda dalla scimmia, ma che a Modica le scimmie discendano dall’uomo.
La pericolosità politica di Piero Torchi Lucifora
Avevamo annunciato la redazione di proposte di “sorveglianza speciale di pericolosità politica”, affinché il popolo modicano avesse la possibilità di “applicarle”.
Cominciamo con Piero Torchi Lucifora, di anni 38, lettore, giornalista e Sindaco di Modica, come lui ama definirsi.
Della vasta documentazione consultata faremo ovviamente solo riferimento a quei fatti che in maniera esaustiva, essenziale ed inconfutabile disegnano il suo modo di intendere la politica.
Tenteremo attraverso il metodo deduttivo di ricostruire il suo profilo politico.
Nel dominio della pubblicità, nonostante l’evidenza, i commercianti utilizzano il sistema di imporre il prezzo di Euro 99,99 per lanciare al consumatore il messaggio che si tratta di una cifra inferiore ai 100,00 Euro, cosicché, attraverso una verità si induce nell’errore. Infatti, se è vero che il prezzo indicato è inferiore a 100,00, è palese che sostanzialmente esso è pari a 100,00. Il risultato, ormai collaudato, è che il commerciante con questa tecnica aumenta le sue possibilità di vendita.
Noi siamo certi che se, durante il tempo in cui il consumatore ha la mente impegnata ad elaborare quel 99,99, potessimo avvertire il suo intelletto con una vocina che gli dicesse “guarda che ti stanno psicologicamente imbrogliando!” creeremmo qualche problema al commerciante.
Questa nostra proposta di pericolosità politica a carico di Torchi vuole essere una vocina di questo tipo.
Non ci si deve chiedere se il sito del Comune di Modica fa più o meno schifo; ci si deve chiedere, invece, perché il Sindaco Torchi non ha accettato la nostra sfida di venirci ad illustrare la bontà del sito in un pubblico dibattito;
Non ci si deve chiedere perché adesso le “discariche fai da te” sono state eliminate senza l’intervento né delle forze dell’ordine, né delle forze Nato, ma ci si deve chiedere quale atteggiamento mentale produsse la richiesta di riunire il comitato provinciale per l’ordine pubblico.
Non ci si deve chiedere perché solo adesso, 7 febbraio 2007, alla vigilia delle elezioni, si sta pulendo il costone di Monserrato e non prima.
Non ci si deve chiedere perché solo adesso, alla vigilia delle elezioni, si riparla del Macello che, secondo le promesse elettorali, doveva essere aperto nel 2004;
E ci si potrebbe chiedere quali qualità politiche si devono possedere per inaugurare una rotonda, e quali per riempire i muri della città di manifesti inneggianti la realizzazione di 8 campetti di calcio (sempre alla vigilia delle elezioni!) quando nessuno, e ribadiamo nessuno, dei problemi seri e veri è stato, non diciamo risolto, ma neanche avviato a soluzione.
Come il commerciante con quel suo 99,99 in pratica sfrutta una inerzia mentale del consumatore, così Torchi sfrutta la distrazione, forse l’abitudine, o anche la pigrizia mentale dell’elettore.
Ecco, noi vorremmo invitare i modicani a riflettere sulle qualità politiche e la conseguente pericolosità politica del Torchi Lucifora, dedotti dai fatti riportati.
Pensiamo: un Signore che inaugura una rotonda o strombazza la realizzazione di otto campetti di calcio o l’aumento dei comunicati stampa del Comune, cosa farebbe a livello mediatico se riuscisse a dare una soluzione alla Variante al P.R.G., al traffico, alle scassatissime casse comunali ed alla fatiscente struttura burocratica? Quale è la sua dimensione delle cose?
Abbiamo riflettuto a sufficienza su quale sia il suo senso della misura ed il suo senso della vita politica? Abbiamo riflettuto abbastanza sulla disistima che mostra nei riguardi dei suoi concittadini se pensa che le idiozie di cui si vanta possano essere motivo di loro gratificazione?
E tuttavia, è anche vero che se egli utilizza simili idiozie è perché esiste un “popolo da grande fratello” che gli va appresso.
A questo popolo noi vogliamo rivolgerci per scuoterlo: ma vi sembra democrazia un sistema che dà i suoi frutti elettorali, ripulendo il costone di Monserrato e le discariche fai da te, solo ora che si avvicinano le elezioni?
Qualcuno, e giustamente, potrebbe obiettare che il tutto è nella logica delle cose perché simili ragionamenti potrebbero valere anche per l’opposizione.
La nostra lettera falsa sul pagamento dei debiti comunali attraverso il sorteggio, ha allietato la lettura del numero di gennaio 2007 di DIALOGO. L’episodio è quantomeno indicativo.
La lettera del Sindaco Torchi non ammette equivoci, e da essa emerge tutta intera la pericolosità politica del nostro Sindaco.
Si sono confrontate due ipotesi.
Nella prima ipotesi, il Sindaco non ha capito la satira politica, tanto è vero che non si è difeso definendo la satira più o meno opportuna, poco originale, banale, o... altro. Questa supposizione potrebbe stare in piedi perché il Torchi ha indirizzato la sua lettera anche all’Ordine dei Giornalisti di Sicilia ed all’Associazione Siciliana della Stampa quasi ad invocare (a sua difesa, lui che notoriamente è esperto in direzione di giornali) un possibile provvedimento disciplinare a carico del Direttore responsabile di DIALOGO.
La seconda ipotesi è che il Sindaco si sia preoccupato di perdere consensi perché qualche cittadino avrebbe potuto credere possibile una fandonia così macroscopica.
Si comprende come le due ipotesi appartengano ad un mondo innominabile e siano di uguale gravità culturale: entrambe presuppongono nei cittadini un tasso di idiozia fuori dal comune.
Se non si crede che a Modica regni ovunque incontrastata l’idiozia, finalmente si prendano le distanze da tutti coloro che vogliono farne una repubblica delle banane, o un’oligarchia dei cetrioli, o una dittatura dei salami.
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Marzo 2007
Per fatto personale: Terzo Occhio, Torchi, Alleanza nazionale
Sfrutto la benevolenza del direttore di DIALOGO per alcuni doverosi chiarimenti che mi riguardano direttamente:
1. Penso che le persone che nella mia casella elettronica hanno voluto manifestare il loro disappunto, alcuni i loro improperi, per il mio passaggio nelle fila di Forza Italia, avranno saputo che si tratta di un mio omonimo molto più giovane;
2. Ai giornalisti che per commentare il mio “ritorno” in Alleanza Nazionale, hanno fatto ricorso alla parabola del Figliol prodigo”, vorrei suggerire di leggere più attentamente il Santo Vangelo, oppure di rinunciare al desiderio di essere originali a tutti i costi. Il “figliol prodigo” tornò a casa dopo aver sperperato il patrimonio che gli aveva dato il Padre e per questo chiese perdono. Io non sono ritornato in Alleanza Nazionale, io non sono ritornato dal Padre, io sono ritornato a frequentare un ambiente umano che, erede di un Movimento che non esiste più, continua a possedere tracce dell’unica Weltanschaung di fondo che ha gratificato la mia esistenza.
Sono “tornato” perchè ho ricevuto pressioni da un gruppo di giovani che mi sembra abbiano le qualità di temperamento e culturali per scoprire che non è giovane l’uomo ma l’idea che lo “possiede”, e ciò mi è sembrato sufficiente per dare un (ultimo?) servizio all’Idea, che per un evoliano corrisponde a quella vera patria che nessun nemico potrà occupare o distruggere, cercando di passare il testimone in maniera efficace alle nuove generazioni;
3. Il gruppo “Terzo Occhio”, del quale sono stato portavoce, è un gruppo antagonista in un’ottica di trasversalità partitica che voleva e [per quanto mi risulta] porterà avanti una provocazione cultural-politica, in uno scenario in cui una ulteriore degradazione del sistema di potere modicano possa favorire anche un’avventura elettorale, che per le imminenti amministrative si è preso atto che non era possibile realizzare.
4. Come avevo preventivato, questo mio nuovo impegno in Alleanza Nazionale, ha scatenato tutti coloro che avevo rimproverato di incoerenza. Mi viene rivolta, infatti, la critica di essere divenuto un sostenitore di quel Torchi che ho ripetutamente attaccato e ridicolizzato negli ultimi anni.
Costoro, in gran parte di sinistra, attribuendomi, con molta leggerezza e superficialità, anche ciò che più volte ha scritto, invece, Terzo Occhio ed il “Gruppo Terzo Occhio” nei suoi numeri unici apparsi negli ultimi mesi, manifestano una grande confusione tra sistemi di pensiero, modelli culturali, metodologie del pensiero e metodologie dell’azione, evidenziando tutti i limiti che la gabbia ideologica impone loro, non riuscendo a capire che la distanza tra me e Torchi non può essere certamente inferiore a quella che esiste tra un “Comunista italiano” o di Rifondazione Comunista ed Antonello Buscema.
E se con la sinistra estrema mi potrebbe accomunare un certo antagonismo al sistema, mi sembra da perfetti idioti, una volta che tale tentativo non ha trovato sbocchi elettorali e che non è stato possibile un “marciare separati per colpire insieme”, pretendere che io rinunci alla lotta con le mie originarie ed uniche insegne. Tutto è riconducibile ad un ormai collaudato razzismo culturale di certa sinistra che non riconosce valore politico a possibili attacchi alla “cultura Torchi” da posizioni diverse da quelli portati dalla sinistra, nello stesso modo in cui per anni ha preteso di rappresentare la vera, la morale e l’unica, culturalmente legittimata, azione antimafia, siccome dall’8 settembre 1943 si impedì, anche con il sangue, a cattolici e liberali di essere portatori di valori antifascisti.
5. Alcuni notissimi voltagabbana hanno pensato di inquadrare il mio passaggio in Alleanza nazionale in uno scenario culturale di voltagabbanismo. Ognuno è e deve essere libero di fare le sue valutazioni e di farsi giudicare.
Ognuno è deve essere libero di decidere se e come passare alla storia: i pistoleros esibirono le tacche degli avversari uccisi in duello, i casanova da strapazzo le tacche delle donne portate a letto, i viril-galletti le donne lasciate incinte. Alcuni politicanti hanno deciso di passare alla storia per i tanti partiti utilizzati per ottenere in ogni passaggio la garanzia di un Assessorato. Alcuni notissimi voltagabbana, forse vogliono passare alla storia anche per il tasso di idiozia espresso, solo così si può pensare che un muoversi tra Movimento Sociale Italiano, Fiamma Tricolore ed Alleanza Nazionale possa minimamente associarsi al passare dal partito comunista a Forza Italia o dal centrosinistra al centrodestra.
Il voltagabbana risorsa umana della mediocrità politica
In questi ultimi mesi si è fatto un gran parlare di mediocrità politica e di decadenza della nostra città. Finalmente un linguaggio nuovo che indica scenari politici e culturali generali più che argomenti “tecnici” di basso livello.
Sono state utilizzate la satira come meccanismo per fare riflettere, e la reazione di un paio di politicanti bacchettoni hanno confermato la bontà della scelta, mettendone a nudo una solare incapacità politico-amministrativa e l’assenza di ogni senso del ridicolo.
Giudicando i risultati dell’attività amministrativa si deve affermare che è da tempo ormai che la realtà va da una parte e la sua rappresentazione va dall’altra.
Per cogliere incredibili contraddizioni è sufficiente comparare ciò che si dichiara o ciò che ci si pone come obiettivo con quanto, invece, si percepisce.
Le relazioni concettuali tra coerenza, voltagabbanismo, risultati ottenuti ed esercizio del potere sono molte ma nello scenario complessivo che ne deriva un ruolo molto significativo lo svolge la figura del voltagabbana.
Diciamo che il voltagabbana odia la coerenza come il vampiro l’aglio, perchè in essa è presente la misura della sua “qualità politica”; egli ha cercato di diminuire i danni coniando e propagandando il famosissimo luogo comune che “solo i paracarri non cambiano idea”: tentativo maldestro quello di associare un significato negativo al paracarro che rappresenta lo strumento che consente di non andare fuori strada. Tentativo mediocre di lanciare nell’immaginario collettivo l’idea di uno scontro culturale tra aperture mentali nuove e progressiste e la coerenza come inutile forma di arretratezza culturale e conservatorismo.
A Modica alcuni politicanti cercano di inserire in questo contesto l’esercitare l’attività di assessore ora con il centrodestra ora con il centrosinistra, oppure il cambiare casacca (come alcuni casanova da strapazzo cambiano donne) e ad ogni cambio di casacca trovare un assessorato pronto a riceverlo.
E’ la cultura dei grandi orizzonti che consente ad un multisindaco di cambiare casacca e trovare con tale casacca la carica di presidente del consiglio comunale, ricambiarla subito dopo quando non si sono create le condizioni per essere riconfermato e comunque restare sempre in “zona medaglie” con libri commissionati, a pagamento (lautamente) che non servono a nessuno?
E’ un problema di paracarri andare dal vecchio PCI, servo di Mosca, alla corte di Berlusconi?
Ovviamente non è solo un problema di sigle o di acronimi di partito bensì la vittoria dei desideri sulle convinzioni, degli affari privati, aziendali e di parte su una inesistente visione del mondo: è un modo di essere culturale perchè tale è il concetto di coerenza ovvero quella qualità che rende le scelte politiche un processo puro e trasparente, efficace ed incisivo e l'espressione finale in sintonia con l'intento iniziale. Perciò la qualità di voltagabbana può intervenire anche quando non si cambia partito.
L’argomento non è liquidabile con il semplice riferimento ad una mediocrità politica che ormai è palese e vistosa anche se poi per pigrizia o abitudine, ma anche per disperazione, non provoca conseguenze in sede e elettorale.
Infatti questa mediocrità non è un trand naturale oppure un fatto casuale.
Riflettere sui voltagabbana e sulla mediocrità politica, significa chiedersi quanto tale mediocrità sia l’espressione di una società degradata oppure l’esito del progetto di un potere asservitore.
Analizzare comportamenti, dichiarazioni, migrazioni partitiche di alcuni ben individuabili politicanti modicani significa valutare quanto l’”utile idiota” sia più “utile” ad una “intelligenza dominatrice” che “idiota” esecutore di un progetto che uccide ogni dignità.
In altri termini è difficile verificare quando un voltagabbana è strumento e quanto mediocrità: il vero problema è analizzare forza e microfisica dell’intelligenza cui è asservito.
Il consiglio comunale baby
Il giorno 31 febbraio 2007 si è riunito il consiglio comunale baby. Molti i problemi affrontati e moltissime le delibere esitate. Serrato il dibattito con interventi molto documentati e decisamente costruttivi. Subito dopo si è insediato il consiglio comunale normale, quello vero ma nessuno si è accorto della differenza.
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Aprile 2007
Carta Bianca
Egregia Università di San Martino non ci interessa che rispondiate alla nostra lettera.
Il prof. Giuseppe Barone, rinunciando ai metodi scientifici, tipici degli ambienti universitari, ha difeso la scelta del corso di laurea di “Scienze del Governo e dell'Amministrazione” in termini “politicanti” ed a naso. Al suo naso noi abbiamo incrociato il nostro, ma adesso vogliamo aggiungere qualcos’altro considerato che, essendo egli candidato a Presidente della provincia, è bene che i nostri lettori abbiano altri elementi di valutazione.
Ci preoccupa, infatti, una esportazione del “metodo di decisione nasale” dal Comune di Modica alla Provincia di Ragusa che potrebbe procurarci, per esempio in Scicli, una scuola di formazione di dottori in carotaggio delle barbabietole.
Per documentarci sul corso di Scienze dell’Amministrazione”, a cominciare dal 17 dicembre scorso, abbiamo tentato di ottenere, con e-mail e lettere tradizionali, dalla segreteria dell’Università di San Martino alcuni dati (numero di iscritti, numero di laureati, sedi di provenienza). Ad oggi, 12 aprile 2007, l’impegnatissima segreteria della Facoltà in cui insegna il prof. Barone non è stata in grado di fornirci nulla se non una semplice lettera interlocutoria.
Considerato che, a quanto sembra, abbiamo chiesto all’Università dei dati complicatissimi da rilevare, con il presente messaggio vogliamo liberare l’Università dall’onere di risponderci, sperando che i dottori, che saranno formati in tale Facoltà, siano, in termini di efficienza, migliori della scuola che li ha formati.
Ci è andata meglio al Comune dove, fra tantissime difficoltà, siamo riusciti a sapere che questo corso di ScienGovAm (da oggi utilizzeremo questo acronimo, adeguato perchè in se non significa nulla), per rimesse dirette e per il costo del personale, grava sulle finanze dei singoli modicani per due miliardi di vecchie lire l’anno.
Sono escluse le spese di adesione al consorzio universitario e riteniamo debbano essere aggiunte altre spese per necessità tecnico-logistiche; spese quest’ultime, che abbiamo rinunciato a quantizzare perchè la scassatissima amministrazione del comune di Modica ci avrebbe costretti a perdere tempo e a roderci il fegato.
Pensate, una facoltà che insegna l’arte del governo e che dovrebbe avere nel sito internet i dati che abbiamo richiesto, chiede formali lettere; e ben quattro mesi non bastano per ottenere una risposta.
Ed un Comune che dovrebbe, anch’esso, riportare nel sito i costi ed i benefici di una iniziativa così importante, crea difficoltà a raccogliere i dati ed è completamente privo di quella logica manageriale che ormai, anche a livelli minimi, è presente perché necessaria alla sopravvivenza economica, anche nelle nella più scalcagnata azienda dove al semplice sfiorare di un tasto di computer è possibile, con elaborati e semplicissimi report che collegando i dati fra loro, attuare normalissimi controlli di gestione che nel nostro Comune non sanno neanche cosa siano.
Non andando sul difficile, è sufficiente mettere in relazione (una semplice divisione) il costo, in difetto, dei due miliardi con le spese necessarie per mantenere un giovane nelle università di eccellenza italiane ed americane per ottenere il numero 30 che corrisponde alla possibilità, con i soldi che il trio Ruta-Barone Torchi ha scippato e scippa con le tasse, dalle tasche dei modicani, di concedere borse di studio ad almeno 30 giovani nelle migliori università del mondo ed avere un ritorno vero e duttile, nel senso che si potrebbe cambiare indirizzo adattandolo al veloce mutare degli scenari formativi, e certamente migliore dei risibili ritorni di questa facoltà, parcheggio di disoccupati e poco occupati.
Il modicano deve riflettere sul fatto che con i suoi soldi mantiene agli studi giovani modicani, quando gli stessi potrebbero gravare nelle spese che lo Stato Italiano affronta per mantenere le Università, in una ottica di maggiore efficienza ed economie di rete.
Tutto ciò si può contestare ma occorrerebbe dimostrare che questo corso in ScienGovAm può dare un ritorno vero e specifico in termini di rivitalizzazione dell’economia modicana, non di altro.
Pensiamo di essere nel giusto, perchè altrimenti lo stesso prof. Barone nella difesa della scelta della sua facoltà, non si sarebbe limitato, come ha fatto, a fare riferimento solo al numero degli iscritti; elemento risibile se si pensa che gli iscritti potrebbero ulteriormente aumentare se, per assurdo, la facoltà venisse organizzata anche a livelli geografici più ristretti del Circondario o della Provincia.
Infine. tutti sanno che le facoltà scelte solo perchè sono comode o si risparmia migliorano la qualità culturale ma non diventeranno mai laboratorio, scuola e fermento di crescità e di sviluppo, se sono estranee al contesto socio-economico e vocazionale della Comunità: ora più che mai.
Noi pensiamo che alle responsabilità politiche del prof. Barone si devono affiancare quelle dei Ds che sono sconcertanti quando si relazionano alle antiche ansie di giustizia sociale perseguite dal vecchio PCI.
Diverso è il dominio culturale vero e proprio cui in futuro rivolgeremo la nostra attenzione, con nostri appunti ed idee certamente molto più opinabili, perché non vi è chi non vede come attraverso una adeguata scelta di oratori e temi, l’Università di San Martino pare voglia imporre un politicamente corretto, che superando le atroci violenze che gli antenati storici e politici dei Ds hanno donato agli italiani, ridia dignità alla faziosità.
Manifesti, sindaci, destri e sinistri... si siamo tutti abusivi!
Eravamo “andati per manifesti” per controllare cosa volevano dirci gli avanguardisti dell’esercito dei 600 candidati dai quali scaturirà quel manipolo che andrà ad occupare il nostro Municipio. Speravamo che attraverso la lettura degli slogans dei candidati avremmo trovato l’ispirazione per far sorridere e riflettere i nostri lettori. Abbiamo trovato molto poco se si esclude quel “Un futuro da raccontare” con il quale il nostro sindaco ci ha ispirato, di istinto, quasi in automatico, l’aggiunta “dimenticando il passato”.
Per il resto banali giochetti di parole incapaci di suscitare il benché minimo sentimento di fastidio o di adesione: come la fontana dello “stretto”, brutta, molto brutta perché insignificante; come il nostro palio d’estate, brutto, molto brutto perché scopiazzato, presuntuoso, pacchiano e, cosa gravissima, antitradizionale e male gestito. Noi al sentimento del nulla preferiamo quello del brutto.
Qualche novità però esiste: è la prima volta, per esempio, che un sindaco che dovrebbe rimuovere i manifesti fissati in maniera abusiva, aggiunge, anche i suoi.
Cosa da niente, si dirà, ed è vero: cosa vuoi che sia rispetto ad un omicidio.
Si soprassiede al fatto che la delinquenza ha bisogno di un suo clima, come il pesce della sua acqua. Per creare il clima di disobbedienza alle norme basta poco.
Il famoso Sindaco americano di “tolleranza zero”, iniziò la sua vittoriosa battaglia contro la delinquenza agguerrita, organizzando non le volanti dotate di super armi, ma semplicemente delle squadre che avevano il compito di coprire, man mano che le scrivevano le scritte sui muri; imporre la sostituzione immediata dei vetri rotti delle case non abitate e la raccolta immediata del sacchetto di spazzatura sparso qua e là dove la maleducazione suggeriva. Cose a prima vista banali che però davano corpo, nel loro insieme, ad ambienti degradati che favorivano la criminalità.
Va ben l’esempio Signor Sindaco?
Va bene l’esempio duri e puri della sinistra? ricorderete i tempi in cui i vostri vertici fecero battaglie memorabili contro il manifesto abusivo, chiedendo a Prefetti e Questori di intervenire.
Dove siete adesso voi? Vi abbiamo visti e ci avete espresso il vostro pensiero al riguardo, dai megacartelloni che avete tentato di impedire a Berlusconi. Siete sorridenti ed incravattati in quelle gigantografie dai quali guardate, dall’alto in basso, quei poveri cristi che avete intruppato per la carica dei 600 per portare acqua al vostro mulino e sparsi in manifesti di varie dimensioni, colori e design a testimoniare anche le necessarie (per voi) distanze ed i ceti sociali ...o preferite sottocategorie di un nuovo proletariato?
Vi abbiamo visti, siete belli, con la vostra bella frasetta a dirci che siete giusti, efficienti e coraggiosi. Nessuno di voi ci dice cosa volete fare anche quando la vostra storia ci ha già detto che non avete fatto nulla.
Nessuno parla di politica. Dalla lettura dei manifesti non si notano neanche i progetti contrapposti: nulla! Solo una grande melma.
***
E che dire, destri e sinistri, dei comitati elettorali che stanno riempiendo i balconi della nostra città?
Pensate lo sforzo organizzativo, tutto a proprie spese per presidiare questi appartamenti dove tanti volontari disinteressati spiegano i progetti del candidato, le battaglie politiche ed i progetti. Ma quando mai si è vista tanta democrazia?
Tanti comitati elettorali ubicati in appartamenti regolarmente locati o con contratto di uso gratuito: guai a pensare che si evadono le tasse o si ricevano favori.
Tanti appartamenti che consentono ad ogni candidato di esibire la quantità di amici disinteressati di cui dispone ed ai proprietari dell’appartamento di dire a tutti come si è altruisti ed amici, in un mondo in cui sono scomparsi i camerati e non trovi un compagno se non in chi non ritiene di chiamare marito l’uomo con cui vive.
Si disinteresse... cari concittadini .. perchè in questa nostra città tutti sanno che non si fanno favori.
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Maggio 2007
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Carta Bianca
Finestra sul Consiglio Comunale di Modica e ...dintorni.
Rubrica mensile a cura di Carmelo Modica
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www.cartabianca.biz
Vittoria di Torchi in un clima di inciviltà politica e culturale!
oppure ne è il frutto?
Il titolo di questo nostro intervento obbedisce ad una prospettiva politologa che vuole evitare ogni confusione tra cultura, politica, e civiltà da una parte e le dinamiche del potere dall’altra.
In democrazia tutti i poteri vengono attribuiti alla maggioranza tranne quello di trasformare un imbonitore in persona perbene, le balle in cose serie, l’approssimazione in saggezza, il denaro in intelligenza... un asino in cavallo.
Nessuno può legittimamente sostenere che alla vittoria elettorale debba corrispondere automaticamente una vittoria della civiltà politica. Lo testimoniano i tanti consigli comunali eletti dalla democrazia e sciolti perchè in odor di mafia, lo testimoniano i grandi faccendieri che nella storia hanno ottenuto il potere assoluto con sistemi solo formalmente democratici.
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Se sarà possibile ottenere da qualcuno la registrazione degli interventi con i quali, Torchi, Ruta, Carpentieri, Guarino, Drago, Minardo ed Antonello Buscema hanno chiuso la campagna elettorale, noi ci preoccuperemo di ricavarne il testo scritto. Siamo dell’idea che una precisa esegesi di tale testo darebbe la giusta dimensione del livello di degradazione culturale ed intellettuale cui è arrivata la classe dirigente modicana.
Dal semplice ascolto dei comizi di chiusura, abbiamo, comunque, percepito che sono saltati tutti i limiti che da sempre hanno caratterizzato la campagna elettorale: la bugia politica elegante e forbita, mimetizzata in un frasario “falso ma coerente”, indice comunque, di una certa intelligenza dialettica è stata sostituta dalla grossolanità di menzogne idiote ed espressioni di stupidità volgare, offensive della intelligenza comune e sintomo di evidente e crassa mediocrità politica ed intellettuale.
Chiusura della campagna elettorale tra teatro e mediocrità.
La chiusura della campagna elettorale di Piazza Matteotti è stata sempre l’apoteosi di elementi più di costume che di sostanza politica. I politici hanno mitizzato il comizio di chiusura come l’atto finale di un grande attivismo; l’atto importante se non quello decisivo.
Il pubblico, come in un teatro, rispetto al palco degli oratori, si dispone in due semicerchi, uno periferico in cui sosta una parte di pubblico che sta li non per farsi una idea politica ma perchè non vuole perdere le sparate di un paio di nostri politicanti che sfidando la grammatica sollecitano al sorriso; nè le incazzature dell’avvocato, con la segreta speranza che qualcuno degli avversari reagisca in malo modo; nè la pletora di panzane che saranno dette.
L’anello più vicino al palco è destinato ai fans dell’oratore che sta parlando.
Ogni volta che cambia l’oratore si cambiano le scene e le musiche mentre il pubblico dall’anello periferico si avvia sotto il palco incontrandosi con quello che dall’anello centrale, “per non tenere la piazza” all’avversario, si allontana rapidamente verso l’anello periferico.
Chi incarna il potere economico, i don Calogero, di solito si posizionano, in maniera vistosa, nella parte più periferica quasi a voler dire che non interessa loro quanto sta avvenendo.
***
Peppe Drago è quello che ha dimostrato una indiscussa versatilità. All’apertura della campagna elettorale (al cinema Aurora) ha descritto il cambiamento che Modica aveva avuto con Torchi. Ed ha parlato di bambinopoli, campetti di calcio, viabilità e verde pubblico in un modo tale che, dobbiamo ammetterlo, nel silenzio della sala alle sue parole il nostro cervello ha affiancato il cinguettio degli uccelli ed il fruscio delle foglie mentre vedevamo su due nuvolette che si erano materializzate sopra Torchi, seduto in prima fila, il sorriso di due piccoli angeli che vi erano seduti sopra.
Alla chiusura in Piazza Matteotti, invece, il tono dell’intransigente, il tono di chi non ammette repliche: voce forte ed imperiosa, accuse precise agli avversari. Per i contenuti si è affidato al figlioccio Torchi perchè sa che nessuno riesce a raccontare le balle come lui.
Ed egli non ha deluso “lo zio”, così dopo aver accusato di scarsa eticità Antonello Buscema per aver pubblicizzato il voto disgiunto in proprio favore ha invitato, coerentemente gli elettori di sinistra a votare per lui anche quando “dovevano” dare un voto ad un parente candidato nelle liste di sinistra.
All’accusa di inaugurare strade il giorno prima delle elezioni, Torchi contrappone il privo volo di un inesistente aeroporto di Comiso da parte della sinistra e chiede rispetto e che ognuno si spari le proprie balle.
Come fa Torchi a dire che ha ereditato un cumulo di macerie riferendosi al Teatro Garibaldi che tutti sanno essere stato restaurato ed inaugurato dal Sindaco Ruta?.
Come l’improvvisa apparizione di un'eruzione cutanea di vescicole in tutto il corpo sono il segno inconfutabile della scarlattina, così le balle di Torchi sono segni inconfondibile di mediocrità politica e, di voglia di prendere per i fondelli i cittadini e gli elettori.
Non è di qualità politica migliore il riferimento continuo al fatto che il Torchi avrebbe realizzato solo cose iniziate o ideate dalla sinistra che l’avvocato Ruta, in maniera stucchevole, ripete da quando Torchi è divenuto sindaco.
E’ ridicolo porre in conflitto chi inizia con chi finisce un progetto non riconoscendo che la persona saggia dà merito sia all’uno che all’altro come è giusto che sia..
Ma è possibile non rendersi conto che queste reciproche ripicche appartengono allo stesso modello culturale e politico?
E poi è possibile sopportare ancora oltre questo autoincensamento della sinistra a definirsi l’unica forza antimafiosa ed in tale veste l’unica moralmente abilitata a lanciare accuse (o sentenze?) di mafiosità. E’ difficile intuire che l’accusa metodica, mai provata, nei fatti favorisce la mafia ed il malaffare andando a costituire patente di non mafiosità anche la dove esiste. Vogliamo ricordare il pericolo che evocò Leonardo Sciascia quando scrisse dei mestieranti dell’antimafia?
Prove certe di inciviltà politica: Riccardo Minardo e Padre Pio
Riccardo Minardo è il politicante che muovendosi in maniera disinvolta ha fatto valere la sua presenza.
Un vero e proprio tornado! Come una ruspa ha travolto tutto: ha costretto la grammatica italiana alla ferrea logica della gridatissima arte oratoria nei suoi comizi; ha, con i fatti e le azioni, riaffermato il principio tradizionale che il nipote... cacchio!... deve obbedire allo zio; ha rivoluzionato la matematica sostenendo che 35 meno 5 fa 29. Ed infine ha posto se stesso sotto la protezione di Padre Pio, e della Madonna, e vista la confidenza i modicani sotto illuminazione della Madonna di Fatima.
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Ha cominciato depennando cinque candidati “amici” del nipote Nino dalla lista di Forza Italia al momento della presentazione della lista. Alla successiva apertura della campagna elettorale a Villa Reale dirà che da una lista di 35 candidati si è limitato a tagliare cinque nominativi per fissare la lista ai trenta previsti dalla legge. Dobbiamo ritenere che nella circostanza ha rivoluzionato anche la matematica se a cancellazione avvenuta la lista di Forza Italia è stata ridotta a 29 nominativi anziché i 30.
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A noi convenuti a Villa Reale per l’apertura della campagna elettorale a Villa Reale, Riccardo Minardo ha detto: “ questa che vedete è l’agenda di Padre Pio, dove prendo nota di tutte le vostre necessità. Con la frase segnata in questa agenda in ogni pagina io inizio la giornata. Sono anche devoto alla Madonna...”
Da cattolici praticanti siamo convinti che Riccardo Minardo sta approfittando troppo della misericordia divina. Sta anche approfittando della bontà della Madonna che come tutte le madri protegge anche i suoi figli peggiori.
Siamo certi, invece, che Padre Pio, in questo periodo deve essere molto distratto e, quindi non si è accorto di queste attenzioni di Riccardo Minardo. Non escludiamo, perciò, essendo ben noto il carattere del Santo, che quando Padre Pio si accorgerà dell’uso che Riccardo Minardo fa della sua agenda, conciliando bontà e severità, lo prenderà a pedate nel sedere e gli dirà: “ma mi vuoi spiegare come riesci a favorire i tuoi elettori senza violare una norma di legge, di regolamenti e di etica poste a presidio del concetto di giustizia? Come fai a privilegiare la pratica di un tuo galoppino senza danneggiare i tanti che magari hanno più diritto, colpevoli solo di avere la dignità di non rivolgersi a te?”
Da queste pedate non riuscirà a salvarlo neanche quel carabiniere, che la domenica sera delle votazioni, sul corso Umberto, lo seguiva per proteggerlo in un servizio di scorta che gli è stato assegnato a seguito delle minacce ricevute subito dopo il depennamento dei cinque nomi amici del nipote.
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Indicibili le banalità gridate nel comizio di chiusura da Riccardo Minardo, ma la sua conclusione deve offendere ogni cristiano e convincere alcuni preti, che gli tengono corda solo per la speranza di qualche finanziamento per la loro chiesa, di affidarlo alla pietà cristiana. Egli si è dichiarato certo che la Madonna di Fatima avrebbe illuminato i modicani nel giorno delle votazioni ed avrebbe favorito la vittoria della casa delle libertà (forse libertà di dire stronzate?).
E’ davvero triste, per un cristiano vedersi circondato da ateodevoti, e cattocomunisti da un lato e aldenarodevoti e cattoprofittatori dall’altro.
E’ il momento che non si faccia più confusione tra Cristo ed i “poveri cristi”. Noi riteniamo stiano maturando i tempi perchè la Chiesa Cattolica ponga nella prima linea della sua buona battaglia la frase di Gesù che dice: “Il vostro linguaggio sia sì, se è sì; no, se è no. Il di più viene dal maligno”.
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Giugno 2007
Carta Bianca
Il Sindaco Torchi ha giurato...
Pur ricorrendo a migliaia e migliaia di leggi, norme, ordinanze e direttive di tutti i generi che emana per organizzare al meglio la convivenza civile, fino a regolamentare anche i più, a volte, ovvi comportamenti dell'uomo, lo Stato, anche il più ateo e materialista, chiede ai suoi funzionari e cittadini impegni che vanno oltre il semplice dovere di adeguare il loro comportamento alla fattispecie modellata dalla legge.
In altre parole, spesso, molto spesso la legge medesima avverte la sua incapacità a farsi obbedire e chiede all'uomo un impegno più alto e più profondo di quello indicato da essa stessa.
Per quanto ci riguarda noi da allievo ufficiale e da sottotenente abbiamo giurato di "...essere fedeli alla Repubblica Italiana e...." e, con diversa formula, anche da consigliere comunale.
Anche il testimone in tribunale giura di dire "...la verità tutta la verità..." siccome il Presidente della Repubblica, il presidente del Consiglio, i Ministri e così via.
Perchè questo coinvolgimento dello spirito per tentare di ottenere dei comportamenti che poi vengono comunque puniti con pene amministrative e/o penali? Infatti, la stessa accusa di attentato alla Costituzione o di violazione degli obblighi assunti con il giuramento nei fatti sono poi ricondotti ad una norma di diritto.
Bene, questi "Impegni” assunti con rituali che, a volte, assumono particolari forme, più o meno solenni tanto da essere definibili delle vere e proprie iniziazioni, di che natura sono?.
Riflettendo su questi aspetti della vita dell'uomo non si può fare a meno di rilevare similitudini evidenti tra il rito del giuramento di un reparto in armi ed il giuramento nei tribunali di testimoni e di periti. Similmente non possono non avvertirsi le chiare somiglianze tra i riti descritti dai manuali massonici e quelli di altri riti di ogni religione: le forme solenni dei matrimoni civili, l'unione dei polsi incisi per scambiarsi con il sangue anche l’impegno di reciproca fedeltà.
Tutto appartiene ad un mondo altro che molti vedono "alto" ed altri stupido ma sempre caratterizzato da una carica esoterica coinvolgente non facilmente definibile considerato che viene utilizzata anche dalle famiglie malavitose, da maghi e fattucchiere.
***
La democrazia moderna, così come i regimi totalitari ed assoluti, cerca di costruire e darsi delle radici metafisiche ed etiche. Questo è quanto ci ha indotto a pensare la notizia del giuramento del nostro Sindaco, che da perfetto interprete dello spirito dei tempi ci fa pensare come il giuramento in questa società secolarizzata, priva di ogni ansia di trascendenza sia un rito da eliminare.
L’uomo che rispettava la parola data anche quando per la sua violazione non era prevista alcuna pena è stato sostituito dall’uomo che si preoccupa solo di non fare ciò che gli può far sentire il tintinnio delle manette.
Il giuramento ha una essenza spirituale che ci appare completamente estranea al modo di essere dei nostri politicanti.
...ma comincia con il non mantenere gli impegni assunti.
Il nostro Sindaco [ma ancor di più la “cupola” che gestisce il potere politico nella nostra città] pur avendo indicato Sebastiano Failla tra i quattro assessori che aveva l’obbligo giuridico di indicare al momento della candidatura ed il dovere, sempre di legge, di inserirlo nella Giunta almeno per i primi sei mesi in caso di vittoria, ha deciso di non assegnare l’Assessorato ad Alleanza Nazionale non essendo riuscita, quest’ultima, a fare eleggere alcun consigliere comunale.
La medesima “cupola”, nel livello provinciale, ha deciso, invece, di rispettare gli accordi anche se in quella sede Alleanza Nazionale, applicando gli stessi criteri adottati a Modica, avrebbe meritato di più per aver riportato, in tali elezioni, una indiscutibile vittoria in voti e consiglieri provinciali.
Questa è la prova che le elezioni sono un surrogato dei matrimoni tra pupilli delle famiglie in competizione, delle trame di corte, delle faide di famiglie, degli attentati, delle incursioni, delle vendette, dei comparaggi, degli atti violenti per la supremazia ed il controllo del territorio che hanno caratterizzato e caratterizzano la presa ed il mantenimento del potere nei regimi totalitari. Un surrogato certamente non sanguinoso ma culturalmente di pari violenza.
Ecco perchè non ci può meravigliare questo modo di essere.
In questa democrazia, in cui il cittadino è escluso dalla scelta dei candidati da eleggere, cosa volete che sia se, non si rispettano coloro (pochi o molti che siano stati) i quali diedero il voto al Sindaco Torchi perchè egli aveva indicato Sebastiano Failla nella sua squadra assessoriale?
Ci è venuto spontaneo ed istintivo utilizzare il termine “Cupola”, certamente perchè culturalmente sollecitati, in tal senso, dagli avvenimenti che hanno caratterizzato questa campagna elettorale. Depennamento di cinque candidati, un attimo prima di presentare la lista di Forza Italia, con la collegata ricezione di pallottole minacciose da parte del “depennatore”; comizi finali con accuse di paramafiosità seguite poi, in sede di formazione della Giunta, dall’assegnazione di incarichi assessoriali ‘riparatori’ a favore di alcuni dei depennati. (1)
Noi non stiamo parlando di mafiosità ma di qualcosa che vi somiglia finanche nella esibizione di santini e nella invocazione di questa o quella madonna.
Questi politicanti sono la peggiore iattura che possa capitare ad una Comunità. La prima loro carenza non è la loro mediocrità politica bensì la mancanza di una ‘forma’.
Costoro non conoscono il rispetto della parola data ed hanno idee molto confuse sul livello metapolitico dell’agire anche se spesso richiamano valori etici dei quali sconoscono ogni definizione e significato.
E’ sufficiente verificare l’enfasi metafisica con la quale ostentano in maniera insistente ed insopportabile il termine “meritocrazia” per rendersi conto della loro elementare e sconcertante mediocrità culturale ed etica specie quando si comprende che loro intendono la quantità di voti riportati come unica unità di misura del “valore” dell’uomo.
Obiettivo, quello di ottenere il maggior numero di voti, che è possibile raggiungere, ora più che mai, solo con l’utilizzo delle peggiori qualità dell’uomo: dal denaro alla spregiudicatezza etica, dall’arrivismo alla politica dell’immagine, dalla capacità di imbonire e di promettere l’impossibile all’assenza di scrupoli e limiti morali. Cosicché , una mediocrità reale viene fatta confluire nel mito della qualità democratica che ha il compito di fare da crivello per depurare ogni mediocrità politica morale ed intellettuale.
E’ così che anche “Peppi Cuoppula”, oppure un ottimo venditore di batterie di pentole può divenire Sindaco di Modica.
[(1) Scommettiamo che tutti e cinque i depennati, nei 3 anni e mezzo di questa sindacatura, ricopriranno l’incarico di Assessori?].
Il Sindaco Torchi fotografato prima di “truccarsi”
Due giorni prima che si chiudesse la campagna elettorale l’Amministrazione Torchi ha aperto alla circolazione una strada che facendo proseguire Viale Alcide De Gasperi fino alla via Risorgimento dovrebbe alleggerire la pressione del traffico in Piazza Sacro Cuore.
La strada è stata inaugurata nonostante i marciapiedi non fossero completati ed i tombini fuoriuscissero alcuni centimetri dalla pavimentazione ancora incompleta in guisa tale da costringere i pochi automobilisti che la utilizzano a vere e proprie gincane per non danneggiare i copertoni.
Alcuni giorni fa (3 maggio) la strada è stata arricchita da cartelli di “lavori in corso” per circoscrivere quella parte della carreggiata danneggiata supponiamo da un automezzo pesante che forse con una frenata, con l’effetto di una ruota che si infossa nella sabbia, ha reso visibile a tutti lo spessore irrisorio dell’asfalto.
Questa strada secondo noi è la fotografia del Sindaco Torchi. Questa è la fotografia scattata al Sindaco nella sua intimità, di mattina presto appena alzato prima del “trucco”.
Noi crediamo che occorre portare il confronto dialettico nel piano che il Sindaco ha scelto.
Bisogna denudare il Sindaco e smascherare il suo modo di essere ed orientare i cittadini a chiedersi:
- Le strade si collaudano prima di aprirle?.
- Perchè il Sindaco dopo 5 anni che non ha fatto nulla di nulla per il traffico ha aperto una strada due giorni prima delle elezioni?
- Perchè il cittadino è così distratto da non accorgersi che il Sindaco lo ha preso per i fondelli?
- Perchè il cittadino sopporta che a questo tipo di osservazioni il Sindaco si difenda dicendo che “anche loro” hanno inaugurato un aeroporto inesistente?
- Perchè il cittadino deve avere maggioranze ed opposizioni che si combattono rimproverandosi con argomenti di puro cortile e di incredibile pochezza?
Queste sono le analisi che abbiamo intenzione di privilegiare.
***
Ottobre 2007
Vogliamo chiedere la interdizione del Sindaco e del drago del bilancio?
Nell’esempio scolastico di economia domestica, una famiglia può venirsi a trovare in sofferenza finanziaria per una imprevedibile diminuzione delle entrate, oppure per una lievitazione, altrettanto non prevedibile, delle spese.
Il “buon padre di famiglia” accorto, poiché questi due eventi possono verificarsi, accantona una riserva per poter porre rimedio ad eventuali necessità. Comunque, anche fuori da quest’ultima prudenza, spendere sistematicamente più di quanto si incassa, o si preveda di riscuotere, è da folli.
Amministrare un Comune non richiede criteri molto diversi, avendo anche il vantaggio, enorme in questa era del precariato, di potere disporre di entrate certe.
I nostri Torchi possono tirare in ballo tutte le argomentazioni che vogliono; possono dire che il sistema di tassazione tra Stato Comune e Regione è iniquo perchè scarica sui Comuni oneri pesanti, possono dire che il carico per i cittadini delle tasse comunali non consente ulteriori entrate per tasse e che le rimesse dello Stato arrivano in ritardo.
Tutto ciò non può diminuire di nulla le responsabilità di un Comune in ordine alla gestione della spesa.
L’ Amministratore che spende soldi che non ha è politicamente un delinquente.
L’Amministratore che non sfrutta al massimo le risorse disponibili, politicamente è un mediocre, invece, se la mediocrità è “politicamente utile” ad un progetto di potere o di raggiungimento di interessi di “famiglia”, è un delinquente.
Pur cercando di evitare la “sofferenza finanziaria”, quando, per qualsiasi motivo, accade, i rimedi sono elementari, ovvi e banali:
- Severa razionalizzazione delle spese;
- Massimo sfruttamento delle risorse disponibili;
- Ricerca di nuove entrate.
Torchi e compagni non seguono questo percorso pur elementare e necessario. Le sue dichiarazioni e quelle del suo segretario Veneziano (la Sicilia del 27 settembre 2007) possono inquadrarsi in quel “delirio cronico costruito con logica consequenzialità a partire da dati falsi o erroneamente interpretati...”, che corrisponde al significato che il De Mauro assegna alla paranoia, comportamento che, in una famiglia normale, di sicuro sarebbe sufficiente per ottenere la interdizione del capofamiglia che spendesse soldi che non ha.
Se tali dichiarazioni e comportamenti venissero adottati da un capofamiglia potrebbero costituire validi e sufficienti motivi per ottenere la loro interdizione?
Noi riteniamo che esistano i presupposti ed i sintomi che in una situazione normale provocherebbero la interdizione di questa Amministrazione, con il suo Sindaco in testa, per manifesta incapacità politica ed amministrativa.
Spendere soldi che non si hanno. Torchi ha predecessori, ottimi maestri nell’arte di prevedere delle entrate supposte ed utili a giustificare spese che accontentino ditte ed amici che hanno sostenuto, o promettono di farlo, la loro campagna elettorale. Dobbiamo dare demerito al Sindaco Agosta ed ai suoi compagni socialisti e post-socialisti, ed ai suoi compagni comunisti e post-comunisti, democristiani e post-democristiani che riuscirono in maniera sublime a mettere in atto impossibili maestrie e carnevalate in questo campo. Ma Torchi ha superato tutti fino a mettere, con grande caparbietà, in entrata l’affitto del tribunale anno dopo anno, solo sulla scorta della sua convinzione, senza mai chiedersi e preoccuparsi del perchè ogni anno questa entrata non arrivava. Gli suggeriamo una procedura analoga anche per le scuole: Perchè non chiedere al Ministero dell’Istruzione il fitto di tutti gli edifici scolastici?
Razionalizzazione delle spese. Da Carmela Giannì (La Pagina del 12 settembre 2007) apprendiamo che l’Assessorato “Cultura e salsiccia” (così lo definiremo fino a quando non arriverà un Assessore degno) ha programmato, dopo anni che sono iniziati i lavori al palazzo dei Mercedari (sede attuale della Biblioteca comunale), il trasferimento dei libri della Biblioteca comunale prima all’ex palazzo delle poste e poi al Palazzo Moncada, sede finale della Biblioteca comunale non appena saranno, in quest’ultimo sito ultimati i lavori di ristrutturazione.
Questi sono i nuovi criteri per risparmiare, e pensare che esistono degli imbecilli che in simili circostanze avrebbero bloccato i lavori del Palazzo dei Mercedari, accelerato quelli di Palazzo Moncada e fatto un solo trasferimento dei libri. Altri ancora più imbecilli avrebbero pianificato l’inizio lavori in maniera più conseguenziale.
Nel “Palazzo della Cultura” (di Palazzo), una infiltrazione di acqua provocata dal semplice spostamento di una grondaia ha provocato vistose infiltrazioni nella muratura trasformando un intervento di poche decine di euro in migliaia di euro.
Così avviene che la manutenzione viene curata solo su sollecitazione con raccolta di firme e solo se soddisfa anche l’interesse elettoralistico di qualcuno, oppure, spendendo molto di più, quando la situazione è decisamente compromessa.
Abbiamo provato ad analizzare le spese telefoniche: impossibile! L’unica cosa che abbiamo potuto accertare, e sfidiamo il Sindaco a smentire, è che al Comune di Modica non esiste alcun metodico controllo di gestione, nessuna analisi costi benefici.
Si può andare in sofferenza finanziaria perchè si rimane disoccupati, perchè un senso unico toglie clienti al nostro negozio, perchè aumentano le tasse. Si può andare in sofferenza per dimenticanza o distrazione che provocano danni ad altri o per malattie non coperte dal sistema sanitario nazionale.
I modicani hanno una disgrazia in più: dispongono di un Sindaco e di una amministrazione locale politicamente mediocre e senza dignità.
Sono tempi difficili ai quali seguiranno quelli delle scelte, delle grandi scelte. Adesso abbiamo solo la possibilità di intrupparci in quella moltitudine che per necessità, servilismo ed indegnità connaturata sono intruppati in quel 65% che è motivo di vanto del nostro Sindaco.
Questa situazione ci lascia anche una ulteriore riflessione: la democrazia ha aumentato anche i livelli di sopportazione perchè in altre epoche, per meno molto meno, i forconi divenivano strumenti di dialettica politica.
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L’assessorato “Cultura e salsiccia”
Abbiamo avuto il privilegio di visionare, nella sua prima bozza,. “Cultura e salsiccia”, un libello in preparazione per le Edizioni Terzo Occhio.
Quando Terzo Occhio associò la cultura modicana alla “Sagra della salsiccia” ci apparve esagerato. Dobbiamo convenire che detta relazione, alla lunga, si sta dimostrando veritiera.
Benvenuto, quindi, questo libello che in maniera chiara, netta e severa, senza ipocrisia e falso buonismo dice quello che deve essere detto, nell’importante dominio della cultura, analizzando, in particolare, le pesanti responsabilità del trio Torchi, Barone e Cavallo, la cui varia appartenenza politica ci rende ancora più tristi non facendoci intravedere decenti alternative.
Aggettivare le qualità delle persone è cosa molto delicata; problematica è, invece, l’aggettivazione delle qualità dei politici non potendosi mai in maniera netta separare la qualità politica da quella culturale, con in più il problema di convincere i nostri lettori, che ogni analisi non vuole offendere nessuno, non è pilotata da rancore personale o da altri sentimenti indegni.
Ci poniamo questo problema dopo aver letto il libro firmato da Giorgio Cavallo, già Assessore alle politiche culturali ed ora “esperto gratuito alla Cultura” del Sindaco Torchi.
Leggendolo, abbiamo ritenuto un dovere questo nostro intervento perchè attiene al dominio della cultura esibita, ostentata, platinata e plastificata; negativa sempre ma pericolosa in chi ambisce di ricoprire ruoli di gestione pubblica.
Ebbene questa pubblicazione contiene tutti i canoni previsti dall’itinerario “Cultura e salsiccia”.
Giorgio Cavallo si è definito autore dell’opera “Androcronomachia, IdeaMente Editore,- Modica 2005 (errore?), in edizione lussuosa da 99,00 €, formato 24x33, Cartonata con custodia a cofanetto e scritte in color argento.
Noi consideriamo quest’opera un vero e proprio “scippo culturale”, perchè l’essenza del volume è la pubblicazione di 500 cartoline, raccolte con grande passione da Giancarlo Campailla e non il breve saggio di Giorgio Cavallo, un testo non superiore alle sei cartelle che l’autore ha spalmato, utilizzando tutte le tecniche (interlinee ampie, caratteri cubitali, ecc) che gli studenti ben conoscono per allungare le tesi di laurea, in appena 24 pagine delle 217 complessive del volume; e con la persona che ha reso possibile la pubblicazione indicata con un semplice “Riproduzioni fotografiche: Giancarlo Campailla”, posto in corpo 10 alla fine del volume.
Nel suo saggio l’autore non nomina mai il raccoglitore delle cartoline nè fa ad esse alcun riferimento: come se non le avesse mai viste.
Nessuna didascalia alle cartoline, nè indicazione dei criteri utilizzati per catalogarle.
L’autore chiude l’opera con la descrizione dell’”Ercole di Cafeo” ripresa da una sua pubblicazione e nella Bibliografia inserisce riferimenti bibliografici di alcune sue pubblicazioni decisamente fuori tema. Questa è la salsiccia, direbbe Terzo Occhio.
Per il fumo dobbiamo aspettare il mese di settembre quando il libro viene distribuito nelle edicole accompagnato dalla seguente locandina:
““E’ in vendita qui. –
Il libro che racconta due secoli di storia della città di Modica, contenente oltre 500 rare foto appartenenti alla collezione di Giancarlo Campailla –
Solo 2000 copie dichiarate al tribunale -
Tiratura limitata e numerata”.
Con questa locandina in pratica si provvede a:
- dare il giusto riconoscimento a Giancarlo Campailla dimenticato dagli “scippatori” delle sue cartoline;
- rendere preziosa l’opera perchè a tiratura limitata e numerata;
- aprire un dibattito su che cosa significhi quel “dichiarate al Tribunale”.
Queste nostre stroncature non ci impediscono di segnalare che il testo, è scritto davvero bene e potrebbe essere buon strumento didattico per i ragazzi della prima media. Non ha alcun valore turistico e le cartoline sono mute convitati di pietra, offese di essere state trascurate dall’autore.
Il cuore del libro non è Modica e la sua storia ma Giorgio Cavallo, Giorgio Cavallo e Giorgio Cavallo.
Abbiamo utilizzato un linguaggio severo che può sembrare duro sappiamo che potremmo essere fraintesi, ecco perchè chiediamo ai nostri lettori di andare oltre la crudezza del linguaggio e fare riferimento alla fondatezza delle osservazioni, ponendosi anche il problema di come reagire alle mistificazioni e se esse sono una violenza cui dobbiamo ribellarci, specie quando sono strumentali a logiche di potere.
Notizie vere che potrebbero essere false e viceversa
Pagamento dei debiti comunali.
Il Sindaco Piero Torchi Lucifora, comunica a tutti i creditori che il sorteggio mensile attraverso il quale Il Comune di Modica sceglieva, fra i tanti, il debito da onorare, sistema altamente democratico in vigore dal mese di dicembre scorso, viene momentaneamente sospeso; come sempre senza alcuna colpa dell’Amministrazione e meno che mai del suo Vertice. Purtroppo il sorteggio sarà sospeso fino a quando non verrà nominato il nuovo Difensore Civico che, come è a tutti noto, è l’insostituibile Figura Istituzionale che può estrarre dal cesto la fattura da pagare.
***
Novembre 2007
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Carta Bianca
Finestra sul Consiglio Comunale di Modica e ...dintorni.
Rubrica mensile a cura di Carmelo Modica
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www.cartabianca.biz
Pagheremo la nostra tassa sui rifiuti solidi urbani direttamente al Sindaco di Scicli
Tra le tante litanie che il Sindaco di Modica ha più volte recitato per convincere i modicani a darLe il voto, la più pressante è stata quella che tendeva a proiettarlo nell’immaginario del popolo modicano come la persona che per amore della città si è “sottoposta ad un lavoro stressante ed incredibile con inenarrabili sacrifici per la famiglia, affetti, amicizie e coltivazione di hobby... per il bene della città....” (applausi dalla platea al cinema aurora all’apertura della campagna elettorale).
Noi non sappiamo se il nostro Sindaco è un cattolico praticante. Noi si, e partecipiamo all’Eucaristia nella chiesa di Santa Maria officiata da Padre Sortino che ogni domenica riesce a trasformare in maniera ineguagliabile la Parola di Dio in parola vissuta; in forza serena del nostro agire secondo il principio evangelico “Il vostro parlare sia sì, se sì; no, se no;ogni parola in più viene da Satana” (Matteo 5: 37)
Ebbene una delle lezioni più belle che Padre Sortino cerca di fare valere come modo di essere cristiano, e che noi tentiamo di utilizzare come postulato di riferimento nelle nostre valutazioni ed analisi (ecco perchè vi ricorriamo con frequenza), è che “L’amore inizia la dove finisce il dovere.”
[Speriamo che non si vorrà considerare questo nostro riferimento a Padre Sortino una ingerenza della religione negli affari laici del Comune.]
Detto questo noi diciamo al nostro Sindaco: Veda questo significa che l’infermiere che all’ospedale pulisce il vecchietto non ha il diritto morale di vantare la sua dedizione ed il suo servizio verso i sofferenti, per il semplicissimo motivo che per tale lavoro ella riceve una retribuzione, quindi sta ottemperando ad un dovere.
Pensi cosa succede, invece, nel vecchietto quando la stessa infermiera aggiunge, a conclusione del suo lavoro, una affettuosa carezza, ma fosse anche un semplicissimo sorriso.
E’ quella carezza che non è, nè potrebbe mai essere, prevista come dovere contrattuale a fare la differenza, a segnare un limite, a dare una valenza metafisica al senso del dovere.
Ma, mi dirà, dove vuole andare a parare?
Voglio dire che Lei non è autorizzato a parlare di dedizione nei confronti della nostra città se prima non quantizziamo quanto Lei ha il dovere di darci in virtù della paga che ogni mese noi modicani siamo costretti a darLe.
E se sarà in grado di dimostrare che Lei si guadagna lo stipendio, per porsi alla pari della infermiera cristiana dovrà, non raccontarci questo o quel merito, ma farci percepire la stessa sensazione che prova quel vecchietto sfiorato da quella dolcissima carezza.
Io credo che Lei può porsi come eroico curatore degli interessi modicani solo perchè ha un concetto molto basso del normale, per cui se come piano di riferimento si assume il nulla diviene facile con una giostra o con qualsiasi altra carnevalata apparire fenomenali in gente distratta... artatamente distratta.
Per misurare le cose occorre una unità di misura. Ogni valutazione è quasi sempre una operazione di comparazione. Diviene , quindi, fondamentale il piano di riferimento.
Ne deriva che chi vuole magnificare la propria azione ha due possibilità:
farsi giudicare in termini assoluti, cioè con riferimento al normale;
prendere a riferimento la mediocrità degli altri per esaltare la propria.
Lei ha scelto la seconda e quando non riesce, oggettivamente a fare meglio, (fatto già di per se significativo tanto è stata scarsa l’azione di governo della sinistra) utilizza il sistema di mitizzare la propria azione oppure denigrare quella dei suoi avversari politici, in quel teatrino della politica nel quale riesce a muoversi meglio di un venditore di pentole.
E quel 65% di voti che ha conseguito ne è la prova, perchè è solo con tali tecniche che “tagliare i telefoni” a Torchi diviene cosa diversa che tagliarli a Ruta, solo con queste tecniche nessuno si accorge che la direzione de “Le Liccumie” informa i suoi clienti che dal 23 ottobre non accetteranno “i buoni pasto del comune di Modica”, solo con queste tecniche un Sindaco compra 100 copie di un libro del presidente cittadino del suo partito e 50 del suo “esperto gratuito”. Briciole, dirà Lei, ma pur sempre indicative di un modo di essere.
Briciole che per un amministratore di un condominio significherebbero licenziamento in tronco. Ma dove è la logica di tutto questo?
Ammetta che troverebbe difficoltà a proporsi come Sindaco che non ha necessità di difensore civico. Quindi, per un attimo immaginiamo la possibilità di consideraraLa un capo condominio.
Ma Le sembra immaginabile che noi cittadini diamo i soldi al nostro capocondomino perchè paghi il gasolio ed egli li dà ad altri suoi creditori?
Ma le pare normale che noi cittadini abbiamo pagato la nostra tassa (non imposta) perchè Lei pagasse lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani e Lei non ha pagato le ditte ed il Comune di Scicli, facendo divenire morosi i modicani nonostante loro abbiano tirato fuori i quattrini?
Lei può aver debiti su tutto ma mai per le cose per le quali ha ricevuto specificatamente i soldi.
Quale reato si configurerebbe a nostro carico se noi chiedessimo ai modicani di pagare direttamente al comune di Scicli, alle ditte e a quanti altri hanno provveduto a smaltire i nostri rifiuti?
Non è escluso che lo faremo a titolo personale assumendoci l’oneri di tale iniziativa.
I voltagabbana: una categoria superata?
Leggendo i commenti al cambio di casacca dell’on. Minardo pubblicate ad opera di Politicus e di Giuseppe Ascenzo, su “La Pagina” del 12 ottobre 2007 abbiamo avvertito un senso di inadeguatezza e di incapacità dell’argomento a produrre palingenesi culturali.
Sono temi che anche noi abbiamo più volte utilizzato per stigmatizzare la mediocrità culturale e politica della classe politica modicana, eppure avvertiamo che occorre andare oltre, o meglio occorre alimentare, nel modicano, due livelli di consapevolezza: il livello semplice del bollare con i più turpi epiteti chi cambia casacca per ottenere vantaggi personali, privati, di “famiglia” ed un livello più meditato.
In altri termini, non deve essere abbandonata la via seguita dal Gruppo Terzo Occhio che si materializzò in quel magnifico numero speciale del foglio di battaglia (marzo 2007) dedicato ai voltagabbana (Amovo Associazione Modicani Voltagabbana) in cui in maniera plastica si diede un volto ai più noti voltagabbana: Meno Rossofù, Riccardo Minardito, Saverio Terravecchia, Giuseppe Dragonne Delledonne, Carmelo Carpendiem, Girolamo Carpeni Pote... ma, ripetiamo, occorre andare oltre.
Infatti, ci chiediamo: può un politicante approdare alla corte di Berlusconi partendo dal vecchio e stalinista Partito Comunista, mantenendo un elettorato agganciato? E questo agganciamento si basa su un rapporto di fiducia derivante da una sintonia politica oppure siamo in presenza di altro?
Nell’andare oltre crediamo si ponga un problema prioritario e di definizione. Cominciamo dal termine voltagabbana e ci chiediamo: Meno Rossofù, Riccardo Minardito, Saverio Terravecchia, Giuseppe Dragonne Delledonne, Carmelo Carpendiem, Girolamo Carpeni Pote, e tutti gli altri sono davvero dei voltagabbana?
Il ragionamento è semplice: perchè si possa essere definiti voltagabbana occorre possedere una gabbana; Per cambiare idea politica occorre avere una idea politica.
Costoro, alla luce del risultato attuale, avevano o hanno una idea politica?
Noi cominciamo ad avere dei seri dubbi, ecco perchè costoro non possono essere definiti dei voltagabbana, e se non sono voltagabbana si pone il problema di chiedersi cosa sono. Riappare il problema della definizione.
Cosa può essere chi ricopre l’incarico di assessore solo perchè ha il merito di essere fratello di un onorevole?
Cosa può essere chi in nome di Marx ha convinto i proletari di Modica Alta a dargli il voto per portarli poi alla parte politica opposta?
Cosa può essere chi in nome di Gesù Cristo si è esibito, nell’imminenza delle varie e elezioni degli ultimi cinquant’anni, ad assumere l’eucaristia in quel di S. Maria?
Cosa può essere chi miscelando Marx e Gesù Cristo e via peculando mantiene posizioni di potere?
Cosa può essere chi dopo una carriera in nome di Marx ora si vergogna se gli dicono “Comunista”?
Tutto questo, ovviamente non è riferito solo a Riccardo Minardito ed agli altri prima citati: sarebbe poca cosa, perchè basterebbe aspettare che costoro si tolgano dalle scatole per limiti di età. Il problema è che costoro hanno fatto tanto scuola che si può parlare di una nuova ideologia che è “l’ideologia di non avere una ideologia”, il che consentirà loro di non potere essere mai accusati di essere dei voltagabbana.
E’ il caso del nostro Sindaco: quali qualità politiche gli fanno difetto rispetto a quelle più volte evidenziate dei più volte citati voltagabbana dal chi si è definito suo “Padrone”? Lo stesso vale per i tanti giovani virgulti dell’UDC appartenenti alla casta dei “saranno famosi”.
E’ il caso di Zii e nipoti che si sono trasmessi il testimone o quello di Zii e nipoti che litigando hanno, con sfrontatezza, declinato la loro consistenza culturale.
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Dicembre 2007
Al Sindaco, lettore, giornalista (ed epuratore?) & C.
Per fatto personale. E' da anni che nelle nostre analisi, tentiamo di applicare il criterio utilizzato dallo scienziato che osserva i topolini rinchiusi dentro la gabbia e ne scruta i comportamenti per definire il loro modo di essere.
Abbiamo lanciato delle provocazioni con lo scopo di ottenere reazioni ed abbiamo tratto conferme e dubbi. Ci riferiamo alla riuscitissima trappola al Sindaco Torchi con quella lettera falsa ai suoi assessori per il pagamento dei debiti del Comune, a Streppinosopoli, all’epico scambio di corrispondenza con Carmelo Carpentieri, alla polemica sui consiglieri comunali telecomandati ed a tutta una serie di piccole provocazioni caratterizzate da un linguaggio chiaro, netto, volutamente irrispettoso delle regole del perfetto ed ipocrita buonista, volutamente libero da schemi preconfezionati e volutamente sprezzante, deciso e complessivamente trasgressivo.
Come il topolino nella gabbia reagisce all’intrusione di un bastoncino che gli allontana il biscottino, così i politici (o politicanti?) hanno reagito in maniera scomposta al nostro "bastoncino.". Hanno reagito nell’unico modo che conoscono: il silenzio ufficiale sui contenuti e la maldicenza sotterranea.
Questi signori, che pur trovano il tempo di autocelebrarsi con raffiche di comunicati stampa, non trovano mai il tempo di accettare la sfida su quella ciofeca che è il sito ufficiale de Comune di Modica; su quel “carrozzonespendisoldideimodicani” che è La facoltà del Professor Barone, sulla vergognosa e voluta inefficienza della struttura burocratica del Comune, e quant’altro.
Costoro, pur chiamati in causa su argomenti concreti con accuse precise, manifestando una cultura totalitaria, hanno preferito, dicevamo, la maldicenza sotterranea, ovvero non entrare mai nel merito dei problemi che abbiamo sollevato per cercare, invece, di denigrarci su livelli meschini e di bassa lega, politicamente e culturalmente vili.
Così si utilizza l’attivismo di “radiocortile” per lanciare nell’immaginario collettivo l’idea che nelle nostre denunce siamo mossi, tout court, da risentimento personale maturato per prebende prima incassate e poi cessate per incarichi affidatici sia dalla destra che dalla sinistra.
Queste accuse stimolate dalle nostre severe analisi li consideriamo una misura della mediocrità di questa classe politica, una reazione normale di un mondo della cui scarsa qualità intellettuale, politica e culturale ne abbiamo la consapevolezza.
Costoro proiettano negli altri il proprio modo di pensare e di agire perchè nel loro scarso valore non immaginano che esistano altri mondi, altri sistemi di pensiero, altre “Sostanze umane” e considerano le le nostre accuse semplici strumenti da noi utilizzati per sostituirli nella gestione del potere e non strumenti per favorire la creazione di un “clima” adeguato a far rifiorire valori spirituali ed un “Giusto sentire”.
Ecco perchè nel processo di proiezione della loro sconcertante inettitudine culturale parlano di un nostro agire rancoroso e ne parlano con la consapevolezza di chi come propria natura si fa orientare dal malanimo e di chi non immagina la esistenza di un’azione politica impersonale, fredda, severa e consapevole di avere davanti un avversario tanto mediocre da non potere essere oggetto di alcun sentimento di amore o di astio.
Come si potrebbe avere animosità nei confronti di chi ci accusa di aver maneggiato, per denaro, con la destra e con la sinistra, avendo avuto con Torchi e con Ruta un incarico di esperto per due mesi?
Ma hanno letto costoro l’esito dei nostri studi, e se li hanno letti sono in grado, da tuttologi che sono, di capirne il significato?
Può chi ha inteso la politica come un permanente mercato delle vacche immaginare che si possono avere incarichi non mercanteggiati?
Si potrebbe avere livore nei confronti di un Sindaco "Ignorante" (da ignorare, oppure vuole scegliere l'alternativa peggiore?), che definendo l'assegnazione del "Best Sicily" “la vittoria del sistema" e minacciando che "deve seguire l’epurazione di chi intende compromettere questo equilibrio”(1), dimostra di non capire il significato della parola "epurazione" e quali personaggi l'hanno resa famosa?
No! Noi riteniamo, cristianamente, di no!
Vogliamo organizzare una sfida televisiva in qualche "loro" televisione, e confrontarci su chi e quanto ha guadagnato con la politica?
Come si può avere rancore nei confronti di chi, illuminato da condanne passate in giudicato, ha percorso, per interesse personale e di figli, tutti i banchi del Consiglio comunale e vorrebbe farci passare per voltagabbana per aver svolto incarichi tecnici affidati sia dalla destra che dalla sinistra?
Questi secondo noi sono dei delinquenti politici perchè sprecano i soldi dei modicani per esibizione del potere, per propria campagna elettorale, oppure facendo lievitare i costi dei servizi con la loro inefficienza, impreparazione e malgoverno (vedi rifiuti, piano regolatore, università).
Il rancore, come l’odio, lo abbiamo scritto altre volte, sono sentimenti forti ed importanti che possono avere solo destinatari, pur antagonisti ma "degni" di riceverli.
Costoro danno sostanza alla massima di Match secondo il quale: “Un idiota in un posto importante è come un uomo in cima a una montagna: tutto gli sembra piccolo ....”.
E’ per questo ché i loro veti fondati sulla forza elettorale, l’unica di cui dispongono, possono provocarci solo un leggero fastidio, perchè per dirla con Joyce se “ti morde un lupo, pazienza. Quel che secca è quando ti morde una pecora”. (2)
Ma anche questo fastidio si supera con quel sano e sereno disprezzo come giusta risposta di legittima difesa per una violenza in atto che stiamo subendo... in attesa che il ciclo si compia.
L'androcronomachia di Giorgio Cavallo.
Giorgio Cavallo, in occasione della presentazione del libro "Androcronomachia", ha dichiarato: " "Mi hanno minacciato di morte ma io non me ne vado... Ho ricevuto lettere minatorie di morte tanto che ho avvertito la Digos della faccenda. Gli agenti qui in sala ne sono una prova. Mi hanno detto di finirla, di mettermi da parte... ma io dico a questi amici che, pur se queste parole mi turbano, resterò ancora qui a raccontare di questa città” (www.corrierediragusa.it Modica - 20/11/2007).
Chi riceve lettere anonime, e di così grave contenuto, può decidere semplicemente di denunciare il tutto alle Autorità inquirenti e stare zitto; oppure, come il dott. Cavallo, di pubblicizzarne il contenuto; se è libero di fare ciò appare evidente perchè conseguente e sacrosanto, il nostro diritto a valutare le sue dichiarazioni pubbliche.
Vediamo di sezionare la notizia.
Se esiste la denuncia, esistono anche le lettere minatorie.
Su chi l'ha scritte saranno gli organi inquirenti a verificare tutte le ipotesi possibili e sappiamo che agiranno in tutte le direzioni, non escludendo, per prassi e giustizia, neanche le ipotesi indicibili.
E' nostro diritto, invece, riflettere su tutti i messaggi e le legittime supposizioni che la notizia è capace di lanciare e far nascere:
Perchè Giorgio Cavallo ha legato l'annuncio pubblico delle lettere minatorie alla presentazione del "suo"(3) libro?
Bisognerebbe saperne di più sulle motivazioni da parte dell'interessato se egli ha interesse a demolire il dato di fatto che la forza negativa delle minacce di morte diventa indissolubile con la pubblicità al libro presentato.
Se ha senso utilizzare la stampa (unico strumento disponibile) per avvertire i detrattori che non intende cedere alle loro minacce, a valutazione diversa si prestano le motivazioni che sorreggerebbero le minacce pubblicizzate dal dott. Cavallo.
Infatti, confidare agli inquirenti, per aiutare le loro indagini"... è gente che prova invidia per quello che faccio: mi hanno scritto che devo smetterla di sentirmi il depositario della cultura a Modica”, ha un senso ma diffondere queste supposizioni alla generalità dei modicani legittima il rimprovero che il dott. Cavallo voglia proporre all'immaginario collettivo modicano un proprio valore intellettuale.
Ed a questo legittimo sospetto si collega la consequenziale domanda: ma quali sono i provvedimenti e le iniziative di valore culturale del dott. Cavallo da Assessore che lo hanno reso meritevole di tanta attenzione?
Una risposta non la dà neanche la produzione letteraria del dott. Cavallo che, riportata tutta intera nel "suo" Androcronomachia; produzione che ci sembra davvero poca cosa per attivare questo minacciatore di morte il quale, per disconosce il significato di cultura, potrà anche essere invidioso ma deve essere soprattutto un malato di incultura se non di mente: solo per questo è veramente pericoloso.
(1) (www.corrierediragusa.it Modica 05/12/2007 Antonio Di Raimondo, Il "Best Sicily" richiama nuove sfide..."). Sull'argomento torneremo nel prossimo numero perchè vogliamo sapere in quale campo di concentramento vorrà mandarci considerato che siamo suoi fermi oppositori e riteniamo che come un ottimo venditore di pentole sta vendendo una immagine di Modica che non è la sua. E lo faremo a prescindere dalla eventuale smentita del Sindaco che nel frattempo dovesse intervenire.
(2)Sul significato di Vile e su un fatto di epurazione che abbiamo subito racconteremo nel prossimo numero un episodio che ci riguarda personalmente.
(3) Virgolettiamo l'aggettivo possessivo perchè noi abbiamo definito questo libro uno "scippo culturale" (vedi Dialogo novembre 2007).
Nota : è stato pubblicato, per questioni di spazio, senza le prime due note
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