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2006
I “custodi delle sedie a sdraio” modicani
Annunciamo azioni di guerriglia politica e culturale
Rispolveriamo alcuni metodi comunisti: Tireremo sul mucchio
I conflitti di interesse modicani
Preservativi e cretinismo culturale e politico
Presidente Scarso... dimostri quello che dice!
Provocazione
Il villaggio globale di 100 persone
Il sogno: forse è venuto il momento di pensarla alla grande.
Esame in "Antropologia democristiana"
Dalla parte degli... "uomini-topini"
Precisazioni necessarie.
Università di Modica: è necessaria una severa analisi costi-benefici
Il giudizio di Robert Kennedy alla cultura politica italiana
Stupidi o servi di uno schieramento?
Rita Borsellino cartina di tornasole di una politica degradata
“Sofferenza da traffico” e neanche una ...limonata
Democrazia demente?
Franco Antonio Belgiorno se lo riconosci ...
I segni del degrado
Potere mafioso e sagrestie progressiste e... grazie On. Roberto Ammatuna!
“Chistu è scattiatu... s’a pigghia cu tutti”
Modica 2007: Elezioni e.. “Voltagabbanometro”
I voti dei modicani
Costituita a Modica l’associazione dei pensionati baby e/o furbi
Una sola emergenza: mandare a casa questa classe politica
L’assuefazione alla bugia
Discarichiamo questi amministratori
Sfidiamo il Sindaco Torchi
Benedetto XVI al Sindaco Torchi: figliolo più Parola e meno parole
Verso una soluzione dei parcheggi
“Nasus populi, nasus dei”: il Corso di laurea di “Scienze del Governo e dell'Amministrazione” deve essere chiuso.
Comune di Modica: Criteri per il pagamento dei debiti
Questo signore ci vuole prendere per i fondelli
Torchi: Chi tace acconsente.
2006
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Carta Bianca
Finestra sul Consiglio Comunale di Modica e ...dintorni.
Rubrica mensile a cura di Carmelo Modica
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gennaio 2006
I “custodi delle sedie a sdraio” modicani
Effettuando una ricerca sociologica abbiamo scoperto Heinrich Popitz (1925 – 2002) un autore che riteniamo essenziale per chiunque voglia indagare sulla “genealogia del potere” e sulla sua natura.
Popitz descrive, in maniera impietosa, i meccanismi di formazione e gestione del potere, presentando casi simbolici veramente illuminanti e di rara efficacia divulgativa.
Nel caso simbolico più illuminante, Popitz ipotizza un lungo viaggio di una nave dove sono disponibili solo un terzo di sedie a sdraio, rispetto al numero dei passeggeri presenti. Un gran numero di viaggiatori sale e scende in ciascun porto, determinando un gran trambusto. Nei primi giorni la mobilità dei passeggeri fa si che le sedie sembrano quasi sufficienti per tutti, ma nei giorni successivi, e con un inesorabile crescendo, si verifica che alcuni passeggeri cominciano ad esercitare un possesso duraturo delle sedie. Il processo si stabilizza attraverso una serie di rituali simbolici e con evidenti azioni intimidatorie contro tutti coloro che tentano di impossessarsi di esse.
Vengono così a stabilizzarsi due classi di passeggeri: i possessori di sdraio ed i nullatenenti. Successivamente si forma una classe intermedia: sono i delegati che esercitano il ruolo di “custodi delle sedie” per conto dei possessori "legittimi".
Non è spiegabile, ma è accaduto che una minoranza è riuscita con relativa facilità ad assumere il dominio nei confronti di una maggioranza. (Popitz, H., Fenomenologia del potere, Il Mulino, Bologna, 1990).
Ora, non vi è dubbio che il gruppo dei dominanti (Possessori delle sedie a sdraio) è comunque formato da persone che hanno dimostrato una indiscutibile capacità nell’aver fatto nascere ed imposto un loro "diritto" di esclusività sulle sedie a sdraio.
Il terzo gruppo è quello di coloro che sono rimasti senza sedie, che noi definiamo il gruppo dei vinti, costituito da persone che comunque mantengono una dignità nell’aver preso atto della loro sconfitta dovuta ad un’azione violenta, non sono scese a patti con il gruppo dei dominanti, avendo come obiettivo non quello di ribaltare la situazione ma di propiziare l’avvento di una situazione in cui sia il concetto di giusto a regolare l’uso delle sedie a sdraio e non la violenza e la prepotenza.
Il secondo gruppo, quello “dei custodi delle sedie a sdraio” è quello che più caratterizza l’epoca attuale. Esso ha chiarissimi connotati etici: l’adesione al gruppo dei “custodi delle sedie a sdraio” richiede, infatti, persone in possesso di un preciso profilo psicologico, morale e culturale.
L’adesione al gruppo avviene sulla scorta di un patto “d’onore” in cui si aderisce alla richiesta del “potente” o perché si è servi dentro o perché si gode nell’ostentare l’immagine del potente seduto nella sedia a sdraio nei momenti in cui il padrone si sgranchisce le gambe stanco di star seduto. Egli condivide con il potente l’assenza del concetto di giustizia, ritenendo legittimo l’impossessamento delle sedie a sdraio.
Il "custode di sedie a sdraio" è l’essere più spregevole perché non ha le “qualità” del potente né la nobiltà dei vinti ed anche quando proverà a far fuori il potente per sostituirlo dovrà, in armonia con la sua natura, farlo violando l’“onore” che aveva esibito nello stipulare il patto scellerato iniziale con il potente.
***
Questo quadro riesce a dare una idea chiara della “microfisica” della società. Appare evidente che la esistenza e formazione di queste tre categorie in cui è divisa la società non è solo pura teoria. Ecco perché invitiamo i nostri lettori ad osservare la realtà modicana e, come un gioco, individuare chi sono i modicani con le sedie a sdraio ed i custodi a loro soldo.
Pochi dubbi sulla identità dei “possessori delle sedie a sdraio”. Sono pochi, anche se occorre stare attenti perché esiste un’area di confine dove è difficile distinguere il “possessore” dal “custode della sedia a sdraio”.
Fuori da questa area di confine il gioco di individuare i custodi delle sedie a sdraio è divertente e serio nello stesso tempo. Suggeriamo di utilizzare come “chiave di lettura” la lente di ingrandimento che abbiamo appena descritto, osservando il Palazzo del governo della città, in particolare l’aula consiliare e le sue adiacenze, l’area della nuova Azasi (o Multiservizi), i locali della “latteria” [specie la domenica mattina dalle ore 10 alle ore 12,30], le trasmissioni di alcune televisioni locali: Sono ambiti brulicanti di “custodi di sedie a sdraio”.
Il periodo attuale è particolarmente propizio per l’osservazione. E’ tempo di elezioni e per i custodi di sedie a sdraio, le elezioni sono come gli acquazzoni per le lumache: tutti fuori imbellettati a dimostrare con pacche sulle spalle, baci sulle guance, aperture di sportelli di auto, scostamento di sedie per facilitare il sedersi. Torneremo sull’argomento sia su questa rubrica sia nel colloquio che stiamo sviluppando con “Terzo occhio”, nella ormai annunciata intervista.
Annunciamo azioni di guerriglia politica e culturale
Abbiamo già scritto che a Modica (ma il fenomeno è generale) siamo in presenza di un potere forte caratterizzato dalla con-fusione tra potere politico e potere economico, con decisioni prese fuori dall’aula consiliare, con consiglieri comunali telecomandati. Un potere forte che sta assumendo i caratteri di una lotta tra famiglie [e famigliole] in cui il potere si sta distribuendo in maniera direttamente proporzionale alla forza economica.
Azione così evidente che ha fatto perfino nascere un Movimento che stigmatizza tale situazione già dal suo nome “Quelli che non nominerebbero mai un parente assessore...”, del quale siamo onorati di essere stati nominati portavoce e che è orientato a costituire una “Giunta ombra”. Movimento che è nato su sollecitazione di “Terzo Occhio” con una “lettera aperta” che è riuscita a stimolare un certo ambiente su posizioni di autentico antagonismo rispetto ad una cultura che, purtroppo, non è patrimonio solo della maggioranza, ma, come una metastasi, ha coinvolto l’opposizione.
Lo diciamo subito, stiamo cavalcando tutto questo anche con una intervista a “Terzo Occhio” che a tempo dovuto si materializzerà in un libro al quale daremo la massima pubblicità.
Noi non siamo velleitari e non nutriamo illusioni avendo la piena consapevolezza di quanto sia impari la lotta sul piano della forza economica, ma abbiamo la consapevolezza [se volete la presunzione] che la battaglia può essere vinta sul piano della qualità e su quello dei valori.
Siamo certi che se si riesce a smascherare il vuoto culturale delle forze politiche presenti in consiglio comunale, la mediocrità di chi non sa che non esiste un modo di pensare ma un modo di essere, allora il denaro del potere ed i titoli accademici dell’opposizione potranno essere utilizzati come carta igienica.
Questa situazione richiede un’azione diversa. Occorre spostare il tiro non sui problemi pratici, della buca sulla strada, il “disordine da terzo mondo” del traffico, la inefficienza dei servizi burocratici e quant’altro, ma occorre colpire la cultura politica della quale tali carenze sono la naturale derivazione.
Occorre portare la lotta altrove ovvero nel campo in cui la mediocrità dei nostri amministratori risulti evidente ed oggettiva. Occorre provocare un cortocircuito nei meccanismi della macchina politica.
Per esempio occorre ricordare a tutti il fatto banale che l’elezione al Parlamento non provoca anche palingenesi culturali nel soggetto eletto, con acquisizione di scienza infusa.
Se un parlamentare dice che la fontana dello "Stretto" va ridimensionata perché ha bloccato il traffico non si deve reagire dicendo che non è vero, deve essere detto che il parlamentare ha detto una puttanata, una puttanata oggettiva, perché la larghezza della carreggiata nelle rotonde è l’esito di studi del CNR (Centro Nazionale delle Ricerche) e non lo studio di un geometra.
Lo scontro dialettico si deve portare non sulla larghezza della carreggiata ma sul fatto che è stata detta una puttanata dalla quale non discende il blocco del traffico bensì una qualità che non può non dare una mediocre azione di governo complessiva.
Se è vero che il piano del traffico realizzato da Ruta ed osteggiato da Torchi è uguale a quello che Torchi ha nel cassetto e che sarà osteggiato dagli eredi di Ruta, occorre fare in modo di uscire dalla inutile rissa dialettica "piano si! piano no!", per stigmatizzare che cultura di centrodestra e di centrosinistra sono identiche e che l’oggetto da biasimare non è il piano del traffico ma la inconcludenza, il servilismo nei confronti dei commercianti, l’incapacità di adottare i provvedimenti che servono: non quindi carenza tecnica (Gestione del traffico) ma carenza culturale e politica.
Un contributo importante per comprendere la natura del potere politico e, quindi, elaborare una strategia di contrasto vincente ce lo fornisce il bellissimo libro di Marcello Veneziani, "I vinti", edito dalla Mondadori nel 2004, che quando in un capitoletto si pone il problema di chi sono i vincenti scrive “A volte, l’impressione è che vincente (leggasi anche potere) più che un pezzo di umanità sia un sistema, una macchina, un apparato, .... un processo e non un’essenza ... un modello rispetto a cui gli uomini sono subalterni, se non perdenti...il primato dei vincenti...esige performance tiranniche, e induce a concludere: lo stile e le intenzioni, la condotta, i sentimenti e il pensiero non fa punteggio. Conta solo l’esito. Se vinci o se perdi; il resto è polvere..."
Ed "macchina" appare la politica modicana, con un “conduttore” che ha assemblato tutta una serie di ruote dentate fra loro collegate che si trasportano a vicenda secondo codici ben determinati (ricordate “Tempi moderni di Chaplin?) con l'unico scopo di produrre potere, forza ed obbedienza. Nulla di umano, quindi, con “rotelle” umane utili idioti e senza sentimenti che valicano la soglia dell’apparire e della mediocrità, con cervello e sentimenti in sintonia più meno forzata con quelli del “conduttore”.
Parliamo di rotelle, perni e viti che appartengono alla maggioranza ma che hanno bisogno di una opposizione con la stessa cultura e della stessa mediocrità politica. A Modica, più che altrove, l’opposizione sembra creata dalla maggioranza.
Tanto è vero che mentre la maggioranza, scegliendo il razzolare delle galline al volo delle aquile, tentava di trasferire il finanziamento di un sistema di trasporto verticale [leggasi "Ascensore"], per collegare Modica Bassa e Modica Alta, alla realizzazione di autentiche banalità di quartiere, l’opposizione preferiva, utilizzando cattedratici di grido, spiegarci le primarie per la elezione del presidente della regione, per dirci che il loro schieramento è tanto ma tanto democratico da presentarci, come candidati, un voltagabbana proveniente dal centro destra ed una Rita Borsellino la cui unica qualità politica è l'essere sorella di Paolo Borsellino, eroico combattente della Mafia; tentando anche, vigliaccamente e con operazioni di bassa lega, di nasconde l'"inquinante" militanza giovanile di Paolo Borsellino per il Movimento Sociale e la simpatia anche dopo, da Magistrato, per gli eredi del fascismo, simpatia che non pesò mai, per il suo alto senso dello Stato, sull'imparziale esercizio della sua funzione, come non è avvenuto, invece, per decenni, da parte dei suoi colleghi di magistratura democratica. Ci vogliono raccontare costoro quali altri grandi meriti politici ha la signora Rita Borsellino? Dobbiamo discutere del grado di militanza di Paolo Borsellino nel Movimento Sociale Italiano oppure dobbiamo valutare se uomini e partiti che si comportano così ipocriti e voltagabbana hanno le carte culturali in regola per attaccare nessuno e per ben governare? Ma perché dovrebbero governare meglio della destra?
La macchina del potere modicano comprende a pieno titolo anche la sinistra che fa finta di litigare con la maggioranza stigmatizzando atteggiamenti, metodi, competenze degli uomini della destra, conflitti di interesse e poi sono sommersi da una faziosità ed una violenza fondamentalista che trae linfa da una pretesa superiorità culturale sulla quale vogliamo dare battaglia con guerriglie culturali. Occorre creare i presupposti perché non passi inosservato, e venga adeguatamente valutato il modo di essere e non il modo di pensare e di dire. Solo così si potrà dare il giusto giudizio sul quale buon governo e disincantata gestione amministrativa potrà garantire chi come politico si dichiara virtuoso e poi dimostra una faziosità spaventevole magari sfruttando argomenti più disparati per lanciare strali ideologici, magari approfittando, per esempio, di una conferenza sulla Contea di Modica, per forzatamente e fuori sacco, bollare di oscurantista il filosofo Giovanni Gentile. O quale affidamento di imparzialità si può assicurare quando, come invasati da un sacro furore ideologico, anche in corsi di formazione si svolgono lezioni esponendo, sempre forzatamente rispetto all'argomento in discussione, non visioni politiche ma faziosissime posizioni partitiche.
Il politico deve essere valutato non per quello che dice ma per come è. Un professore universitario solo per fare un esempio, si dovrà valutare per le qualità culturali ma è certo che in questa direzione varrà pure se sottoscrive una tesi di laurea di scarsissimo valore.
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Rubrica mensile a cura di Carmelo Modica
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febbraio 2006
Rispolveriamo alcuni metodi comunisti: Tireremo sul mucchio
Un nostro lettore ci ha chiesto il significato preciso dell'annunciata "guerriglia culturale e politica". Diciamo subito che tra i nostri interessi culturali ve ne uno che ci sembra primeggiare, vuoi per vecchi studi fatti presso l'Accademia militare, vuoi per convinzione politica. Esso è la trasformazione, nel tempo, del concetto di guerra sulla quale stiamo lavorando e che potrebbe dar luogo ad una nostra pubblicazione.
Uno dei punti più importanti di tale trasformazione è il passaggio dalla guerra cavalleresca alla guerra rivoluzionaria ed ora alla cosiddetta guerra asimmetrica. Tale mutamento fu molto favorito dal concetto di violenza così come veniva ulteriormente degradato, rispetto alla natura che le era propria, dall’introduzione dell’odio di classe marxista così come venne codificato dal comunismo a livello dottrinario e da esso applicato nelle democrazie socialiste sovietiche.
Tralasciando, in questa sede il criminale uso che fecero i comunisti della guerriglia, diciamo che essa ed i suoi strumenti classici furono e sono l'unica risorsa dei popoli poveri e militarmente deboli contro la prepotenza, la sopraffazione e le angherie di poteri "illegittimi".
La nostra "guerriglia culturale e politica" vuole far maturare la consapevolezza che se è vero che da molto tempo Modica subisce gli effetti di un potere arrogante, è pur vero che mai, come in quest'ultimo periodo, esso si è mosso in maniera così spregiudicata attraverso una sfacciata rete di potere economico e con l'utilizzo di utili idioti asserviti che presidiano tutte le "origini" e fonti del potere formale e legittimante, dai partiti alle istituzioni ed agli enti di sottopotere.
Un sistema che ha sfumato ogni differenza culturale tra maggioranza ed opposizione che sembrano sostenersi a vicenda. Un potere bruto, mediocre ed onnipotente che richiede una “nuova resistenza”.
La violenza della guerriglia trova la sua giustificazione più o meno fondata in un clima di violenza del potere. Nei tempi attuali il potere manifesta la sua violenza in altra è più subdola maniera che è quella della discriminazione culturale, della imposizione della più inverosimile mediocrità attraverso i numeri di una falsa democrazia.
Ecco perchè è necessario un nuovo progetto operativo che rispolveri nuovi metodi di lotta politica per opporsi alla dittatura dei voltagabbana. Occorre prendere atto che il potere offre poco spazio alla dialettica democratica e moltissimo alla presunzione arrogante tipica dell'ignorante tuttologo.
In termini più chiari avremo meno scrupoli a stigmatizzare fatti di mediocrità politica riconducibili a precisi e ben individuabili personaggi. Vedremo di trovare i vocaboli giusti e gli aggettivi adeguati ma diremo ciò che deve essere detto detto, a costo di sembrare presuntuosi.
I conflitti di interesse modicani
Il conflitto di interessi è Belusconi. Non è mai esistito prima, non esisterà dopo. Questo è il messaggio della sinistra.
Noi crediamo che una forzata lettura dei libri di Guareschi [i comunisti non sanno chi sia], forse farebbe comprendere, ai comunisti in particolare quanto sono veramente "trinariciuti".
Noi riteniamo che ogni qualvolta un eletto, in qualsiasi istituzione esprime il suo voto, nei fatti concorre ad assumere una decisione che in qualche modo potrebbe influenzare la sua vita e/o i suoi interessi..
Agli inizi della nostra avventura nel consiglio comunale di Modica (1985) proponemmo agli amministratori di allora di valutare la possibilità di costruire il fabbricato per accogliere una scuola di polizia a marina di Modica, da cedere poi in affitto al Ministero dell'Interno facendo, quindi, un affare economico (l'affitto avrebbe pagato buona parte del mutuo necessario a costruire l'edificio) e insediando una prestigiosa istituzione che avrebbe, tra l'altro, animato la nostra frazione marinara.
Se successivamente a noi sarebbe stata affidato il comando della scuola, il nostro voto favorevole ed il nostro interessamento potevano configurare il perseguimento di un interesse privato oppure no?
Analogamente, se per esempio un professore universitario si attivasse per insediare una facoltà universitaria in Modica e ne divenisse preside, saremmo in presenza di perseguimento di fatti privati oppure saremmo in presenza del soddisfacimento di un interesse generale della Comunità modicana?
Noi non abbiamo dubbi che saremmo in presenza di quest'ultima ipotesi.
Ovviamente muteremmo opinione se si dovesse dimostrare che la facoltà scelta non desse alcun contributo allo sviluppo della città, oppure se si verificasse, attraverso un'analisi costi benefici, che tale contributo fosse insignificante, o peggio ancora esistessero studi che all'origine avessero indicato facoltà universitarie diverse e più adeguate alle vocazioni del nostro territorio e del nostro tessuto economico.
Ricordiamo che qualcuno propose lo stesso contrasto quando tra i raccoglitori di firme per impedire che si realizzasse il lungomare di Marina di Modica si rilevò che vi erano amici di consiglieri comunali che possedevano la "dacia" su quel tratto di costa che volevano mantenere proletariamente più riservato possibile ai residenti.
Il conflitto di interessi si realizza solo scendendo in campo personalmente in politica oppure si può realizzare attraverso dei prestanome?
Simili fatti sarebbero meno gravi del privilegiare firme veloci per concessioni di alberghi, oppure saremmo legittimati a pensare di trovarci in presenza dell'identico modo di essere?
Preservativi e cretinismo culturale e politico
La sinistra, ed i comunisti in particolare, rimprovera il Papa dicendogli che "...l’ostracismo del Vaticano sui preservativi è costato molte centinaia di migliaia di vite umane rimaneggiate dall'AIDS...". Ne consegue che è come se affermasse anche:
Gli ammalati di AIDS sono in gran parte cristiani; infatti, contraggono la malattia perchè non usano il preservativo dovendo obbedire al Papa. Sono, però, dei cristiani particolari, peccatori come tanti. Peccano cambiando partner continuamente con accoppiamenti molto variegati di tutti i tipi, ma quando è ora di usare il preservativo non se la sentono di non obbedire al Papa.
Presidente Scarso... dimostri quello che dice!
Il prof. Ascenzo su la “Pagina” del 12 dicembre scorso virgoletta le parole che il presidente del consiglio comunale Scarso ha pronunciato, riferendosi ai "suoi" consiglieri comunali: “Il vostro alto senso delle istituzioni, la vostra passione politica, la vostra indiscussa e apprezzata capacità di discernimento e la vostra sincera e ammirevole dedizione verso la città...”
Signor presidente, poiché noi la consideriamo persona assennata, La invitiamo a dimostrare quanto Lei ha detto, ci racconti qualche fatto emblematico... aspettiamo.
Provocazione
All’interno di una fittissima foresta nera africana, in una radura, alcuni capi tribù ballano al ritmo del suono di un tamburo: di istinto viene in mente l’anno zero della civiltà.
Guardando il consiglio comunale di Modica ci viene il dubbio che tale immagine possa anche essere la parte finale di una civiltà.
Il villaggio globale di 100 persone
La cultura che sta trionfando in Italia, ma anche a Modica è la stessa che sta determinando abissali differenze e fortissime nuove povertà. Per alimentare la nostra avversione nei confronti di questo modello riteniamo utile proporre ai nostri lettori un’indagine del 1991 del Dr. Phillip Harter della Stanford University School of Medicine che opera una radiografia della società mondiale i cui dati non sono superati, anzi tendono a peggiorare.
"Se noi potessimo ridurre la popolazione del mondo intero in un villaggio di 100 persone - ha scritto il dott. Harter - mantenendo le proporzioni di tutti i popoli esistenti al mondo, il villaggio sarebbe composto in questo modo:
57 Asiatici, 21 Europei, 14 Americani (Nord Centro e Sud America), 8 Africani, 52 sarebbero donne, 48 sarebbero uomini, 70 sarebbero non bianchi, 30 sarebbero bianchi, 70 sarebbero non cristiani, 30 sarebbero cristiani, 89 sarebbero eterosessuali, 11 sarebbero omosessuali, 6 persone possiederebbero il 59% della ricchezza del mondo intero e tutti e 6 sarebbero statunitensi, 80 vivrebbero in case senza abitabilità, 70 sarebbero analfabeti, 50 soffrirebbero di malnutrizione, 1 starebbe per morire, 1 starebbe per nascere, 1 possiederebbe un computer, 1, sì, solo 1 avrebbe la laurea.” (tratto da "Liberazione" del 3 giugno 2001).
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Marzo 2006
Il sogno: forse è venuto il momento di pensarla alla grande.
La seconda edizione di eurochocolate ha posto, con gran successo, la nostra città al centro dell'attenzione italiana. Tutti gli inconvenienti dell'anno scorso, nessuno escluso, sono stati eliminati e non ne sono sorti degli altri. Complimenti anche a chi ha ideato il piano del traffico che, oltre al merito di aver consentito godibilissime serate, ha evidenziato che un "piano del traffico di tutti i giorni" potrebbe essere attuato solo mettendo in conto un certo livello di "sacrifici" degli utenti.
Non è possibile avere "la botte piena e la moglie ubriaca", infatti, se è vero che è proprio l'urbanistica, il modo come le sue strade sono costrette a svilupparsi dall’orografia del territorio, a rendere la nostra città unica come bellezza, è altrettanto vero che è questo suo modo d'essere che rende difficile la realizzazione di un piano del traffico "facile" e "comodo".
Un piano del traffico così ampio e determinato, però, avrebbe potuto favorire una più accentuata "animazione" nei quartieri Vignazza e Modica Alta. Speriamo che nelle future edizioni si studi la possibilità di attivare una modalità che veda tutta la città coinvolta.
Il piano del traffico realizzato per l'occasione, inoltre, è l'acuto di una cultura politica che finalmente ha regalato a noi modicani un attimo di puro orgoglio di appartenenza. Siamo alla presenza di quel "pensarla alla grande" che da queste colonne noi abbiamo sempre sollecitato.
L'ottima riuscita della manifestazione, da sola, non ci farebbe scrivere quanto stiamo scrivendo se essa non fosse il tassello di un sistema che, bisogna darne merito al Sindaco Torchi, ha provocato e provocherà ancor di più una trasformazione importante per la nostra città.
La firma della "Carta di Modica" sottoscritta nel Teatro Garibaldi dai rappresentanti di paesi mediterranei ed organizzazioni internazionali a conclusione della conferenza internazionale sulla valorizzazione dei siti archeologici, con la presenza di ben 14 nazioni che si affacciano sul Mediterraneo è un'ulteriore prova delle capacità organizzative espresse dai nostri amministratori.
Non meno importante è il debutto nella nostra città dell'Icco organizzazione internazionale del cacao.
Modica sta vivendo una trasformazione epocale simile a quella che visse Ragusa quando il Fascismo ingiustamente la elevò a capoluogo di provincia.
Ora, da buoni modicani, abbiamo il dovere di favorire questo momento facendo in modo che ai risultati economici e d'immagine possano aggiungersi quelli che solo una palingenesi culturale può provocare.
Come favorire questa palingenesi? Occorre abbandonare le cose insignificanti andando alla sostanza. Non è accettabile che un Sindaco ed una deputazione che riescano a realizzare cose di così alto livello, continuino a banalizzarsi inaugurando due volte un "ventennale" ponte o una “rotatoria”, com'è successo in quest'ultimo periodo. Né i parlamentari possono lavarsi le mani del problema delle discariche abusive, chiedendo l'intervento del Prefetto, senza richiamare attraverso i propri partiti, l'intervento di Sindaci, Presidenti di Provincia ed Assessori espressi dalla coalizione cui appartengono, considerato che il controllo del territorio, da questo punto di vista, ricade sotto la responsabilità, in via principale, della polizia locale.
Intendiamoci, è tempo perso se successi come eurochocolate non saranno accompagnati da processi che trasformino l’intuizione provvisoria in normale prassi quotidiana.
Non bisogna dimenticare che Churchill vinse la seconda guerra mondiale, ma perdette subito dopo le elezioni. Questa coalizione, se non cambia strada avrà la possibilità di realizzare un'altra cosa ancora più sensazionale: quella di perdere le elezioni amministrative del 2007 a favore di una coalizione politica inconsistente che non merita di vincere.
Se i partiti, i movimenti e le persone che diedero il via all'avventura Torchi, passata la lotta all'ultimo voto delle prossime elezioni, si ricompatteranno su pochi ma significativi progetti possono vincere le successive elezioni amministrative per un altro quinquennio decisivo in cui porre Modica al centro di un comprensorio del quale ha i titoli per divenire futura Provincia.
Non mancano neanche i presagi perché questo possa realizzarsi.
Ci si ricorderà, infatti, che l'On. Pennavaria portò Mussolini a Ragusa facendogli "saltare" Modica: e fu subito: "Rausa provincia e Muorica 'sta mincia".
Ora è avvenuto che oltre il cerimoniale, l'On. Drago è riuscito a portare il nostro Presidente della Repubblica da Ragusa a Modica dove Azelio Ciampi e Donna Franca sono stati ripresi mentre osservano il Duomo di San Giorgio.
Drago non è Pennavaria né Ciampi un novello Mussolini, ma il fatto non potrebbe essere un buon presagio?
Sarebbe bello tentare di accontentare quella voce popolare che è ancora diffusa nei nostri cuori: "Muorica ritonna e Rausa sta zonna".
Esame in "Antropologia democristiana"
Particolarmente idonee al nostro tentativo di porre chiarezza nella interpretazione della cultura politica modicana sono le dichiarazioni di Carmelo Carpentieri nella conferenza stampa tenuta per motivare le dimissioni da Coordinatore Provinciale del Movimento per l'autonomia di Raffaele Lombardo.
Useremo il sistema utilizzato nella corrispondenza digitale, riportando in corsivo quanto La Sicilia del 6 febbraio 2006 ed il "Giornale di Sicilia del 9 febbraio attribuiscono, fra virgolette, a Carpentieri, facendone seguire le nostre osservazioni. Le sottolineature del testo virgolettato sono nostre.
"Lascio perché l'autonomia del movimento è solo di facciata. Il leader Raffaele Lombardo predica autonomia da Roma mentre struttura il suo movimento con intendenti e campieri che cercano di fare della provincia di Ragusa una colonia per i suoi amici catanesi."
L'ex coordinatore provinciale del Mpa conoscerà quale sia la figura del "campiere" e di quanto grave risulti questa accusa non solo nei riguardi di Lombardo ma nei suoi stessi confronti, se non spiega da quale democratica assemblea lui stesso fu democraticamente designato Coordinatore Provinciale del Movimento per l'autonomia.
"... quando abbandonai la politica contro le imposizioni mafiose e dall'alto.."
Qui evoca scenari sintomatici di un mondo di provenienza equivoco. Non si può pensare di dire che venne espulso dalla politica per "imposizioni mafiose" senza riflettere sul fatto che simili dichiarazioni meriterebbero più un colloquio con la Magistratura che una esternazione a giornalisti.
"...L'intromissione di Nino Minardo ha portato un modo di fare politica con appropriazione di un potere politico conquistato da altri. Qualcuno ha tolto dalla provincia un eletto dal popolo per inserire suo figlio, con la cassaforte dell'Aapit l'unico ente con i soldi con cui si possono foraggiare gli amici ed iniziare la campagna elettorale....".
Queste parole di Carpentieri disegnano una realtà politica modicana in cui il denaro si intreccia con la politica in maniera misteriosa e quasi esoterica. Un alchemico processo di trasformazione fa si che la cassaforte dell'Aapit non “foraggia” gli amici quando dipende dal parente "l'eletto dal popolo", ma “foraggia” la campagna elettorale quando è governata dal figlio dell'avversario politico.
In pratica l'ex Coordinatore Provinciale del Mpa ci ha detto, con una chiarezza unica, di come vanno le cose nelle cosiddette stanze dei bottoni. Questa descrizione è un capolavoro di microfisica del potere che nell'esame di "antropologia democristiana" meriterebbe ben più di 27 30esimi, se non la lode, il bacio accademico e il diritto di pubblicazione.
Dalla parte degli... "uomini-topini"
Nella nostra società si stanno realizzando sull'uomo degli esperimenti simili a quelli che l'etologo realizza guardando i topini dentro una gabbia. Esiste un "grande fratello vero" che osserva quella enorme gabbia in cui si trovano milioni di cittadini italiani che incollati allo schermo del proprio "libero televisore" osservano a loro volta quella più piccola gabbia dell'isola dei famosi e/o di altre "case" in cui degli altri "uomini-topini" discutono di pure idiozie.
Nel primo caso l'etologo ricostruisce il vivere sociale dei topolini, nel secondo caso il "Grande fratello vero" trae gli spunti necessari per creare l'uomo indifferenziato, standardizzato, omologato nei gusti, nelle mode, nelle esigenze e nella testa.
Il nostro approccio alla politica utilizza questi processi osservando la classe politica modicana. Noi vogliamo osservare la politica municipale andando oltre il chiacchericcio.
In questo periodo a Modica vi sono tre famiglie, o meglio due famiglie ed una famigliola, che come nel periodo [medievale] dei Vassalli, Valvassori e Valvassini, si contendono la gestione del potere.
Una famiglia ha i soldi, molti soldi; naso, molto naso, e basta: e tanto le basta. Un'altra famiglia ha invece una bella immagine; sa ben navigare; ha grandi progetti, per livello culturale sovrasta decisamente le altre; pensa alla grande e francamente dà l'impressione che sarebbe capace di realizzare moltissimo se non fosse bloccata da vincoli di alleanze. La famigliola si barcamena tra le altre due proponendosi, come valore aggiunto, ora all'una ora all'altra: ha abbastanza soldi ma poche idee, ha moltissime risorse ma grandissima presunzione la quale ultima non le consente un adeguato utilizzo delle stesse.
Noi vogliamo diradare questo chiacchiericcio affinché il topino alzi lo sguardo fuori della gabbia e veda che:
- il professore molto bravo, che in un corso di formazione accompagna l'insegnamento della storia all'indottrinamento partitico, rimane un bravo professore, ma è fazioso;
- l'onorevole, anche comunista o ex comunista, che prende 15mila euro il mese non può essere il difensore del povero lavoratore da 500 euro;
- l'uomo che fa l'assessore ora con la destra, ora con la sinistra è un voltagabbana;
- il potere che offre al cittadino sia il sindaco che il contro-sindaco (Difensore civico) è un potere totalitario;
- chi ha votato Dalema prima e Berlusconi poi, è un voltagabbana;
- chi pensa che la quantità di voti guadagnati con i soldi ed il clientelismo, gli procuri anche intelligenza e qualità culturali, è un uomo...felice;
- chi pensa che la qualità politica può essere sostituita dalla maggiore disponibilità di soldi, è un uomo... felice;
Noi non abbiamo soldi né possediamo televisioni, abbiamo una biro ed una piccola oasi di libertà che si chiama DIALOGO. Utilizziamo queste nostre povere risorse come la fionda di David.
La nostra guerriglia è culturale e politica, e questi domìni andremo a valutare. Il privato non ci interessa né i curriculum privati che con la politica non hanno nulla a che vedere.
Se qualcuno si adombra non ci interessa. Non è colpa nostra se ai partiti si sono sostituite le famiglie, se alle idee, al valore ed alla qualità degli uomini si è sostituita la quantità di soldi, se ai voti per stima si sono sostituiti quelli per spot televisivi, se alla politica si è sostituito il chiacchiericcio che conta.
Carmelo Modica
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aprile 2006
Precisazioni necessarie.
Quando per alcuni anni con ferrea costanza si cura una rubrica come la nostra, è naturale che si creano delle sintonie nuove e delle attenzioni che si manifestano attraverso e-mail, telefonate, incontri sulla pubblica via o in altri luoghi. Quando si verifica qualche "acuto", come l'intervento di Carmelo Carpentieri contro di noi, tale mondo si manifesta in maniera più consistente rivolgendoci suggerimenti, critiche ed assensi.
Non potendo rispondere altrimenti ad alcune telefonate, vogliamo solo segnalare che le due lettere di Carpentieri e la nostra risposta saranno quanto prima inserite nel nostro sito www.cartabianca.biz, nel contempo, con "terzo occhio" abbiamo convenuto che saranno anche pubblicate, in appendice al nostro libro "Intervista a Terzo occhio" che sarà distribuito nelle edicole e, se possibile, nei supermercati di Modica prima delle prossime elezioni comunali. Questa pubblicazione sarà anche utilizzata o come sostegno ad una lista civica ed un candidato sindaco che già fanno parte di una giunta ombra che è in itinere, e comunque quale strumento per smascherare la vera natura della dirigenza politica modicana.
Nel sito e nella pubblicazione saranno anche chiariti i motivi per i quali "La Pagina" non ha inteso consentirci, scorrettamente, una replica allo scritto di Carpentieri assicurando che non saranno argomenti deontologicamnete confutabili da nessun direttore responsabile.
Università di Modica: è necessaria una severa analisi costi-benefici
Dobbiamo essere grati a F.P che sul quindicinale "La goccia" del 5 aprile scorso, con l'articolo "Riconvertire la facoltà di scienze del governo e dell'amministrazione? L'università deve chiedere risorse al territorio, però deve anche restituire Ricerca e Sviluppo. In caso contrario rischia di trasformarsi in un carrozzone" non ci lascia soli a riflettere su un tema che avevamo, tra le righe, annunciato in passato che è quello dell'università modicana.
E' questo un problema molto delicato perché si potrebbe prestare a facili strumentalizzazioni potendo essere interpretato come una critica preconcetta ed ...ideologica.
Noi all'inizio dell'avventura universitaria a Modica ci ponemmo in atteggiamento di contrasto con chi pretendeva di cavalcare il progetto politicamente, partecipando al Consorzio con poche quote per poi richiamare l'ottocentesco blasone per chiedere al Consorzio più di quanto meritavano tali poche quote.
Ponemmo anche il problema di una oculata scelta del tipo di facoltà, chiedendo che essa avesse la capacità di provocare virtuosi processi sullo sviluppo socioeconomico della nostra città, perchè eravamo, e siamo convinti, che tale scelta dovesse essere l'esito di uno studio scientifico da parte di esperti, che per quanto ci risulta non è stato fatto. L'unico studio che sembra sia stato redatto e del qiuale dovremmo acquisirne copia nelle prossime settimane, sembra non indichi affatto in "Scienze del governo..." la facoltà più adeguata alle nostre esigenze.
Il problema sull'adeguatezza della scelta, secondo noi si sta affacciando ed assumerà sempre più le caratteristiche di una vera battaglia politica e... politicante.
Sul "Quotidiano di Sicilia" del 8/02/2006, Giuseppe Barone, presidente del corso di laurea Scienze del Governo di Modica (Rg) in una intervista giudica buoni i primi risultati, ma non ci fornisce alcun elemento scientifico per giustificare questo ottimismo, perchè nelle sue parole non è presente alcuna analisi costo-benefici capace di giustificare la spesa a carico del Comune. Infatti, non ci sembra che ci si possa accontentare del dato quantitativo (1200 iscritti) nè le frasi fatte tipo "...La completezza dell'offerta formativa..." oppure le belle parole sulle caratteristiche didattiche del corso di laurea che non sono una specificità della Facoltà di scienze del governo e dell'amministrazione di Modica ma anche, per fortuna, dell'università di... Roccacannuccia e di tutta l'università italiana.
In questi casi occorre una severa analisi costi benefici che dia uno spaccato puntuale degli iscritti individuandone: motivi della scelta, città di provenienza, possibilità di lavoro.
Da un punto di vista generale, tali dati dovrebbero essere integrati da proiezioni capaci di farci comprendere, [concretamente] in quale maniera, i risultati generali sono coerenti con le vocazioni del nostro territorio e trarne, quindi, giudizi sull'utilità economica dell'operazione.
Il cittadino modicano ha il diritto di sapere quale è il ritorno economico di una spesa che può essere giustificata solo se tale "ritorno" è superiore a quello che avremmo altrimenti, non potendo sopportare un simile onere solo per difendere un blasone che richiederebbe un'attenzione sempre e non solo quando coincide con interessi personali e di politica partitica spicciola.
Nulla di tutto questo nell'intervista del prof. Barone che ci sembra una pura operazione di marketing.
Il giudizio di Robert Kennedy alla cultura politica italiana
Mentre stiamo (mattina del 11 aprile) scrivendo, una trasmissione televisiva ospita alcuni politici che stanno commentando i risultati delle elezioni le cui argomentazioni, continuando i temi ed il clima della campagna elettorale, non si discostano per niente dalle "alte" analisi che caratterizzano le relazioni intellettuali degli ospiti della casa del grande fratello.
Gli esponenti dei due schieramenti fanno a gara ad offendere l'intelligenza comune dell'uomo ed il buon senso esibendo il trionfo della disonestà intellettuale e della più incredibile mediocrità come arte e fini del governare.
Il prodotto interno lordo e gli altri indici che nessuno ha compreso cosa siano ma che tutti nominano ci fanno venire alla mente un bellissimo intervento che il senatore Robert Kennedy tenne in una assemblea di economisti a Detroit il 5 maggio 1967 e del quale riportiamo gli stralci più importanti sia perchè questa lettura potrebbe farci capire perchè un anno dopo (4 giugno 1968), candidato alla presidenza degli Stati uniti verrà ucciso ma anche per meglio valutare la mediocrità dei nostri politici.
Disse Robert Kennedy:
“Siamo chiari fin dall’inizio: non troveremo né un fine per la nazione né la nostra personale soddisfazione nella mera continuazione del progresso economico, nell’ammassare senza fine beni terreni. Non possiamo misurare lo spirito nazionale sulla base dell’indice Dow Jones, né i successi nazionali sulla base del prodotto interno lordo.
Perché il prodotto interno lordo comprende l’inquinamento dell’aria e la pubblicità delle sigarette, e le ambulanze per sgombrare le nostre autostrade dalle carneficine. Mette nel conto le serrature speciali con cui chiudiamo le nostre porte, e le prigioni per coloro che le scardinano. Il prodotto interno lordo comprende la distruzione delle sequoie e la morte del Lago Superiore. Cresce con la produzione di napalm e missili e testate nucleari, e comprende anche la ricerca per migliorare la disseminazione della peste bubbonica. Il prodotto nazionale lordo si gonfia con gli equipaggiamenti che la polizia usa per sedare le rivolte nelle nostre città; e benché non diminuisca a causa dei danni che le rivolte provocano, aumenta però quando si ricostruiscono i bassifondi sulle loro ceneri […] E se il prodotto nazionale lordo comprende tutto questo, molte cose non sono state calcolate. Non tiene conto dello stato di salute dei nostri figli, della qualità della loro educazione o della gioia dei loro giochi. E’ indifferente alla decenza delle nostre fabbriche e insieme alla sicurezza delle nostre strade. Non comprende la bellezza della nostra poesia o la solidità dei nostri matrimoni, l’intelligenza delle nostre discussioni o l’onestà dei nostri dipendenti pubblici. Non tiene conto né della giustizia dei nostri tribunali, né della giustezza dei rapporti tra noi. Il prodotto interno lordo non misura né la nostra arguzia né il nostro coraggio, né la nostra saggezza, né le nostre conoscenze, né la nostra compassione né la devozione al nostro paese. Misura tutto, in breve, eccetto ciò che rende la vita valevole di essere vissuta; e può dirci tutto sull’America, eccetto se siamo orgogliosi di essere americani”.
Stupidi o servi di uno schieramento?
Il nostro giudizio fondamentalmente positivo sulla seconda edizione di eurochocolate, anziché promuovere riflessioni operative, così come è successo a noi leggendo gli articoli di Maurilio Assenza e Giuseppe Ascenzo, ha provocato come unica reazione l'averci sistemato a fianco di Torchi.
Dobbiamo constatare che non si riesce ad uscire fuori dallo schemino: "o con noi o contro di noi"; con la conseguenza che su quanto esprime il nostro avversario politico non sono ammesse concessioni positive fosse anche necessario, superare il limite della stupidità e dell'onestà intellettuale.
Noi non sopportiamo questo momento politico che ha commissariato la politica per farci accapigliare sugli aspetti tecnici, burocratici e procedurali delle cose da fare, con dei politici che scippano l'intera dirigenza amministrativa comunale delle funzioni che le sono proprie.
A noi interessa favorire il ritorno della politica ecco perchè più della perfetta realizzazione del piano del traffico per eurochocolate, che qualsiasi mente comune avrebbe potuto concepire, abbiamo elogiato tutto il contesto generale in cui è stata inserita la realizzazione dell'evento.
Noi non possiamo, per partito preso, rinunciare a cogliere quelle poche espressioni politiche che la nostra classe dirigente ogni tanto, con consapevolezza o per distrazione ci offre, per tentare di farle divenire lievito per auspicabili cambi di direzione.
In questa ottica salutiamo con altrettanto calore la sistemazione con basolato in pietra dello spazio antistante la libreria "La talpa", ai piedi di San Pietro, che di per se, certamente, non è dettata da interessi clientelari (come lo sono l'80% dei provvedimenti di questa cultura politica al potere) ma da un'ansia delle cose belle. Questi fatti sono poca cosa ma comunque segni positivi.
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maggio 2006
Rita Borsellino cartina di tornasole di una politica degradata
Ci ha particolarmente gratificato la lettera che Vittorio Sgarbi ha rivolto a Rita Borsellino (Il Giornale e La Sicilia del 1 maggio scorso) con la quale, da par suo, ha rivolto precise accuse che noi avevamo già accennato, su questa nostra rubrica, in un pezzo del gennaio scorso.
Noi abbiamo scritto che l’unica qualità di Rita Borsellino è l'essere sorella di Paolo Borsellino, eroico combattente della Mafia: prima militante del Fuan e poi Missino.
Ritorniamo sull’argomento non per convincere i nostri quattro lettori a non votarla, perchè non ce ne frega più di tanto e forse non faremmo neanche in tempo, ma lo facciamo perchè intendiamo utilizzare le inconfutabili accuse di Sgarbi alla Borsellino come grimaldello capace di forzare quella resistenza ad acquisire la consapevolezza che siamo in presenza di una manipolazione subdola delle coscienze.
Scrive Sgarbi alla Borsellino: (...) la sua candidatura è stata un'abile invenzione, suggestiva ed evocativa, di Leoluca Orlando (...) forse la sua identità è una illusione ottica più che un progetto politico. (...) oso pensare che, senza il martirio di suo fratello, lei non sarebbe stata chiamata. (...) suo fratello non avrebbe votato un cartello in cui Rifondazione Comunista inibisce di candidarsi a un innocente, ingiustamente perseguitato (Turi Lombardo ndr). (...) Ma suo fratello non può parlare, non può prendere posizione. Eppure il suo nome, attraverso di lei, è messo in gioco. L'avrebbe gradito Paolo Borsellino? Ed è farneticante pensare (e dire) che lei, senza quel nome, non sarebbe stata scelta per drammatizzare uno scontro politico, oltre la politica, attraverso la persuasione e l'emotività che il martirio determina? È un'identità propria, sul piano etico essere la sorella di un eroe? Ed è giusto agire politicamente, ovvero illustrarsi, in memoria di lui? Che molti pensino di no, lo so, ma pochi lo dicono.”
Noi aggiungiamo che Paolo Borsellino con il suo sangue ha testimoniato la sua fedeltà allo Stato; a quella idea di Stato che corrispondeva ad un preciso modello di sviluppo disegnato dalle sue idee politiche missine. Ebbene, noi consideriamo lo sfruttamento del sacrificio di Paolo Borsellino da parte della sorella e della sinistra che l’ha candidata, a favore di una cultura politica contraria al modello politico che ha riempito il cuore e segnato i sogni dell’uomo e del magistrato Borsellino, un intollerabile ed immorale tradimento; un atto della stessa violenza e natura di quello che i poteri forti realizzano utilizzando la forza del denaro come fonte e mezzo di propaganda manipolativa, capace, quindi, alla pari, di alimentare quel clima generale di assenza di valori (correttezza, moralità, avere una forma, rispetto della memoria degli uomini) che è il principale sostegno anche alla mafia.
Noi ne abbiamo scritto spesso e tenteremo, per le elezioni comunali dell’anno prossimo di provocare, su questa carenza morale, un vero e proprio tormentone, vogliamo stanare il degrado della politica, e non ci faremo fermare da accuse di presunzione, prima perchè quest’accusa ci lascia indifferente e poi perchè per riconoscere la mediocrità non occorre particolare genialità: è sufficiente solo un pò di buon senso. A chi dovesse dire che Modica non è Palermo diciamo che la candidatura della Borsellino è figlia della medesima cultura politica dei nostri Borrometi, Barone e compagnia bella.
“Sofferenza da traffico” e neanche una ...limonata
Sentiamo davvero tenerezza nell’ascoltare le dichiarazioni euforiche utilizzate da esponenti del governo della città sugli ottimi risultati ottenuti in materia di traffico in occasione della “Maronna vasa vasa” di Pasqua e di eurochocolate (che noi stessi abbiamo elogiato): noi riteniamo che costoro non avvertono quel senso di disagio che dovrebbe percepire chi sa che è capace di decidere solo quando sa che qualsiasi provvedimento restrittivo è condiviso perchè costretti dalla necessità.
Nella vita di tutti i giorni quando in famiglia vi è una persona che sta male familiari ed interessati attivano tutta una serie di verifiche, analisi, visite mediche alle quali segue l’assunzione di terapie che nei casi chiari e “facili” raggiungono i risultati mentre nei casi più difficili provocano una serie di tentativi che finiscono nei casi terminali nell’adozione rassegnata di cure palliative, per diminuire quanto più possibile le sofferenze fino alla fine o, nei paesi in cui è possibile, fino all’eutanasia.
Abbiamo riportato questo esempio per meglio stigmatizzare la qualità del governo della nostra città che davanti al problema del traffico contrappone una grande energia, coraggio e decisionismo quando (eurochocolate) per una necessità incontrastabile attua, coraggiosamente, un piano del traffico drastico e senza discussioni ad una disarmante e colpevole assenza del benchè minimo provvedimento capace di diminuire la “sofferenza da traffico” di tutti giorni dominata da una “politicamente vigliacca” paura di scontentare anche il più semplice pizzicagnolo.
Noi siamo convinti che il principale ostacolo non è la mancanza di strade e gallerie e vigili urbani; non è normale che in una situazione come quella attuale non si assista ad alcun esperimento, come se il problema non esistesse.
In pratica esiste un malato (il traffico), ed i suoi parenti (amministratori), nell’attesa chissà di che cosa non gli danno neanche una limonata.
La cosa non ci meraviglia. Negli anni ’80 da consigliere comunale dell’opposizione proponemmo, per la prima volta, l’idea di non permettere al flusso in arrivo allo stretto e diretto verso la Sorda di non svoltare a sinistra ma di avviarlo su Via Vittorio Veneto, farlo svoltare all’altezza dell’ex INAM e poi da Viale medaglie d’oro verso la Sorda. Lo scopo era quello di realizzare gli effetti benefici delle “rotonde”. La proposta venne condivisa e venne avviato l’esperimento con un sopralluogo in cui era presente l’assessore al traffico (del quale per non alimentare polemiche non indichiamo il casato). In tale sopralluogo noi chiedemmo, per privilegiare quel flusso principale (condizione necessaria per l’esperimento) eliminare quel “dare precedenza”, che in aggiunta alla regola generale della precedenza a destra costringeva al flusso che si affacciava su viale Medaglie d’oro a fermarsi per dare la precedenza alle auto che provenivano dal mercato ortofrutticolo. Ebbene, l’esperimento venne avviato, non ricordiamo quanto durò, ma il “dare precedenza” non venne mai spostato sul flusso proveniente dal mercato ortofrutticolo ottenendo la ridicola visione di un enorme flusso di veicoli fermo per dare la precedenza all’isolato motorino che veniva dal mercato ortofrutticolo. Ora fu ridicolo chi propose l’esperimento o quell’assessore che pur condividendo non trovò il tempo per spostare il “dare precedenza”?
Ma come si fa ad assumere l’incarico di assessore alla polizia urbana e stare lì senza neanche fare un tentativo... mostrare un minimo impegno... e lasciare, poi, l’incarico senza lasciare traccia del suo passaggio, fosse anche il consentire la svolta a destra per chi da Santa Maria voglia andare a San Pietro facendo togliere quell’auto dei vigili urbani che la impedisce.
Questi nostri assessori saranno nati e vissuti a Modica ma hanno una ... flemma messicana tutta sombrero e poncho .
Democrazia demente?
Se noi diciamo che è assurdo e demenziale nominare un difensore civico e pagarlo in attesa che si faccia il regolamento che ne disciplini il lavoro e vengano risolti i problemi logistici qualcuno ci dirà che era necessario nominarlo perchè altrimenti sarebbe intervenuto... bla bla...
Se noi chiediamo perchè non avete provveduto per tempo? qualcuno ci risponderà che era necessario prima risolvere problemi di convergenze politiche, di equilibri necessari e di verifiche comportamentali e bla... bla ...bla...
Se noi ribadiamo che così si sperpera denaro pubblico, qualcuno ci replicherà che tale sperpero è solo apparente perchè in effetti l’istituto del difensore civico è un istituto molto importante previsto ... bla ... bla... bla...
Se noi ci meravigliamo del fatto che una cosa così ovvia sollecita così inutili discussioni, qualcuno ci dirà: lei non capisce nulla di politica!
Se noi chiedessimo di sapere cosa è la politica, qualcuno ci direbbe: lei è irrecuperabile!
Franco Antonio Belgiorno se lo riconosci ...
Un pericoloso personaggio si aggira nella nostra città e nella nostra stampa locale. Nessuno sa chi sia. Sappiamo solo che sui giornali si firma Franco Antonio Belgiorno. Qualcuno dice che è possibile incontrarlo sul Corso ed a volte nei pressi o dentro la libreria “La Talpa” o fermo a guardare la vetrina della Libreria del Corso. Sembra che soffra di libridine, malattia terribile ed infettiva. Alcuni sostengono che appena ti fermi a parlare con lui diviene forte la voglia di comprare un libro: motivo per cui i politici locali lo evitano. Attivando alcuni nostri confidenti abbiamo appreso che ha lavorato per molti anni in Germania e che soffre l’incurabile malattia di amare Modica nonostante sia originario di Siracusa. Ultimamente ha firmato due preoccupanti articoli sul Giornale di Sicilia.
Con il primo, riferendosi alla celebrazione della Madonna “Vasa vasa”, con un titolo decisamente eversivo, “Quella festa che profumava di casa”, rievoca dei sentimenti che potrebbero turbare in maniera pericolosa il “pensiero corretto” arrivando a scrivere: “...Non vi erano telecamere, nè saluti dalla Germania per via satellite. Nè c’era chiasso di mondo moderno e di tutte quelle cose di oggi che distraggono, come la piazza stessa, nell’entrarci prima dello scoccare del mezzogiorno, diventasse una vetrina delle vanità”. (Giornale di Sicilia del 16 aprile).
Giustamente i politici locali si sono preoccupati perchè un simile messaggio può delegittimare la necessità che il popolo modicano ha di ascoltare gli struggenti ed accorati appelli dei governanti durante le riprese televisive oppure può turbare interessi economici consolidati.
Non meno pericoloso è stato giudicato il secondo impudente attacco all’ordine culturale costituito, il giorno 19 successivo sulla stessa Testata. Titolando “Quelle tradizioni che bisognerebbe riscoprire” dove dopo aver rievocato le manifestazioni religiose ( San Paolino l’Ortolano, i Santoni, il venerdì santo, San Giorgio, Santa Maria della Catena ecc), con una sfrontatezza che non ha pari ha addirittura scritto che tali feste religiose “...conservano una meravigliosa valenza spirituale” non mancando di ipotizzare la presenza in Modica di “avventurieri della cultura” che si oppongono. L’attacco diviene insolente e provocatorio, quando senza mezzi termini scrive che “...sarebbe augurabile che qualcuno ci dicesse se esiste la volontà del ripristino (delle feste religiose tradizionali).
Tanto lo abbiamo riferito perchè se il pericolo è conosciuto è più facile evitarlo, fermo restando che non c’è da preoccuparsi perchè a guardare i comportamenti del potere non si può ragionevolmente temere che la situazione non sia sotto il loro controllo.
I segni del degrado
Si può essere assessori dell’UDC e distribuire volantini di Forza Italia?
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maggio 2006
Una sola emergenza: mandare a casa questa classe politica
Modica non ha l’emergenza del traffico con disordine da terzo mondo, dell’interminabile iter della variante al piano regolatore, della scassatissima struttura burocratica; non ha neanche l’emergenza di finanziare un costosissimo corso universitario che non serve per nulla alla Comunità modicana.
No! Non ha l’emergenza delle discariche fai da te, nè quella di avere un’amministrazione vera palla al piede dello sviluppo della città.
Modica ha una sola emergenza: mandare a casa questa arruffona, presuntuosa ed arrogante classe politica.
“Progettiamo la città del domani su secoli di storia”: questa frase capeggia sul telone che, coprendo i lavori alla facciata dell’edificio dell’ex ufficio postale centrale, dove fervono ignoti i lavori d’adattamento a nuova funzione esprime un’incredibile sintesi di temerarietà, spudoratezza, ignoranza ed arroganza culturale: ma anche ... una verità.
La frase fa da titolo alla riproduzione della cartolina dell’Hotel Bristol e della chiesa di S. Agostino che sono state rase al suolo distrutte dai “padri(ni) culturali e politici” di questa amministrazione; come a dire che costoro per progettare la città del domani hanno bisogno prima di distruggere quanto i nostri padri ci hanno lasciato.
sentono prioritario il bisogno di smantellare quanto i nostri padri ci hanno lasciato e la sua memoria, maciullata nelle pietre, deve stare nelle scenografie fotografiche giganti.
Alcuni mesi fa, una televisione locale trasmise un “promo” del Sindaco: Stomachevole! Passeggiando come una soubrette di San Remo elencava le bellezze della nostra città con parole ed atteggiamenti che sembravano volersi arrogare anche il merito di tali bellezze.
Le ferree regole del palinsesto hanno dato la giusta dimensione al “promo”, infatti alle incantevoli parole del nostro Sindaco, in maniera brusca fecero seguire culi e tette di uno spot a luci rosse.
Il popolo modicano deve acquisire la capacità di indignarsi, altrimenti è la fine.
Quattro stelle sulle dune e sputi rosso verdi alla democrazia
In data 16 dicembre 2004 lo sportello unico attività produttive, con documento n. 11/Suap, a conclusione del procedimento unico, rilasciava l’autorizzazione a realizzare alla Ditta Porto Salvo Due srl, nella persona del suo legale rappresentante un impianto produttivo adibito a “Struttura ricettiva mista composta da Albergo di Categoria quattro stelle e residenza turistica alberghiera di categoria quattro stelle” sita nell’area distinta in catasto... per capirci subito, al posto di Itaparica e per eliminare ogni equivoco, a favore di Saro Minardo.
Dal documento risulta che tutti i pareri previsti dalla legge sono stati espressi.
Dopo sei mesi e dopo le elezioni regionali, la sinistra Rosso-Verde, ha iniziato una grande battaglia ecologica di salvaguardia delle dune, raccogliendo firme e scolpendo sulla spiaggia un bellissimo angelo con le ali spezzate.
Noi, e non solo noi, siamo convinti che se l’autorizzazione fosse stata rilasciata ad una ditta qualsiasi, i Verdo-Rossi non si sarebbero accorti di nulla.
E’ sufficiente andare ad analizzare tutte le pratiche urbanistiche che hanno interessato Saro Minardo per verificare per ciascuna di esse un sistematico acutizzarsi di ecologismo nei Verdo-rossi; solerzia ecologica assopita per tutto il resto della costa.
Il nostro parere su questo progetto, e su tanti altri simili, è pari a quello del nostro amico pizzicagnolo ma siamo tanto presuntuosi e temerari da non ritenerlo assolutamente inferiore a quello dei Rosso-Verdi; ma non intendiamo esporlo. Comprendiamo il diritto dei Rosso-Verdi di fare pressioni per ottenere decisioni riflettute e, quindi, più avvedute, ma noi non gli attribuiamo tale facoltà. Non dispongono dell’autorevolezza necessaria, perchè è più che evidente che la loro è un’azione solo contro Saro Minardo: un obiettivo politicante e non politico.
E questa non è una supposizione. Anche se nel frattempo i Comunisti hanno cambiato nome, furono loro a nome del partito a raccogliere le firme contro la realizzazione del lungomare di Marina di Modica, perchè veniva turbata la serenità di un dirigente di quel partito che disponeva di una “dacia” sul lungomare.
La cronologia della vicenda dello stabilimento Moby Dick (ne faremo oggetto di un articolo più completo e circostanziato) realizzato sullo stesso lungomare, evidenzia in maniera chiara, netta e spudorata come le argomentazioni di salvaguardia delle nostre coste sono intrise da fortissimi interessi personali di esponenti della sinistra estrema.
Ribadiamo che fare pressioni per far riflettere ed ottenere di conseguenza decisioni più oculate è la sostanza della democrazia, ma è assolutamente antidemocratico l’atteggiamento dei Rosso-Verdi che pretendono di demolire l’insieme dei pareri favorevoli alla costruzione col dire che essi sono stati rilasciati per le sollecitazioni e per ... di Saro Minardo.
Solo degli arroganti demolitori dello stato di diritto possono così argomentare.
Lo stato di diritto è quella cosa che consentì di porre anche i ricchi ed i potenti sotto il dominio della legge: lo stato di diritto protegge il povero cristo non il potente.
E’ vero, il potente può utilizzare il suo potere per violentare le coscienze ma se dovessimo far passare l’idea che dobbiamo bloccare, senza prova di violazione di legge, la costruzione di Saro Minardo perchè egli si è “comprato” tutti, significherebbe sostituire alla potestà della legge l’opinione dei Verdo-Rossi: un passo indietro, perchè tale è riporre il vivere di tutti i giorni non sotto le regole della legge esterna all’uomo ma alla “teologica” verità dei Verdo-Rossi.e non alle regole della legge esistente.
Noi siamo certi che Saro Minardo avrà sollecitato l’emissione di pareri a lui favorevoli perchè è nella logica delle cose: lo fa anche chi deve aprire “na finistrula no dammusu”.
Noi siamo certi che Saro Minardo avrà sollecitato l’emissione di pareri a lui favorevoli, esattamente come fa anche chi deve aprire “na finistrula no dammusu”.
E questo, purtroppo, è nella logica delle cose!
Dobbiamo, però, ritenere che chi ha espresso “pareri” lo avrà fatto nel rispetto della legge, anche quando ha utilizzato quella discrezione prevista dalla legge stessa, non avendo l’obbligo di possedere le stesse idee dei rosso-verdi.
Tuttavia, dobbiamo ritenere che chi ha espresso i “pareri” lo abbia fatto nel rispetto della legge, ancor quando abbia utilizzato la discrezionalità prevista dalla legge stessa, non ricorrendogli, per legge, l’obbligo di condividere le opinioni dei rosso-verdi.
La democrazia è un insieme di regole, non un insieme di verità. La sinistra chiede secondo giustizia il rispetto delle regole quando favoriscono o riguardano i loro avversari politici, minimizza la violazione delle regole quando essa favorisce pratiche o affari di un “compagno”.
Ma cosa avrebbe detto il prof. Barone se una delibera che avesse interessato per esempio Saro Minardo fosse stata modificata dopo l’avvenuto deposito senza far ripetere l’iter dei pareri ecc.?
Avrebbe detto che tutto sommato non cambia la sostanza come invece ha detto per il centro commerciale del compagno, compagno di partito e compagno di procedura di incompatibilità? . Siamo seri
L’assuefazione alla bugia
Sono noti gli appunti che abbiamo rivolto negli ultimi anni, ogni 29 maggio, non alla deposizione della corona in Via Roma per commemorare la morte dei lavoratori del 1921, ma allo sfruttamento politicante che la liturgia resistenzialista ha fatto per tantissimi anni di quelle morti definendole, con spudorata menzogna giuridica, “assassinio fascista”.
I mestatori politicanti modicani, grazie alle menzogne che, è proprio vero, hanno le gambe corte, hanno il fiatone e quest’anno si sono ricordati della commemorazione solo il giorno19 giugno quando verso le ore 19 si sono presentati, quasi alla chetichella, in via Roma.
Carissimi lavoratori uccisi dalla violenza di un periodo storico in cui una generazione cercò il riscatto, sappiate che per i resistenzialisti la funzione di utilizzarvi in funzione antifascista si sta esaurendo: fra non molto si scorderanno completamente di voi.
Discarichiamo questi amministratori
E’ interpretando le richieste del popolo modicano che il Sindaco ha deciso di affrontare un problema che non è più rimandabile: le discariche abusive. Lo ha fatto con il piglio da “tolleranza zero” che la stampa gli ha attribuito sia quando lo ha detto veramente sia quando lo ha detto facendo assumere ai suoi tratti somatici la maschera di chi non consente più niente a nessuno.
Tanto per cominciare, giusto per restare in tema di discariche, ha scaricato alle forze di governo ed all’Autorità giudiziaria l’onere di accertare i responsabili, considerato che lui ha fatto tutto quanto poteva con i suoi vigili urbani, che da quando è stato attuato il nuovo piano del traffico e il vigile di quartiere non hanno il tempo di grattarsi la testa. Nè era possibile fare altrimenti dal momento che tutte le iniziative possibili erano state assunte fino ai più alti vertici, al punto che lo stesso Assessore all'ecologia Portelli Giovanni ha potuto dire "mi sto impegnando in prima persona (...) è indiscutibile l'incondizionato appoggio che il Sindaco e l'amministrazione tutta stanno fornendo al mio impegno" (La Sicilia del 26 agosto 2006)
Ma non basta perchè il Sindaco contestualmente a tali iniziative ha aggiunto un’arma letale contro le discariche abusive e fuori da ogni immaginazione ha assunto la decisione di realizzare un “Osservatorio permanente sulle discariche abusive”. (La Sicilia del 26 agosto 2006) che non poteva non essere ubicato nel luogo della genialità che è Palazzo San Domenico; e, come si sa: “cosa guardata e mezza fatta”.
Bisogna apprezzare il decisionismo del Sindaco, ma anche il suo più totale disinteresse perchè se è vero che il nostro Sindaco ha suggerito (Modica lì 4 ottobre 2005 sito internet) al Prefetto di valutare la possibilità di convocare il “Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica” per debellare le discariche abusive è altrettanto vero che rischia molto: e se il comitato appurasse che la responsabilità delle discariche abusive fosse da attribuire al Sindaco che non conosce il ruolo che ha la polizia urbana nel controllo del territorio comunale?
Ma quando si creerà un comitato che valuti la possibilità di mandare a casa gli amministratori che sono in odor di manifesta incapacità con le stesse procedure che si attivano quando si mandano a casa gli amministratori in odor di mafia?
Nota operativa
Nella prima decade di ciascun mese fino alle prossime elezioni comunali pensiamo di distribuire gratuitamente un foglio di battaglia titolato “Terzo Occhio” utilizzando la cortesia delle edicole alle quali gli interessati potranno rivolgersi.
Chi usa direttamente o attraverso qualche figlio o nipote la posta elettronica ce lo chieda in “Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.” e glielo manderemo nel formato pdf. Quest’ultima soluzione ci sembra in particolare utile per gli abbonati di Dialogo sparsi in tutta Italia che vogliono seguire quella che sarà una vera e propria provocazione politico culturale che sta bucando alcune corazze che il sistema a posto a sua difesa. Sono disponibili, solo in forma digitalizzata, i primi due numeri: giornale di agosto ed Appello agli intellettuali.
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Carta Bianca
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giugno 2006
Potere mafioso e sagrestie progressiste e... grazie On. Roberto Ammatuna!
La onnipotenza ed arroganza del potere economico, in queste elezioni regionali non ci meraviglia. Soldi? Tanti!, Temi politici? Nessuno!
L’onorevole Miccichè ha offeso il nostro buon senso invocando l’elezione del giovane Nino Minardo, perchè essenziale per la sua promessa mirabiliante direzione dell’Assemblea regionale: un giovane tutto da scoprire, ma, vivaddio, non possiamo permettere a Miccichè di prenderci per i fondelli in questa maniera.
E la sinistra? La sinistra ha utilizzato l’antimafiosità come per anni ha utilizzato la esclusività dell’antifascismo. E così come non deve esistere l’antifascismo liberale, tenta di far maturare il postulato che non può esistere un’antimafiosità non di sinistra.
E così come nella storia sono stati insufficienti milioni di morti ed afferrate dittature, per scalfire l’equivalenza Comunismo (ora sinistra) uguale democrazia, così per l’attestato di antimafiosità non si fa scrupoli ad utilizzare lo sciacallaggio della memoria di un eroe dell’antimafia quella vera; quella, per capirci, che si fa senza stendere lenzuola.
Si deve diffidare moltissimo di questa sinistra che si esprime con la spocchiosa e dogmatica pretesa di rappresentare il bene contro il male, il bello contro il brutto, il giusto contro l’ingiusto, la cultura contro l’incultura, la pace contro la guerra , la democrazia contro il totalitarismo, e, quindi, autoaccreditandosi come unico contrasto alla mafia vuole far maturare, per associazione di idee, l’assioma che fuori da essa tutto il resto è mafia.
Un atteggiamento mentale fondamentalista che provoca voglia di violenza in chi si sente definire mafioso solo perchè non milita nelle formazioni di centro sinistra.
La sinistra ha sempre rimproverato, ai suoi avversari, “l’uso delle Istituzioni”, salvo dimenticare che quando ne ha avuto (o ne ha) la possibilità ha fatto (e fa) le stesse identiche cose.
Tutti sanno cosa è avvenuto (ed avviene) negli uffici della casa comunale in occasione di tornate elettorali; la struttura burocratica e tutte le sue risorse tecniche, telefoni, stanze per riunioni ecc., si pongono al servizio dell’unica cosa che vale, la ricerca dei voti. Tutte le pratiche vengono sollecitate ed esitate in funzione dei voti che possono derivarne.
Chi detiene il potere è avvantaggiato, ma “l’opposizione antimafiosa” non disdegna qualche favore da quel potere che poi nel comizio definisce mafioso.
E tutto questo è così normale che lo sanno tutti come tutti sapevamo di calciopoli e di tangentopoli.
C’è qualcuno che può dubitare che i telefoni del Comune, nelle tornate elettorali vengono utilizzati ... per il bene della città?
Ma scusate le sedie della chiesa del Carmine oltre che per il comizio dell’altro Nino e dell’antimafiosa sorella del missino Borsellino sarebbero state disponibili anche per il... primo Nino?
Oppure, un cattolico qualsiasi, avrebbe potuto chiedere il voto per Cuffaro sul suo giornale “La vita diocesana”, così come è avvenuto per l’antimafiosa sorella del missino Borsellino?
Ed infine, un cattolico deve sentirsi ospite indesiderato in alcune chiese e locali della diocesi solo perchè non sceglie l’antimafiosa sorella del missino Borsellino?
Ma possibile che non si riesce a cogliere questa identica natura politica e per niente cristiana?
***
Fango! Ma a volte anche nel fango nasce un fiore e con esso la speranza e la via e così abbiamo avuto Roberto Ammatuna.
Per sapere chi é Ammatuna è sufficiente andare nella vicina Pozzallo dove le sue opere disegnano il suo grandissimo manifesto elettorale. Un candidato dell’ultimo momento, inserito nella lista da qualche furbo che temeva non scattasse il seggio ed è rimasto fottuto.
Ecco vogliamo consolarci con questa elezione, bella e pulita: alla faccia di chi ha speso tanti, ma tanti soldi. Una elezione che ci dà ancora più lena perchè fa rivivere la speranza che anche il fare, l’onestà materiale ed intellettuale e l’amore per il popolo che si amministra possono dare i suoi frutti: On Roberto Ammatuna... Grazie!
Per quanto riguarda i candidati modicani esprimiamo la nostra disincantata opinione: meglio niente! Credeteci.
“Chistu è scattiatu... s’a pigghia cu tutti”
Ogni mese si ripete un rituale. Il DIALOGO arriva agli abbonati e comincia la sua fotocopiatura dei più grandi taccagni che la storia ricordi (certo... 10 euro l’anno sono una bella cifra... meglio fotocopiare). Poi iniziano i commenti: la “latteria” si anima, le “intelligenze” si attivano ed “il cortile” impazza. Poi, via via, tutto scema per riprendere dopo un mese.
E, così, se un mese riconosciamo al Sindaco l’ottima organizzazione di Eurochocholate, “la latteria” sentenzia il nostro appecoronamento al Sindaco ed al suo partito, se il mese successivo mettiamo in evidenza il voltagabbanismo della destra, alcuni si chiedono come ciò sia possibile, se poi insinuiamo un qualche conflitto di interessi tra il capogruppo Ds al consiglio comunale e la facoltà universitaria scelta per Modica diviene normale sentirci attribuire “chistu è scattiatu... s’a pigghia cu tutti”.
Nel pensiero si sta verificando lo stesso visibilissimo processo in atto nel dominio dei consumi e delle mode sempre più appiattite sui modelli standardizzati proposti dai Mass-media.
Lo schema prevede due fronti contrapposti centrodestra e centrosinistra che non si distinguono in nulla, con una politica serva dei miliardi o/e del politicamente corretto.
Fuori da questa idiotissima gabbia il sistema non prevede altro: è una terra di nessuno.
Ebbene, ai soloni della “Latteria” vogliamo dire che abbiamo deciso di presidiare questa terra di confine; siamo fuori da ogni gabbia ed osserviamo ciò che avviene dentro di essa.
Ne abbiamo aperto la porta ed invitiamo gli occupanti ad uscire fuori per misurarci sul piano delle idee libere, senza l’uso delle lenti deformanti del potere, delle ideologie e del denaro, liberi da schemi mentali con il pieno utilizzo del buon senso, della cultura, dell’onestà intellettuale, del pensiero coerente e senza machiavellismi, senza furberie, senza le pastoie di interessi privati.
Modica 2007: Elezioni e.. “Voltagabbanometro”
Ci è pervenuta una lettera firmata Carmelo Cataudella, di sostegno alla vicenda che ci ha contrapposto ad un piccolo Berlusconi locale. Con il direttore abbiamo deciso di non pubblicarla perchè non siamo riusciti a dare un volto certo all’autore. Ringraziamo questo nostro ignoto lettore che ha voluto gratificarci con la sua solidarietà e lo preghiamo, anche attraverso una e-mail e se vuole anche in forma anonima, di mettersi in contatto con noi.
Abbiamo bisogno di tutti coloro che apprezzano il nostro progetto, quindi, chiediamo ogni tipo di contributo, compreso il solo sostegno morale.
“Ogni fichitieddu ri musca è sustanza” si dice dalle nostre parti. Stiamo valutando la possibilità di distribuire, nei primi dieci giorni di Agosto, sulle spiagge frequentate dai modicani, un numero unico in cui spiegheremo il nostro progetto per le elezioni comunali dell’anno 2007.
Il cuore del progetto prevede la radiografia spietata del potere economico e della classe politica che negli ultimi dieci anni ha affossato Modica. Con esso chiederemo ogni notizia e materiale, in qualsiasi maniera e forma (l’uso dell’e-mail è il migliore), che passato al vaglio di un gruppo già costituito dovrà consentire di preparare una scheda politica di tutta la dirigenza politica modicana; ci interessano: Partiti e movimenti frequentati; Coerenza culturale; Incarichi ricoperti di governo e di sottogoverno; Articoli di stampa e dichiarazioni utili ad evidenziare la qualità della coerenza.
Un grafico è stato incaricato di organizzare e creare il prototipo del “Voltagabbanometro” uno strumento che dovrà consentire ad ogni modicano di misurare la percentuale di voltagabbaneità e coerenza del politico che si proporrà a Sindaco, ad Assessore, Consigliere.
Una pagella? La si chiami come si vuole. Siamo presuntuosi? Forse... ma abbiamo dalla nostra la certezza, parafrasando Albert Einstein, che se “è difficile sapere cosa sia la verità... è molto facile riconoscere una falsità”, ed in politica la falsità è mediocrità riconoscibilissima.
***
Se per le prossime elezioni comunali dovesse vincere, la cordata dei belli o quella dei pieni di soldi, o quella degli ex calciatori, dei piccoli Berlusconi e nuovi conduttori televisivi, ambidestri o meno, non avremmo nulla da vedere che non abbiamo già visto.
Invece, l’ottenere un qualsiasi potere (fosse di solo di condizionamento) forzando con questo nostro progetto, queste forze onnipotenti che hanno occupato le Istituzioni, sarebbe già di per se, per il nostro gruppo un collaudo non di competenza, o cultura o preparazione o esperienza ma di quella caparbietà, quella voglia di diversità, quella rottura con un modo degradato di fare politica, una sorta di fantasia al potere come dissero i futuristi ed il movimento del ’68; in pratica solo chi sarà capace di vincere questi avversari ha le qualità intrinseche per ben governare; solo chi assumerà l’impegno di fare il perfetto contrario di costoro non potrà che governare bene.
La nostra non sarebbe la vittoria di chi si dichiara bravo, competente ed efficiente; la nostra sarebbe la vittoria di chi sa di non essere tuttologo e che quindi, deve solo avere l’umiltà di scegliere le competenze giuste.
Noi non siamo quelli che essendo proprietari della Ferrari si sentono ottimi piloti, oppure avendo la proprietà di una televisione ed un microfono in mano si sentono fichi e, per grazia ricevuta, ottimi conduttori di programmi culturali.
Noi apparteniamo alla cultura della carta stampata dove chi ha, in mano una penna a biro non pensa di saper scrivere; anzi più scrivono più si sentono ignoranti ed impreparati.
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I voti dei modicani
1.343 di Failla Sebastiano +
4.468 di Borrometi Antonio +
685 di Cerruto Antonio +
11.461 di Minardo Antonio +
3.999 di D’Antona Vito +
766 di Gerratana Nino fanno
22.722 voti che hanno consentito la elezione dello sciclitano Orazio Ragusa del Pozzallese Roberto Ammatuna e ...anche perchè Peppe Drago ci basta ed avanza.
Quando le promesse fatte da molti cretini lo convincono più delle cose ben fatte, il popolo si convince di vivere in democrazia. (Sascia Coron, Kantieri oggi e domani. Kant che ti spass e dopo tutto è Hegeual, La Biblioteca di Babele Edizioni, Modica 2005)
***
Costituita a Modica l’associazione dei pensionati baby e/o furbi
(Riceviamo e pubblichiamo senza alcun nostro commento)
E’ stato costituita a Modica l’associazione dei pensionati baby e/o furbi, ed è stato eletto presidente, per acclamazione, Carmelo Modica che ha sbaragliato tutti i concorrenti perchè è riuscito a dimostrare di essere un pensionato non solo baby ma anche furbo e non l’uno o l’altro.
Nel discorso di insediamento il neo presidente dell’associazione ha detto che farà di tutto perchè si possa andare in pensione fin dalla più tenera età, non escludendo che il diritto alla pensione possa maturare al sesto mese dal concepimento, si potrebbe così immaginare un futuro in cui si nasce già pensionati il che eviterebbe tutti quei problemi connessi alla Formazione professionale ed alla carenza di lavoro.
A chi ha mosso obiezioni sul come è possibile trovare i soldi per sostenere simili provvedimenti il nuovo presidente ha detto che è già in contatto con alcune forze politiche “Riformiste e progressiste” che hanno garantito che per mantenere i pensionati baby sarà sufficiente far lavorare solo i loro iscritti e simpatizzanti.
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Carta Bianca novembre 2006
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Sfidiamo il Sindaco Torchi
Quando un Sindaco, per le dichiarazioni che rilascia ad un giornale, per il clima in cui le esterna, per le cose dette ma non scritte nell'occasione, per le cose magari dette al giornalista ma che non sapremo mai, induce l’intervistatore a titolare “Il Comune è informatizzato ma i cittadini non sono pronti”, un suo concittadino non può non avvertire un senso di disagio.
Stiamo parlando del nostro sindaco che con una intervista al Quotidiano di Sicilia di mercoledì 4 ottobre 2006 ha lanciato l’idea che lui col sito internet del comune è più avanti dei suoi telematicamente ignoranti concittadini.
Dice il nostro Sindaco <<Ma c'è anche un problema: si fa un grandissimo sforzo per adeguare informaticamente i Comuni, ma si fa pochissimo per adeguare i cittadini (!?). Il sito del Comune è in condizioni di permettere telematicamente la richiesta di un certificato, ma quanti sono in condizioni di potervi accedere? >>
Se poi si va a controllare lo stato pietoso del sito ufficiale del Comune il disagio diviene indignazione perchè diviene evidente l’idea che il nostro Sindaco oltre a considerarci informaticamente ignoranti ci considera anche stupidi di intelletto. (1)
Siamo andati a controllare il sito ufficiale del Comune ed abbiamo trovato conferma della spudoratezza politica con la quale il nostro Sindaco mistifica la realtà. Un sito aggiornato solo nelle cose autoreferenziali per fini elettorali: numeri telefonici interni non aggiornati, funzionari in pensione ancora riportati, ecc. Nessuna delibera del Consiglio Comunale nè della Giunta. Per i certificati capeggia la scritta “Attenzione le schede sono in aggiornamento per ogni indicazione riportata richiedere conferma agli uffici competenti”, per cui non si comprende perchè dovremmo perdere tempo per consultare schede se poi comunque dobbiamo chiedere conferma agli uffici competenti.
In compenso si tiene nel sito dal 7 novembre 2005 a tutt’oggi (2 novembre 2006) la notizia (sensazionale?) che al Capo Ufficio Stampa del comune è stata riconosciuta una menzione speciale nella sezione Arte e cultura per la pubblicazione ed i dvd, curati in occasione della riapertura del Teatro Garibaldi.(3)
***
Tutto ciò premesso, noi sfidiamo il Signor Sindaco di Modica a confrontarsi con noi in uno spazio televisivo, perchè siamo certi di poter dimostrare, in tale sede, che il sito del comune:
- privilegia le notizie autoreferenziali;
- è inaffidabile perchè non aggiornato in notizie di dominio pubblico;
- non è di nessuna utilità nella parte che potrebbe facilitare i rapporti del cittadino con il Comune;
- è lo specchio di una struttura burocratica disorganizzata ed in alcune sue procedure antiquate e stupide;
- è di un livello infinitamente più basso di moltissimi comuni anche più piccoli.
Il riferimento, ovviamente è il sito www.comune.modica.rg.it/ così come è stato da noi “copiato” alla data di oggi giovedì 2 novembre 2006.
(1) Forse il nostro Sindaco ci offende anche “ a spese nostre” se dovesse accertarsi che i 2.000,00 € che la determina n.2008 del 20 luglio 2006, del dirigente del 2 settore su direttiva dell’’Assessore Drago, impegna a favore del quotidiano di Sicilia “per far conoscere attraverso la stampa le iniziative dell’Ente”, fossero servite in tutto o in parte per “pagare” le offensive esternazioni del nostro Sindaco.
(2) Ad uno solo dei nostri lettori che volesse sapere qualcosa di più degli “attori politicanti ed amministrativi” che riaprirono il teatro Garibaldi regaliamo “Teatro”, librettino scritto da Franco Antonio Belgiorno, La Biblioteca di Babele, maggio 2005: potrà chiederelo, a nostro nome, alla libreria “La Talpa”.
Benedetto XVI al Sindaco Torchi: figliolo più Parola e meno parole
Il nostro Sindaco sabato 14 ottobre 2006, ha presieduto alla presentazione del "Bilancio sociale di metà mandato": 190 pagine che di sociale hanno solo il fatto che sono state pagate con i soldi della “socialità” modicana.
Il Bilancio è il risultato di un’azione programmata. Esso non è solo un rendiconto finanziario ma anche e soprattutto risultato socieconomico.
Il bilancio sociale presentato da Torchi racconta risultati che spesso non sono attribuibili alla sua azione amministrativa ma a livelli istituzionali più alti.
Nel documento sono rappresentati risultati dovuti a trend epocali, internazionali, nazionali e regionali non disaggregati da quelli attribuibili a trend locali. Il nostro Sindaco non prende esempio dai catechisti di Padre Sortino “che non dicono certe cose ma cose certe” e preferisce il contrario configurando il gioco delle tre carte con il quale cerca di attribuire all’azione del suo governo cittadino risultati che non le appartengono.
Noi invitiamo il Sindaco a disaggregare i dati complessivi e dimostrare quanto è attribuibile alla sua azione e quanto all’azione di altri enti: per esempio una analisi costi-benefici delle risorse impiegate per sollecitare il turismo per dimostrare la percentuale di incidenza che esse hanno avuto nelle vantate variazioni in aumento delle presenze.
***
In un settore il Sindaco Torchi è stato chiarissimo: la comunicazione.
Una cartina di tornasole: sintomo ed emblema di questa Amministrazione.
A pag.33 del "Bilancio sociale di primo mandato" si legge che, dal 2002 al 2005, il numero di comunicati stampa del Comune sono passati da 800 a 1204 e le conferenze stampa da 20 a 40.
Il riepilogo della tabella ci dice anche che nei cinque anni indicati sono stati redatti 4304 comunicati stampa e tenute 101 conferenze stampa in 1105 giorni lavorativi: una media, quindi, di 3,89 comunicati al giorno lavorativi ed una conferenza stampa ogni 10 giorni.
Il dato ci delizia perchè ci ricorda quanto siamo fortunati noi modicani a disporre di una direzione politica che fa buon uso delle uniche risorse di cui dispone: le chiacchere.
Facciamo grazia all'Amministrazione dei risultati che si potrebbero ottenere se procedessimo ad una ulteriore disagregazione dei dati sui tempi di riflessione e di stesura dei comunicati e sul loro costo redazionale. Ci limitiamo ad osservare che la direzione del nostro comune tanto impegnata a parlare non trova mai il tempo di ascoltare: quindi, comunicazione unidirezionale come le veline fasciste. Mai una replica, una rettifica ai giudizi dei giornalisti della stampa locale, opinabili quanto si vuole ma spesso legate a precisi dati oggettivi riconducibili all’azione o non azione Istituzionale dell’Amministrazione.
Pur in penuria di soldi il nostro Sindaco, ha trovato il tempo di aumentare le parole; per dirla con il nostro eccezionale Papa Benedetto XVI speriamo che alle tante parole faccia seguire la PAROLA.
Per aiutarlo a riflettere riportiamo per lui le parole che venerdì, 6 ottobre 2006 Benedetto XVI, in un’omelia spontanea ai membri della Commissione Teologica Internazionale, ha detto:
“Parlare per trovare applausi, parlare orientandosi a quanto gli uomini vogliono sentire, parlare in obbedienza alla dittatura delle opinione comuni, è considerato come una specie di prostituzione della parola e dell'anima”. Se Benedetto XVI avesse assistito alla presentazione del Bilancio sociale, al nostro Sindaco Torchi, avrebbe anche detto : "Figliolo, parlare per dire che il bilancio presentato non ha nulla di referenziale è peccato grave da confessare al suo padre spirituale ma, visto che per lei, figliolo, l'impudenza politica fa parte del suo DNA la assolvo io, e subito, a condizione, però, che lasci la politica e si dedichi ad un lavoro in cui può provocare meno danni...".
1 Nell'inno della comunista Unione delle repubbliche sovietiche era scritto "Sei unica, o terra natale protetta da Lenin. Il comunismo doveva essere la religione laica dei russi e Lenin il loro Dio
Verso una soluzione dei parcheggi
E pensare che avevamo pensato che la sistemazione con basolato di pietra modicana dello spazio antistante la libreria “La Talpa” fosse stata una iniziativa dell’Assessorato al centro storico, invece abbiamo appreso che è stata una iniziativa dell’Assessore al traffico, visto che con tale sistemazione sono stati realizzati ben quattro posti macchina.
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Dicembre 2006
“Nasus populi, nasus dei”: il Corso di laurea di “Scienze del Governo e dell'Amministrazione” deve essere chiuso.
Abbiamo tentato di percorrere a ritroso il processo che ha preceduto e determinato, nel 2001, la scelta del corso di laurea di “Scienze del Governo e dell'Amministrazione”(1) della Facoltà di Scienze Politiche dell'Università di Catania.
Supponevamo che i nostri consiglieri comunali avessero operato la loro scelta sulla scorta di una scientifica analisi che, “interrogando” il territorio [inteso come insieme delle risorse umane, economiche, naturali, culturali della nostra Comunità], avesse individuato il Corso di laurea che, più di qualsiasi altro, fosse stato in grado di provocare virtuose, utili ed armoniche sinergie. Questa procedura ci sembrava ragionevole perchè un buon governo della cosa pubblica impone, a monte di così alti investimenti, almeno una normalissima analisi costi-benefici.
Nulla di tutto questo: non abbiamo trovato traccia di uno studio specifico di tal genere. Abbiamo solo trovato il “Programma formativo territoriale”, elaborato per incarico della provincia regionale di Ragusa dal prof. Salvatore Messina nell’ottobre del 2004 ed un “Rapporto preliminare di fattibilità di un centro universitario a Ragusa” redatto nel 1988 dal Gres (Gruppo di ricerche sull’edilizia per l’istruzione superiore di Roma).
Il primo studio, successivo alla istituzione del ‘Nostro’ Corso di Laurea, è un interessante definizione delle necessità formative relazionate ai grandi trand della realtà socioeconomica della provincia; il secondo, seppure datato, opera un accurato monitoraggio della potenziale domanda per una possibile quarta università siciliana.
Non abbiamo trovato altro, nè crediamo esista altro studio, perchè altrimenti la convenzione stipulata tra Comune di Modica ed Università di Catania (6 agosto 2001), istitutiva del “corso di laurea di Scienze del Governo e dell'Amministrazione” (1), lo avrebbe certamente richiamato.
Un simile studio non è richiamato neanche dal prof. Giuseppe Barone nel suo “Un decentramento virtuoso”, in “Bollettino d’Ateneo” dell’ Università di Catania del novembre 2002 nè nell’intervista rilasciata dallo stesso al "Quotidiano di Sicilia" del 8/02/2006.
In entrambi gli interventi il professore sembra fare più considerazioni “politicanti” di scarsissimo peso che motivare una scelta.
Queste prime riflessioni ci consentono di poter trarre una prima conclusione: è paradossale che una direzione politica capeggiata da un esponente universitario, che per proprio DNA dovrebbe privilegiare il metodo della ricerca scientifica, nel nostro caso si è affidata al naso.
Diciamo, quindi, che Modica si trova un “corso di laurea di Scienze del Governo e dell'Amministrazione” (1), non perchè uno studio accurato lo ha indicato come possibile volano della nostra realtà socioeconomica, bensì per la naturale convergenza di due nasi; non per uno studio che indicava tale corso in linea con la vocazione del nostro territorio ma per la propensione istintivo-naturale di due nasi: quello di un avvocato e quello di un professore universitario che ne sarebbe divenuto responsabile.
E’ vero, anche il nostro è un procedere a naso. Noi a naso intuiamo che questo “corso di laurea di Scienze del Governo e dell'Amministrazione” non serve, a nulla valendo le solo fumose e fumogene aperture dell’Università di Modica al mondo delle imprese (Conad e Cna) così fortemente pubblicizzate per coprire l’evidente loro scarsissimo valore.
Noi a naso percepiamo che siamo in presenza di sperpero di molto, molto denaro pubblico.
Sappiamo che non abbiamo intrapreso un nobile duello di fioretti ma un duello di nasi. Si sappi, però, che se qualcuno volesse cercare alleati in qualche Pinocchio noi disponiamo di alcuni Cyrano de Bergerac disposti alla pugna.
Disposti ad accogliere l’invito a deporre i nasi ma lo faremo solo quando qualcuno spiegherà ai modicani, con dovizia di documentazione, come si conviene quando si vuole parlare di Università, che Franco Portelli ha scritto una fesseria quando ha affermato che “L'università deve chiedere risorse al territorio, però deve anche restituire Ricerca e Sviluppo. In caso contrario rischia di trasformarsi in un carrozzone" (La goccia del 5 aprile 2006).
Rettifichiamo: non è vero che questo “corso di laurea di Scienze del Governo e dell'Amministrazione” (1) non serve a nessuno.
Noi sappiamo, a naso però, che questo “corso di laurea di Scienze del Governo e dell'Amministrazione” (1) è servito e serve a qualcuno. Faremo di tutto, prima delle prossime elezioni comunali perchè tutti i nasi dei modicani acquistino il senso di orientamento giusto per capire.(2)
(1) Abbiamo tutte le volte scritto l’allocuzione completa, “Corso di laurea di Scienze del Governo e dell'Amministrazione”, perchè siamo convinti che più si legge più si comprende che alla Comunità modicana questo “corso di laurea di Scienze del Governo e dell'Amministrazione”, non serve assolutamente a nulla.
(2) Quando abbiamo rimproverato gli ultimi due Assessori alla cultura di non consentire la lettura agli studiosi degli atti del settimo centenario della Contea, si sono difesi, cambiando argomento, che non vi sono state le disponibilità economiche per pubblicarli. Ora che giudichiamo inutile questo costosissimo corso di laurea ci rimproverano, cambiando ancora argomento, di essere contro l’università. Vogliono questi “prof.dott.mistificatori” spiegarci perchè essere contro questo corso di laurea debba significare essere anche contro l’Università modicana? O perchè gli atti di un convegno per essere consultabili dagli studiosi debbono essere prima pubblicati?