Home Carmelo Modica

2008

Gennaio

La casta degli intellettuali modicani, epurazioni, zii nipoti, disprezzo e violenza

 

Febbraio

La "casta" intellettuale modicana serva del potere

Via S. Elisabetta Ztl. Palazzo S. Domenico Zot

 

Marzo

Piero, Nino, Girolamo, ecc: perchè dovreste essere migliori dei vostri padri?

 

Aprile

E' in pericolo la democrazia

Trombati, Fruccuna ed una piccola speranza nell'assalto del Comune di Modica.

 

Maggio

Il formicaio politico modicano ed i segni del comando

Il trend negativo della nostra città appare senza speranza

Torchi e la sindrome del  complotto.

 

giugno

Elezioni comunali: aumenta l'"incaprettamento dei modicani"

Sia lodato Gesù Cristo

Dal "Voltagabbana coerente" allo "Zonno intelligente"?

 

Ottobre

Antonello Buscema, l'anomalia della politica modicana.

Guerra totale ed assoluta ai voltagabbana

 

Novembre

Scienze del Governo e dell'Amministrazione serve solo ai baroni ed offende le casse comunali e le speranze di sviluppo dei modicani.

Ci auguriamo sentenze di condanna

 

Dicembre

E' Natale anche per Don Calogero

Padre Sortino: quando il profano adesca e vince il sacro

L'UDC verso l'UDP (Unione Delinquenti Politici)

Solo i don Calogero politici occupano ...

 

Gennaio 2008

 

La casta degli intellettuali modicani, epurazioni, zii nipoti, disprezzo e violenza

Il prof. Domenico Pisana, nella serata del 6 dicembre scorso, in occasione del Dialogo su "Cultura e [o] è politica" al Palazzo della cultura, commentando il contenuto dell'"Intervista a Terzo Occhio", con espresso riferimento al linguaggio "violento" di Terzo Occhio, ci ha posto la domanda: "se la parola non è un mezzo  efficace per cambiare il clima, il passo successivo quale è... le mani ... il fucile ... la guerriglia?".

La domanda, a noi che siamo corresponsabili del contenuto dell'Intervista a Terzo Occhio, non ci crea quell'imbarazzo o disagio, che il Pisana forse pensava, pensa e penserà di provocarci.

Ogni problema ha una sua tendenza naturale a risolversi e, quindi, noi alla domanda del Pisana ci chiediamo se il passo successivo all'inefficacia della parola possa mai essere mai una eterna ed infinita ripetizione della "parola".

Non siamo così ipocriti da obbedire alla logica del culturalmente corretto e delle malefiche teorie dei buonisti, secondo le quali è vietato dire che la naturale conseguenza del "male al potere" è la violenza.

Tra l'altro, dicendo questo noi non operiamo una scelta scellerata ma semplicemente affermiamo che in tali situazioni la violenza è la naturale, logica, unica e possibile conseguenza.

Questa nostra affermazione non è neanche una nostra congettura, bensì un postulato che ci consegna la storia.

Ma perchè lo Stato stesso non usa all'infinito la "parola", nei confronti dei suoi cittadini meno probi, anziché applicare sanzioni pesantissime, quando non fa scattare le manette?

E la rivoluzione francese, quella sovietica e le altre della quale è punteggiata la storia dell'uomo, furono il trionfo della becera antipolitica "grilliana" sulla armoniosa politica al potere, o furono la normale reazione ad una violenza di altro tipo?

Discutere sul concetto di violenza non è cosa semplice. Ogni esemplificazione è pericolosa perchè l'origine della violenza è problematica. Infatti, la violenza è sempre motivata come una reazione ad un'altra violenza. Ed è proprio qui che risiede la sua problematicità perchè la percezione della violenza, cui si intende o si deve reagire, è individuale o di clan ed è strettamente legata al proprio modo di essere  e sentire.

Spesso la violenza non è neanche imputabile ad un fatto specifico oppure a questo o quell'atteggiamento, ma ad un clima generale che quell'atteggiamento evoca e materializza.

Se la violenza è reazione diviene ovvio che si pone anche un problema di proporzione perchè a livello culturale, non giuridico, siamo in presenza di legittima difesa.

E' partendo da queste considerazioni che ci chiediamo quale è la vera natura della pretesa che l'alternativa al male al potere sia "la Pisaniana parola ripetuta all'infinito".

E' possibile riconoscere in tale pretesa la madre di tutte le violenze che hanno fatto la storia?

La violenza, abbiamo scritto è  un problema di percezione individuale o di clan.

Perchè trovare sparsi  in uffici, sottoscala e magazzini di comuni e provincia, pacchi di libri acquistati dal Comune o dalla Provincia, per esempio di scrittori e poeti iblei, non deve avere una carica di intrinseca violenza almeno pari a quella che si attribuisce a coloro i quali manifestano un severo e deciso disprezzo per chi si rende attore di un simile attentato alla cultura ed ai soldi pubblici?

Dovremmo stare attenti ad usare le parole giuste e pacate, porgere un piccolo rimbrotto, un buffetto, nei confronti di poeti e scrittori che tentano di autocrearsi personaggi ed intellettuali scrivendo, essi stessi,  le recensioni per i loro libri da far firmare agli altri appartenenti alla costituenda "casta degli intellettuali modicani"?

Certo non è ammissibile che si minacci di morte un Giorgio Cavallo perchè sarebbe il "depositario della cultura modicana", ma ci sembra violenza culturale avere da ridire su chi contesta tale autorevolezza culturale; è questione di proporzione, dicevamo. Carissimo Domenico, non si può fare confusione tra dissenso e violenza, tra disprezzo e violenza, tra violenza e forza, tra violenza culturale e violenza legale.

Tra il disprezzo e la violenza esistono moltissimi livelli intermedi.

Inoltre, la violenza non è la fase ultima del disprezzo ma dell'odio e dichiarare decisamente il proprio dissenso, con l'uso dei necessari aggettivi qualificativi per chi ostenta cultura passeggiando, come una soubrette, sul palco di un teatro, per presentare un libro, non può sollecitare odio ma sorriso e compatimento... in qualcuno disprezzo, mai violenza.

Poniamo, per esempio, che un Sindaco (ed alcuni suoi amici pennivendoli della politica) pone il veto alla presenza di un elemento nella delegazione di un partito "amico" nella riunione in cui deve avvenire la spartizione delle vacche (alias nuovo e democratico organigramma). Poniamo che il "Veto" è motivato dal fatto che questo "epurato" scrive senza peli sulla lingua su un giornale senza peli sulla lingua

Poniamo che questo veto il Sindaco non lo avrebbe posto se il partito "amico" avesse avuto un quarto di consigliere comunale determinante per la sua maggioranza,  ci sembra fin troppo ovvio, sempre per esempio, che utilizzare l'aggettivo "vile" per definire un simile comportamento non potrebbe essere classificato criminogeno, essendo il significato che il Dizionario della lingua italiana attribuisce a tale ipotesi comportamentale.

Questa "epurazione" può suscitare odio ed in chi?

Chi ha letto con profitto l'intervista a Terzo Occhio non può non ammettere che questi comportamenti in essa sono definiti semplicemente segni di mediocrità, ecco perchè il semplicismo del Pisana ci delude, essendo evidente che il Pisana oltre che essere contro la violenza, ed in questo è anche in nostra compagnia, è anche contro ogni forma di impersonale, franco e deciso dissenso o se si vuole disprezzo. Additare l'"Intervista" come esempio di violenza appare azzardato. Certo non nascondiamo che noi non porgiamo l'altra guancia, ma dopo aver concesso la prima ci sembra davvero troppo chiederci di stare li buoni senza neanche consentirci di continuare a manifestare tutto intero il nostro disprezzo.

Il professore Pisana sbaglia perchè conosce solo la dicotomia odio amore e ci meraviglia che non voglia ammettere, da cattolico, che quel "perdona loro perchè non sanno quello che fanno" può anche legittimamente suscitare sentimenti di un sano disprezzo educatore, una sorta di disincantato ed impersonale sentimento di compatimento, che per ciò stesso certamente non può essere definito amore ma meno che mai odio.

In conclusione, riteniamo che la domanda di Domenico Pisana nei fatti banalizza un problema tremendamente serio che va studiato scrupolosamente ed in termini scientifici.

 

***

 

La domanda di Domenico Pisana ci ha sollecitato di getto questa risposta ma ci ha anche fatto mettere in cantiere uno studio in cui dare sostanza ad un nostro "Che fare?"

Lo dobbiamo ai nostri lettori ed alla nostra onestà intellettuale, perchè se ci opponiamo alla teoria della "Pisaniana parola ripetuta all'infinito", dobbiamo pur spiegare cosa altro sia possibile oltre alla violenza diretta che il Pisana ci vorrebbe attribuire e che noi, invece, ripudiamo in maniera assoluta.

Una cosa possiamo subito anticipare: la violenza si alimenta di odio e noi non ne conosciamo la sostanza. L'odio tresca più con gli interessi di parte, individuali e di famiglia che con la cultura, e noi abbiamo la presunzione di muoverci in quest'ultimo mondo. L'odio presuppone un uguale modo di essere tra le due parti in lotta, ecco perchè può scatenarsi, tra simili, ecco perchè, carissimo Domenico Pisana, l'odio è più facile che prenda sostanza tra uno Zio che depenna i candidati consiglieri comunali del Nipote ed un Nipote che di contro per dimostrare la sua potenza nei confronti dello zio ed esibire la sua forza di capofamiglia nei confronti dei suoi "amici dipendenti", impone (democraticamente si intende), i depennati come assessori.

Lo stesso potremmo dire al Sindaco dell'esempio che abbiamo illustrato prima: Provi il Sindaco ad epurare uno della sua stessa sostanza politica, politicante e di parte e vedrà cosa gli succederà. Fino a quando epurerà persona di altra sostanza, potrà guardarsi allo specchio è gongolare della vittoria ma ciò potrà avvenire in quello "specchio" in cui non esiste scontro tra onore, dignità, correttezza e viltà, perchè non se ne percepisce la sostanza.

 

***

 

Il potere ci mette la vasellina del "La notte bianca", di "Eurochocolate", del "Calcio saponato", del "Presepe di sabbia"...hei...voi Modicani! ...a voi dico!... voi Modicani ...cosa ci mettete?

 

 

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Febbraio 2008

Carta Bianca

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La "casta" intellettuale modicana serva del potere

Nella storia, il degrado della politica si è sempre accompagnato ad un parallelo scadimento della cultura. Questa constatazione ci convince che nel rapporto tra la politica e la cultura deve essere usata la e accentata.

Senza questa essenza culturale, infatti, non ci sembra che la politica possa perseguire un'azione di governo organica ovvero capace di tutelare integralmente l'Uomo e la Comunità, sia nei suoi aspetti spirituali che in quelli di benessere economico.

Il degrado della politica è sempre legato a quello culturale ecco perchè gli intellettuali, e fra loro i giornalisti, in presenza di degrado della politica non possono chiamarsi fuori essendo gli attori primari del fare opinione e quindi corresponsabili dell'affermarsi di un clima culturale che definisce poi lo spirito dei tempi. Forse in questa attività gli operatori della comunicazione sono addirittura più responsabili dei filosofi, dei sociologi e dei professori di tutte le branche del sapere, considerato che sono loro  a scegliere i libri da recensire, gli opinionisti, gli argomenti e così via.

Questo nostro assunto ci sembra provato anche dalla storia; è sufficiente mettere a confronto il meraviglioso incontro tra Federico II e gli intellettuali della sua epoca con i tanti giornalisti ed intellettuali che sono riusciti a traghettare dal Fascismo alla Democrazia facendo proprie le teorie e le filosofie che i tempi suggerivano alle loro tasche ed al loro narcisismo.

Nella Tradizione la Casta si costituiva per naturale aggregazione di uomini di riconosciuto valore, talmente riconosciuto che l'opinione pubblica accettava tranquillamente i privilegi di cui godevano come atti dovuti in virtù proprio del riconosciuto valore. Poi via via, al valore riconosciuto dagli altri si sostituiva il narcisismo e l'ostentazione della mediocrità dei privilegiati ed iniziava quella attività di corrosione e di sfaldamento che rendeva odiosi i privilegi perchè non sostenuti da un corrispondente riconoscimento di valore.

Questo quadro generale ci sembra bastevole per introdurre l'argomento che ci preme di più: esiste una casta di intellettuali modicani? E se esiste, è colpevole del degrado della politica?

Noi riteniamo che esistono delle persone che invertendo gli antichi percorsi naturali, spinte da proprie ansie narcisistiche e da vantaggi politici tentano di costituire una casta.

E' questo il quadro in cui inserire le considerazioni che abbiamo espresso sulla pubblicazione di Androcronomachia (DIALOGO ottobre 2007) e sulla "Casta degli intellettuali modicani (DIALOGO Gennaio 2008).

Non aggiungiamo nulla a quanto il Gruppo Terzo Occhio ha già scritto in un libello dal Titolo "Cultura e salsiccia" ed a quanto  sta elaborando in un altro libello "Università e culatello" del quale abbiamo avuto la possibilità di leggere la bozza.

Pur non condividendo il taglio che il Gruppo Terzo Occhio sta dando all'argomento, a cominciare dai titoli dei due libelli che sollecitando il sorriso potrebbero compromettere una riflessione attenta sull'argomento, dobbiamo dire che viene sollevato un problema vero e sintomatico di un modo di essere che poi trova delle precise corrispondenze nel modo di intendere e fare la politica.

Pertanto saremo noi a scrivere o a propiziare la pubblicazione di un saggio-pamphlet che riepiloghi l'esito di una indagine esaustiva sull'argomento perchè riteniamo che esistono consistenti settori e ben individuati personaggi che fanno il paio ad una mediocre classe politica.

Alcuni segni che cominciano ad affiorare ce lo suggeriscono, tra essi due meritano di essere subito denunciati.

Primo episodio. Su una pagina Web di "www.corrierediragusa.it", rispondendo ad un giornalista che gli chiedeva la genesi del "Best Sicily", il Sindaco Torchi affermava "... è la vittoria del sistema, alla quale deve seguire l'epurazione di chi intende compromettere questo equilibrio".

Dopo più di una settimana, qualcuno gli fa notare di averla detta grossa e Torchi si pente: contrordine Kameraden, il "Best Sicily" è "la vittoria del sistema, che non deve essere intaccata da quanti volessero compromettere questo equilibrio". Magia: nella stessa pagina Web è scomparsa la parola epurazione.

(Modica, dicembre 2007)

Secondo episodio. Un nostro carissimo amico giornalista, in Piazza Municipio, intorno al 10 gennaio scorso, ha avuto un diverbio con un ritagliatore di giornali. Al termine dell'animato contrasto, lo stesso lasciava il nostro amico con un  "...tanto siete tutti schedati "

Se vivessimo in un mondo normale dovremmo preoccuparci e pensare in quale campo di concentramento potrebbe "epurarci" il nostro Sindaco, considerato che abbiamo la certezza, che nel plurale del "siete tutti schedati", del suo impiegato, dobbiamo per forza di cose essere compresi noi, suoi fermi oppositori; noi che, come i cattolici sedevacantisti aspettano il "Vero Papa",  aspettiamo che prima o poi Modica avrà un Sindaco considerato che l'azione e le dichiarazioni di Torchi ci ricordano più le tecniche del venditore di pentole che gli atti di un buon governo.

Questi due episodi sono stati sostenuti dal contributo di due giornalisti, giornalisti che "tengono famiglia".

Viviamo un periodo di decadenza e, quindi, non ci possono preoccupare fatti che pur presentandosi come espressione di ignoranza e di arroganza politica, rimangono segni di mediocrità complessiva; ovvero non espressione di cattiveria o ipocrisia ma qualcosa di peggio perchè tale mediocrità non viene più percepita come disvaslore.

Non sappiamo se a Modica esistono mafie cattive ma ci appare certo invece che esista la tendenza a mettere in piedi mafie buone: Mafie a fin di bene che sviluppano un  senso comune in cui per essere 'incisivi', per migliorare le cose, nel campo intellettuale e letterario bisogna fare politica, ci vogliono i gruppi, i partiti, i mass media, le cariche pubbliche, le alleanze, gli appoggi, gli schieramenti, i favori. Gli intellettuali che credono di diventare più forti e di migliorare il mondo con la politica, smettono di essere intellettuali. Sono loro la "casta". E non lo sanno.

 

Via S. Elisabetta Ztl. Palazzo S. Domenico Zot

(Ztl:Zona a traffico limitato; Zot: e Zona Occupata dai Torchiani)

Ormai a Modica esistono i Torchiani ovvero coloro che si rifanno alla dottrina Torchi che prevede, nell'assumere qualsiasi provvedimento, l'applicazione di un metodo in cui in cui l'arroganza politica, l'ignoranza politica e la presunzione si miscelino in maniera perfetta. In pratica esiste una scuola cosicché anche i provvedimenti più banali contengono i segni di tale qualità.

E' il caso della destinazione di Via Santa Elisabetta ad area con traffico limitato, in merito alla quale, ci sono pervenute segnalazioni di moltissimi cittadini che hanno ricevuto una raffica di verbali.

A costoro diciamo: incazzatevi ma pagate, tutta la segnaletica è perfetta.

Non poteva essere diversamente perchè, bene o male, il Comune è dotato di quelle professionalità in possesso delle cognizioni tecniche sufficienti ad organizzare un'area a traffico limitato:e poi  basta leggere le norme del codice della strada e del relativo Regolamento.

Quello che non esiste è il codice del buon governo cui potremmo riferirci per difenderci dalla insipienza, dall'assenza di buon senso,  dalla assenza di sensibilità e dalla arroganza dell'ignorante al potere.

Non esiste cari lettori torchiati una norma che possa opporsi a chi governa senza amore per i suoi concittadini.

L'organizzazione della Via S. Elisabetta in ZTL è percepibile solo per chi vi accede da Corso Umberto. Ebbene, è stranoto, vogliamo dire che lo sanno cani e porci, che da sempre, a memoria d'uomo, quell'area è stata utilizzata accedendovi da Piazza Buozzi  violando sistematicamente un divieto di Transito, sia perchè era più comodo, sia perchè spesso l'accesso da Corso Umberto era impedito da veicoli parcheggiati male. Tutto ciò avveniva anche alla presenza dei vigili che, addirittura, in momenti di caos, a volte aiutavano la manovra.

Nei giorni successivi, quindi, coloro che per abitudine acquisita in tanti anni hanno parcheggiato l'auto accedendo nell'area, come al solito, da Piazza Buozzi sono stati contravvenzionati per una segnaletica che non avevano neanche visto.

Costoro potrebbero portare a loro discolpa che un nostro concittadino, Comandante del Corpo dei vigili urbani in un comune limitrofo, quando veniva posto un nuovo divieto di sosta, consapevole che nella vita di una città alcune manovre vengono fatte per abitudine, soleva, per un certo periodo far trovare nel tergicristallo, anziché l'avviso di violazione, un biglietto per ricordare la mutata situazione e l'invito ad adeguarvisi. Ma vedete cari torchiati modicani questi ultimi sono esempi di becero "municipalismo"; noi siamo la Contea, il calcio saponato, la Giostra dei Chiaramonte, la fave cottoie, il presepe di sabbia, noi siamo un popolo dove vengono minacciati gli intellettuali, non chi non paga il Pizzo: noi non siamo il caricatoio di nessuno.

Quindi? Nulla! Noi paghiamo lo scotto di avere un Blasone ma di non avere un Sindaco, un Primo Cittadino, Uno dei nostri. Noi abbiamo uno di loro, forse uno di se ma anche amico di uno di loro che ci dedica solo il tempo che gli rimane tra la vendita di una pentola politica e l'altra...

 

 

 

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Carta Bianca Marzo 2008

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Piero, Nino, Girolamo, ecc: perchè dovreste essere migliori dei vostri padri?

 

Non basterebbe un trattato per descrivere l'andamento, nel tempo, dei meccanismi culturali e politici che hanno guidato l'uomo democratico nella scelta del politico e del partito da votare: non ne accenniamo neanche.

Ci sembra, invece, utile e necessario dare delle indicazioni non certamente su chi e cosa votare, bensì su alcuni criteri che possono aiutare a fare una scelta giusta ed adeguata.

Pensiamo ad una sorta di griglia di riflessione attraverso la quale filtrare le varie richieste di voto per giungere ad una scelta oculata.

Saremo costretti a fare nomi e cognomi di persone che certamente ci manderanno a quel paese, mentre il livello di mediocrità politica è tale che diverrà ridicola ogni accusa di presuntuosità che ci sarà rivolta, anche se prevediamo che essa sarà comunque lanciata essendo l'unica arma che i politicamente mediocri, in maniera automatica e pigra utilizzano proprio perchè essendo mediocri non ne conoscono altra.

Non abbiamo il tempo per uno studio organico quindi invitiamo i nostri modicani, come dice Mazzullo, a "farsi una domanda e darsi una risposta", ovviamente con onestà intellettuale ed utilizzando i criteri del buon senso. Veniamo al Prontuario per capire.

 

 

 

***

Se appena otto mesi fa il Signor Piero Torchi Lucifora avesse chiesto di essere eletto Sindaco fino alle elezioni regionali, voi gli avreste dato il voto?

Appartiene all'ordine naturale delle cose che per consentire ad un Torchi di farsi i cazzi suoi, si debbano rifare le elezioni comunali?

Pensate voi che quella di Piero Torchi Lucifora sia una candidatura ad onorevole regionale per le capacità dimostrate nella sua attività di Sindaco oppure una fuga per non farsi cogliere dal dissesto finanziario del Comune dovuto ad una politica allegra?

Un disoccupato, un senza lavoro, quando va a fare per esempio il Sindaco oppure l'assessore, è tutto teso a tutelare gli interessi della Comunità modicana oppure a risolvere i proprio problema di sopravvivenza economica pensando a sistemare i propri affari, quelli della moglie, del fratello e così via?

Esiste un qualche rapporto di causa ad effetto tra il progressivo dissesto delle risorse economiche del nostro Comune e la corrispondente lievitazione del fatturato di alcune aziende private?

Se nelle ultime elezioni regionali in una sera pare siano stati trasferiti migliaia di voti da un candidato ad un altro è possibile pensare che a Modica esiste un problema di democrazia?

In questi giorni il traffico di Modica, già da terzo mondo, è stato turbato da un mega manifesto "semovente", raffigurante i due personaggi con i quali dovremmo costruire insieme il nostro futuro: Girolamo Carpentieri e Nino Minardo. Riflettiamo...

Vogliamo informarci su quanto costa al giorno l'uso di questo manifesto semovente?

Vogliamo chiederci con quale criteri si ottiene l'inserimento di candidati provenienti dal nulla politico, nella "zona elezione" della lista?

E' legittimo pensare che la politica è un investimento economico?

Nell'analisi e nella ricostruzione dei fatti si fa molto riferimento al nesso causale che per natura lega l'effetto con una causa che lo ha determinato.

Ecco perchè per valutare la richiesta di voto di questi due giovani, che ci sorridono dal mega cartellone, dobbiamo riflettere e chiediamo l'aiuto di tutti per conoscere quali altri titoli di merito possiamo aggiungere all'organizzazione di notti bianche, calcio saponato e presepi viventi in cui venivano raccolte olive e carrube nel mese di dicembre.

E poi, questi cari giovani hanno trovato l'accordo dopo le velenosissime e reciproche insinuazioni che si sono scambiate quando l'uno più potente scalzò l'altro dalla presidenza dell'Azienda provinciale del Turismo? E perchè lo scalzato ha deciso di collaborare con lo scalzante? Hanno sanato un conflitto "culturale" oppure l'incontro è avvenuto su altro? E Cosa?.

Ci perdoneranno i nostri due giovani del cartellone, ma anche il buon Torchi, se chiediamo che hanno il dovere di indicarci il loro profilo culturale, politico e professionale ma principalmente quanto realizzato. Ci dovranno anche dire a quale scuola politica si rifanno, chi sono i loro maestri politici (tutti ne abbiamo avuto uno), in quali pubblicazioni ed articoli hanno scritto di loro pugno un degno progetto politico. Se la loro giovane età non gli ha dato la possibilità di realizzare qualcosa ci raccontino dei risultati ottenuti dai loro punti di riferimento, che nel passato più o meno prossimo hanno governato Modica.

Ci chiediamo, e chiediamo, siete i figli politici di Nino Avola, Saverio Terranova, Concetto Scivoletto, Ignazio Agosta, Carmelo Carpentieri, Meno Rosa, Carmelo Ruta, Uccio Barone?, Peppe Drago?

Se costoro sono i padri avete l'obbligo di spiegarci a quali personaggi lunari, marziani o tedeschi dovremmo attribuire il disastro in cui è  stata condotta la nostra Modica che appare come il luogo ultimo di una decadenza che viene da lontano.

E' legittimo ritenervi responsabili di tale disastro? emblemi viventi di un modo degradato di intendere la politica? Risultato finale e carnale di un modo di essere politico devastante?

***

In ordine ai programmi è legittimo chiederci cosa pensate di fare?

Diminuirete le tasse comunali? Ma chi le ha aumentate?

Farete il piano regolatore? Ma chi per vent'anni ed oltre ha ciurlato nel manico?

Risolverete il problema dei rifiuti solidi urbani? Ma chi se lo porta appresso da anni?

Darete moralità alla politica? Ma chi si è circondato di prezzolati voltagabbana?

Eliminerete il precariato? Ma chi lo ha creato?

Creerete una struttura amministrativa efficiente ed al servizio dello sviluppo modicano? Ma chi l'ha resa strumento scassato di una macchina elettorale di famiglia o personale?

Organizzerete una seconda edizione di calcio saponato? È possibile in questo siete molto bravi!

Una domanda finale ci sembra oltremodo necessaria.

E' legittimo pensare che tutto quanto appare non è politica ma indicibile altro?

Abbiamo le traveggole se vediamo solo impiego di soldi, soldi, soldi soldi,... e soldi?

Siamo malpensanti se vediamo in tutto questo, affari, affari, affari, affari,... e affari?

 

Perchè? Perchè? Dovreste essere migliori dei vostri padri?

Carmelo Modica

 

 

 

 

 

 

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Aprile 2008

Carta Bianca

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E' in pericolo la democrazia

E' straordinario constatare come un corpo elettorale, più o meno della medesima qualità politica, in poco meno di due anni possa produrre, con la stessa legge elettorale, risultati così diversi e per certi versi così sconvolgenti: Alcune forze politiche storiche, stabilmente radicate nel territorio, sono state spazzate via dal Parlamento italiano.

Noi non possiamo pensare che all'improvviso sia venuto meno questo elettorato dal momento che nessuna delle istanze politiche dei partiti eliminati è stata fatta propria da altri.

Per il momento indichiamo solo il problema sul quale riflettere ritenendo che esso è complesso e richiede profonde meditazioni che dovranno anche indagare la legge elettorale sia con riferimento al problema della governabilità sia con riferimento al concetto puro di democrazia.

E' inutile vagabondare in sentieri fuorvianti; la politica è la lotta tra due mondi e due idee e queste elezioni rappresentano una delle tante tappe che segnano un processo che viene da lontano, non ancora concluso e che avrà termine con la fine del ciclo..

In scenari più circoscritti nel tempo, in cui alcuni processi possono essere compresi e riconosciuti dalla nostra memoria generazionale, si può percepire come queste elezioni sono l'esito del processo di demolizione di ogni forza politica antagonista: una sistematica azione di microfisica del potere ha provocato l'assorbimento di ogni forma di antagonismo di destra e di sinistra.

Prima con la casa delle libertà si sono posti nella stessa stanza i vertici dei diversi partiti da omologare e nelle stesse piazze militanti e bandiere diverse perchè l'utilità pratica ed affaristica di stare insieme avesse ragione sulle diversissime visioni del mondo.

Un itinerario di omologazione politica raffinato nel quale candidati e "militanti", sono stati costretti a condurre campagne elettorali in cui si dovevano sostenere le proprie ragioni politiche contro persone che erano avversari politici per le elezioni regionali e comunali ed amici di coalizione nelle nazionali.

Ne è scaturita una grande naturalezza nel transitare da un partito all'altro della coalizione e poi, quando si è ritenuto adeguato il livello di omologazione, ecco pronti i due soli contenitori nel quale versare le sostanze politiche prima frullate.

Forza Italia prima e Pdl e PD ora sono recipienti  senza storia e senza volti, senza visione del mondo, caratterizzati  da un grossolano ecumenismo culturale che consente a Berlusconi di dire scherzando la grande verità che non gli servono rappresentanti del popolo ma solo dei pigiatori di pulsante.

Ebbene, questa frase, che è un'offesa alla democrazia, non è più percepita come tale proprio perchè non vi è più democrazia vera.

Ricordate? Mussolini (16 novembre 1922) rivolto ai parlamentari disse: «Avrei potuto fare di questa aula sorda e grigia un bivacco per i miei manipoli». Queste parole l'antifascismo non cessa di ricordarle come oscene; come dimostrazione dell'ignominia in cui il fascismo aveva fatto precipitare la Nazione uccidendo la democrazia.

Ora il sacrario della democrazia diviene il luogo di pigiatori di pulsanti e si discetta, tranquillamente. Come se nulla fosse. Anzi se ne fa una linea politica.

La situazione attuale a noi sembra peggiore proprio perchè a differenza di allora non si riconosce la essenza delle cose; non si avverte il pericolo per la democrazia, essendosi consolidata l'idea che la democrazia è in pericolo solo quando si vede sbucare fuori qualche carro armato nell'angolo della piazza o quando qualche solone violento dovesse parlare di bivacchi e di manipoli. In questo quadro culturale il sempre imbecille antifascista di turno si allarma solo per i fucili di Bossi e non vede quel carro armato smisurato che presidiando tenacemente i palinsesti televisivi (non solo i semplici spot ed apparizioni televisive) provoca i risultati dei quali stiamo discutendo.

E' per queste ragioni che, in un'azione di razionalizzazione delle Istituzioni, si può diminuire il numero di pigiatori di pulsanti o sopprimere le province, a furor di popolo, proprio perchè il popolo stesso non ne percepisce il valore politico non fruendone più, da tempo i benefici politici, cosicché ci si sofferma più sul loro numero e costo spropositato anziché sulla loro incapacità di rappresentare quel valore politico che continuerà ad essere assente anche quando dovessero essere dimezzati.

 

Trombati, Fruccuna ed una piccola speranza nell'assalto del Comune di Modica.

 

Come dall'analisi chimica della goccia d'acqua, si può misurare il grado di inquinamento dell'oceano, cui essa appartiene, così è possibile osservare nella nostra Modica il livello di mediocrità della politica.

L'esito delle elezioni regionali e nazionali non ci ha meravigliato.

Scontato il risultato delle elezioni nazionali: conosciamo gli attori, i padri politici, i figli, i fratelli, gli zii; conosciamo i voltagabbana che si sono messi ai loro ordini e quelli che fanno finta di fare opposizione.  Tutti insieme demofasciocomunistizzatisi in due unici mediocri contenitori politici.

Nulla di nuovo: le scontate elezioni di Drago e di Nino Minardo non possono aprirci l'anima alla speranza già sconfortata dalla inutilità dei precedenti mandati dei Draghi, dei Minardi  e dei più che mediocri mandati parlamentari di Concetto Scivoletto.

Un discorso a parte merita il risultato di Piero Torchi Lucifora del quale viene evidenziato il grande calo di suffragi ottenuto passando da 21.938 voti, di undici mesi fa, ai 4.735 voti che lo hanno buttato fuori dalla competizione in questo, per lui infausto, aprile 2008. Questi due dati non sono comparabili perchè i primi misurano la capacità di "incaprettamento di modicani" da parte del sistema della casa delle libertà ed il secondo il livello di "incaprettamento di modicani" personale.

Questo risultato di Torchi non ci procura particolari sentimenti; Torchi è un vero e proprio elemento di laboratorio, un "topino politico" dentro la gabbia della della politica da osservare in termini scientifici, così come faceva Konrad Lorenz, etologo austriaco, perchè fornisce veri spunti di riflessione a chi voglia studiare la Etologia della politica nei tempi attuali.

Nonostante questo infortunio noi siamo convinti che non mollerà. Se fosse giuridicamente possibile siamo certi che egli avrebbe la faccia di bronzo di pretendere di essere candidato Sindaco di Modica nel prossimo mese di Giugno, ma visto che non sarà possibile, sarà utile, spassoso e ... avvilente... osservare la gabbia dei topolini dell'UDC e della casa delle libertà per vedere cosa succederà a Piero Torchi Lucifora,  "lettore, giornalista e già Sindaco di Modica".

Infatti, se un depennato da consigliere comunale da Riccardo Minardo, diventa assessore; se un cacciato a pedate da Assessore provinciale diviene fedele alleato del "pedatore", potrebbe essere possibile vedersi Piero Torchi Lucifora passare da onorevole regionale trombato a Ministro regionale, Presidente dell'autostrade siciliane, Presidente della Fondazione Federico II., oppure, male che dovesse andare, potrebbe farsi commissionare la redazione a pagamento di qualche inutile libro da qualche  organizzazione parapartitica.

In questi tristi scenari qualcosa di positivo è comunque riscontrabile: esiste il dato certo che i modicani antropologicamente e politicamente cretini sono solo 4.735 perchè tanti sono i modicani che hanno dato il loro voto ad un personaggio che dopo appena dieci mesi ha tradito 21.938 elettori al quale aveva promesso un secondo mandato da Sindaco per completare il "meraviglioso" progetto già iniziato nel 2002.

Ci sono due personaggi, invece, che secondo noi potrebbero passare alla storia modicana come i "pariti fruccuni ca pari nu baruni". Personaggi politicamente insignificanti, privi di sostanza politica, privi di idee diverse dal calcio saponato, presepi di sabbia e notti bianche: giacche e cravatte, telefonino, auto da dieci metri, figli di papà...tutti fichini e politica.

Questi sono il nostro futuro ovvero quelli che accompagneranno la città di Modica al suo punto più basso. Uno pluto-eletto alla Camera dei deputati l'altro trombato alle regionali ma con tutti i titoli per essere il futuro sindaco di Modica.

Vogliamo chiudere con una nota di speranza che viene da un personaggio che molto spesso abbiamo ripreso e rimproverato, si tratta del neo deputato regionale Riccardo Minardo. Noi riteniamo che nel MPA possa interpretare il ruolo più coerente con il suo modo di essere in un momento in cui un sano ed orgoglioso sentimento di autonomia potrebbe fare davvero la differenza nella palude in cui Scivoletto, Drago, Torchi ecc. hanno costretto la nostra città.

Noi siamo sempre stati profondamente sicilianisti. Confessiamo di essere stati attratti più dalle grandi distese ondulate dell'orografia ennese imbiondate dalle spighe di grano che dagli scenari di Taormina; abbiamo sentito di più la presenza dei nostri padri nei casolari isolati e nelle masserie fortificate del centro della Sicilia che nelle salette scic di un albergo di Messina.

Noi siamo stati critici anche nei confronti del MPA che considerammo una ennesima forma di riciclo di vecchi democristiani. Ora le cose possono essere diverse. Potrebbe essere avviato un virtuoso processo sollecitato dalla presenza nello stesso tavolo della Lega di Umberto Bossi che potrebbe forzare a livello ancestrale il risveglio del puro siciliano che è in noi. Torneremo sull'argomento con una lettera all'on.Minardo.

 

 

 

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Maggio 2008

Carta Bianca

 

 

 

 

Il formicaio politico modicano ed i segni del comando

 

Stiamo lavorando su un saggio che vorrebbe percorrere il concetto di "Guerra": dalla guerra cavalleresca a quella rivoluzionaria a quella partigiana ed a quella asimmetrica. Ci incuriosisce il perchè ed il come si sia passati dalla guerra che rispettava le regole dell'onore a quella senza scrupoli dove si uccidono donne, vecchi e bambini.

La politica ha subito un processo di degradazione simile e come la guerra è divenuta permanente. Ecco perchè riteniamo che a Modica l'inizio annunciato della campagna elettorale è solo formale. Noi viviamo una campagna elettorale permanente perchè permanente è l'esigenza del potere economico di consolidare il proprio assetto e realizzare i propri interessi a tutela degli investimenti economici che, attraverso  la politica, devono maturare il "giusto" compenso".

Essa non si manifesta solo con la scelta dei consiglieri da mandare in consiglio comunale. E' campagna elettorale quando si manda Mommo Carpentieri alle regionali per poi rimetterlo subito ad Assessore alla Provincia appena trombato o quando si consente a Torchi di dimettersi dopo 10 mesi dall'investitura, o quando si attuano le cosiddette verifiche ed i rimpasti di Giunta o quando i consiglieri comunali emigrano da un partito all'altro.

Un formicaio politico con alcune "Formiche regine" in giacca e cravatta e due telefonini e tante operaie che si aggirano attorno a Palazzo S. Domenico in solitudine oppure in gruppi dalla tana di una formica regina all'altra, o in colonne, a raccogliere voti, realizzare e difendere posizioni dei loro padroni.

 

Il trend negativo della nostra città appare senza speranza

E' in questo scenario che ci sembra si possono inquadrare gli avvenimenti che hanno preceduto la presentazione delle liste. Un clima di formicaio in piena eruzione che i  modicani, nonostante l'aumento delle tasse  e lo sfacelo delle casse comunali, hanno osservato, ed osservano, come un grande gossip sorretto da un acritico, semplicistico ed imbecille "toto sindaco" da parte dei mezzi di comunicazione nostrani, sia cartacei che digitali.

Si assiste così alla nomination di candidati sindaci dei quali non si riesce a cogliere il valore intrinseco, spesso oggettivamente mediocre perchè chiaramente inadeguato al difficile compito che la catastrofica situazione, determinata dalla malapolitica, richiede al futuro Sindaco di Modica.

Ma come Berlusconi a Roma ha chiesto ed ottenuto dei fedeli pigiatori di pulsanti, così a Modica si è alla cerca non del cittadino in gamba perchè lo ha dimostrato in qualche cosa, ma del cittadino telecomandabile, senza forma ed obbediente al potere.

Così ogni nome non viene vagliato per le capacità dimostrate ma per la forza che ha la "formica regina" che lo propone.

Lo scenario complessivo è quello dello scontro in famiglia Minardo. Da un lato il neo pluto-onorevole nazionale e dall'altro lo zio: il resto è semplice coreografia.

Coreografia anche la uscente opposizione che secondo alcune voci pare ammiccare con il partito degli "avvisati" che ovviamente sono alla cerca di riconoscimenti capaci di coprire tintinnii di manette? Fantasia del giornalista quando scrive "nel Pd  c’è chi lavora per mettere nell’angolo Nino Minardo e fare una grande coalizione che vada da Udc all’Mpa ed al Pd "?

Il sistema di potere si presenta come un mostro capace di alimentarsi dai suoi stessi escrementi: prima crea il problema e poi si propone per risolverlo ottenendo consenso.

Così il PDL, come se la sua classe dirigente fosse stata estranea e non pesantemente coinvolta nella compagine amministrativa con ruoli di primissimo piano e con precise responsabilità, annuncia che "bisogna restituire dignità all’Ente Comune e alla città di Modica" ed indica in Giovanni Scucces "l’uomo che può traghettare il comune al di fuori dalla difficilissima crisi finanziaria dell’ente". Un nome che è una garanzia, infatti, è difficile trovare a Modica uno che non sappia quante situazioni simili ha affrontato e risolto il geometra modicano.

Il pluto-onorevole, inoltre, ci tranquillizza perchè ci fa sapere che "al primo punto del programma del Pdl vi è il risanamento dell’ente". Pensate un po' se decideva di inguaiarlo ancora di più.

Per dimostrare che non scherza il pluto-onorevole ci ha fatto sapere che " una delegazione del Pdl incontrerà al più presto il commissario Giovanni Bologna per avere contezza del debito consolidato per il quale sono state indicate cifre che lo stesso Bologna considera al momento non documentabili". Lo chiedono al Commissario perchè chissà dove cazzo erano gli Assessori di Forza Italia quando la malapolitica devastava le casse comunali.

 

Torchi e la sindrome del  complotto.

Da sostenitori di un "gramscismo "nero", continuiamo ad osservare la politica modicana con gli occhiali indagatori della metapolitica e, quindi cerchiamo di trarre dai fatti nudi e crudi l'essenza culturale che li ha generati, unico modo, secondo noi, per dare un senso al divenire della politica separando in maniera netta l'essenziale dal superfluo, dall'insignificante e dall'inutile, le responsabilità politiche temporali dei personaggi dalle responsabilità di fondo dei partiti che li esprimono.

Da questa prospettiva i fatti messi in atto dai singoli politici ci interessano solo per trarne il loro modo di essere, la loro filosofia di vita, la loro visione del mondo.

Questo nostro agire ci pone in conflitto con i singoli personaggi che insofferenti ad ogni critica reagiscono evocando attacchi personali, sollecitati da chissà quali reconditi motivi, innominabili interessi, becere invidie e deplorevoli rancori.

Questo precisazione vuole porsi come chiave di lettura per ciò che andremo a scrivere, che per la sua natura si potrebbe prestare ad equivoci.

Recenti condanne per peculato e per falso ideologico ed i recentissimi 13 avvisi di garanzia per "associazione per delinquere finalizzata al riciclaggio di denaro" insinuano il credibile sospetto che il trend negativo che Modica sta vivendo non è solo l'esito di una incapacità ed incompetenza di una mediocre direzione politica.

Per un approccio di analisi come il nostro sono assolutamente irrilevanti i nomi e l'esito giudiziario considerando sia gli uni che l'altro solo il sintomo di una malattia.

Esemplare, in questo senso la reazione dell'ex sindaco Torchi che ha lamentato la fuga di notizie dichiarando che “Basta anche solo una denuncia anonima per venire indagati. Sapete quanti in città si trovano nelle mie stesse condizioni? Eppure solo il mio nome è stato reso pubblico”. Litania scontata dei potenti e dei personaggi da Gossip che pretendono di stare in prima pagina solo per le cose che tornano comodo a loro e non anche per le negatività. Nè abbandona il copione quando prima conclama solennemente la fiducia nella magistratura e poi fa capire che quella fuga di notizie....

Ma nella vita politica del nostro  ex Sindaco, se la memoria non ci tradisce, sono presenti alcuni episodi che lasciano pensare che egli soffra della sindrome del complotto. Ci sembra che denunciò qualcuno perchè in un manifesto si fece gioco di lui utilizzando il significato del suo cognome, poi denunciò ignoti per la questione delle discariche fai da te. Attraverso una sua denuncia chi non lo sapeva seppe della questione della fuitina, adesso la fuga di notizie e minacce. Della stessa logica complottistica fu la reazione ad un nostro scritto che satiricamente suggeriva il metodo del sorteggio per pagare i debitori del comune. Ed, infine solo chi è vittima di questa sindrome può dire che non è stato eletto al Parlamento siciliano per il tradimento di amici a nulla valendo il fatto che è stato lui a tradire quel 65% di elettori che lo avevano riconfermato Sindaco di Modica dieci mesi prima.

 

 

 

 

(*) Tutto il virgolettato è stato ripreso da www.corrierediragusa.it

 

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giugno 2008

Carta Bianca

 

 

 

 

Elezioni comunali: aumenta l'"incaprettamento dei modicani"

Dietro ogni vicenda, dietro ogni elezione, dietro ogni corrente politica c'è sempre una filosofia, un sistema di pensiero.

Non esiste, fuori da casi patologici, un solo atto umano che non sia dettato da una determinata concezione filosofica che riguardi l'uomo nella sua totalità.

La filosofia del sistema di potere modicano l'abbiamo vista rappresentata, alla chiusura della campagna elettorale in Piazza Matteotti, prima del verdetto popolare.

Un palco affollato. C'erano tutti: chi avrebbe rotto la faccia all'altro e l"altro" che avrebbe dovuto fornire la faccia. E poi, il PlutOnorevole, i "fascisti squagliati", i condannati per peculato, gli amici di condannati per falso ideologico ed i compagni di cordata degli "avvisati" per "associazione per delinquere finalizzata al riciclaggio di denaro".

Tutti ad ostentare la maggiore o minore "distanza" ed intimità con Silvio Berlusconi, e a farci ricordare quel clima di servile piaggeria attorno al Duce del Fascismo.

Costoro, su quel palco di Piazza Matteotti, di quei servi e futuri antifascisti avevano anche (culturalmente) le divise in orbace, con in più quelle facce di bronzo che gli hanno permesso di parlare del disastroso stato del Comune come se fosse opera di alieni e non il frutto della loro azione politica.

L'incaprettamento dei modicani è aumentato del 5,73% passando dal 69,71% dello transfuga politico Torchi di un anno fa, al 74,87% dei candidati sindaci del centrodestra tradizionale.

Nulla di nuovo, quindi, cari lettori.

Anche il ballottaggio tra Scucces ed Antonello Buscema non può meravigliare. Nè occorre essere oracoli per sapere cosa succederà dopo il ballottaggio.

Le soluzioni sono formalmente due ma con effetti identici:  Giovanni Scucces Sindaco con la benedizione di San Saro oppure Antonello Buscema Sindaco incaprettato dall'onorevole devoto oppure dal partito dei "condannati ed avvisati" che tenterà di applicare a Modica la "par condicio... bipartisan", nel senso che l'UDC vorrà contare sia con Buscema, perchè a Roma PD ed UDC sono compagni di opposizione sia con Scucces, perchè a Palermo sono insieme al governo con il Pdl.

Con l'uno o l'altro Sindaco la "Facoltà di scienze del governo e dell'amministrazione" continuerà a ciofecare i disoccupati modicani ed il vecchio assessore Scifo potrà ripristinare, per altri 10 anni, le indimenticabili "panchine terapeutiche" in cemento nobilitato.

 

Sia lodato Gesù Cristo

"Oggi e sempre sia lodato" mi rispondeva il mio "Maestro di Religione" Padre Casiraro, negli ormai lontani anni '60. E ci capivamo carissimo, davvero carissimo, padre Sortino, e ci saremmo compresi anche se avessimo affidato a Gesù il nostro incontro con un "Laudetur Jesus Christus. Hodie et semper laudetur". Con entrambe le formule rituali avremmo avvertito il piacere interiore di affidare a Gesù il piacere del nostro incontro.

Non mi sembra che gli analfabeti frettolosi aspettassero la traduzione per andar via appena sentivano "Ite, missa est".

Lei è davvero convinto che le litanie hanno più valore se recitate in italiano?

E questo valore è più legato al significato letterale delle singole frasi laudative oppure è alla ritmicità uniforme ed insistente della ripetizione delle brevi lodi-suppliche che è affidato l'effetto-desiderio di creare quel flusso spirituale che trasforma un insieme di singoli individui in Comunità Cristiana in preghiera?

Lei spesso ci ricorda che tutti siamo Chiesa, ed allora, perchè ridicolizzare la visione di una Comunità cristiana che eleva il calice, senza che nessuno, celebrante compreso volti le spalle a Dio? Perchè Dio deve stare tra me e Lei e non davanti ad entrambi come sembra più educato e logico?

Ovviamente queste sono semplicemente delle mie convinzioni rispettose delle sue che non ho assolutamente il desiderio di confutare, anche perchè non vi è nulla da confutare e se volessi farlo dovrei fare ricorso ad improponibili ed assurdi giudizi di valore. A quanto pare Lei non ha di queste remore quando attribuisce agli affezionati del Rito Latino ignoranza ed anacronismo, spero solo che Lei sia vittima inconsapevole dello spirito dei tempi attuali caratterizzato da un presuntuoso modernismo tutto impegnato a demonizzare ogni forma di Tradizione.

Ma, per finirla, è davvero utile perpetuare questa polemica?

Perchè il nostro Benedetto XVI con il notissimo Motu Proprio, ha manifestato il suo rispetto agli affezionati di un rito millenario e Lei vuole farmi sentire, invece, un imbecille?

Questo Le dovevo per la sua Omelia di domenica 1 giugno 2008.

 

Dal "Voltagabbana coerente" allo "Zonno intelligente"?

Noi riteniamo che un rosso comunista, che nel suo cammino politico diviene azzurro Berlusconiano, culturalmente è giunto al bivio. O va a raggiungere il grande ritrovo in cui si trovano tutti i voltagabbana più ingenui ma anche quelli più mercenari, furbi e tornacontisti, oppure si reca in quel luogo in cui l'impreparazione e la superficialità la fanno da padrone: non esistono altre posizioni.

In pratica, è costretto a scegliere tra l'incoerenza e la stoltezza come risultato provato di un cammino politico voluto e consapevole, oppure, viene a trovarsi in quell'ampia area culturale occupata dall'uomo dalla razza sfuggente, o meglio da colui che non sa quello che fa, e, che nella sua pochezza culturale vede tutto simile e giusto; da chi, in sintesi, non "è" perchè no sa cosa significa essere. Dichiarare di difendere il proletario e schierarsi con l'affamatore del proletario è di per se sufficiente per appartenere a questa seconda categoria.

Diviene interessante esaminare il perchè un voltagabbana, pur in simili condizioni, reagisce.

Ci sembra di poter dire che costui, delle due vie possibili che abbiamo indicato, forzando, cerca di aprirsi una terza via, ovvero quella di respingere l'infamante ed insopportabile accusa di incoerenza pur di non rinunciare a godere dei vantaggi che il voltagabbanare gli ha, gli sta o gli potrà procurare.

Ed è così che cerca di formulare la nuova figura del "Voltagabbana coerente". Come?

Prima opera un'azione generalizzata volta a denigrare l'accusatore: senza entrare nel merito dell'accusa ricevuta e cerca di trovare elementi di voltagabbanità,  fossero anche risibili elementi di incoerenza, in chi formula l'accusa. In tale azione non teme neanche il ridicolo un po' come il "penalmente condannato" che invoca a sua discolpa, la contravvenzione per divieto di sosta dell'accusatore.

Egli sa o pensa che sia efficace l'azione di chi si difende dall'accusa di essere un ladro di miliardi accusando l'accusatore di avere approfittato di qualcosa.

Ovviamente non gli interessa  la conseguenza di tale azione che, a prescindere dalle qualità morali dell'accusatore, non muta il suo stato di voltagabbana: si contenta di non essere da solo ad essere voltagabbana.

"La mia coerenza è dimostrata dalla costante rielezione al consiglio comunale", dichiara di solito pomposamente, non intendendo, il povero voltagabbana, che per ottenere la rielezione la coerenza non è un elemento essenziale, essendo sufficiente un'attenta azione di fidelizzazione degli elettori con una buona azione clientelare, sbrigando piccole faccende e creando situazioni di riconoscenza personale; lontanissimi, quindi, da quella azione di governo che, invece, è etica e morale solo quando mira a creare un sistema che consente al cittadino di avere soddisfatti diritti anziché pietire il "piacere" del politicante o del voltagabbana sbrigafaccende di turno.

Dopo l'"Ateo devoto" di Giuliano Ferrara abbiamo, quindi, il "Voltagabbana coerente modicano".

Non vi è, quindi dubbio che per i sostenitori della teoria di Darwin la catena evolutiva può completarsi anche nello "Zonno intelligente"?

 

 

 

 

Redazione dialogo giugno 2008

 

UN APPELLO AD ANTONELLO BUSCEMA

 

Mai i numeri sono stati così eloquenti e chiari. Le elezioni comunali del 15 e 16 giugno indicano che i processi degenerativi in atto nella politica italiana ed in quella modicana in particolare, stanno continuando la loro azione. Il vecchio centro destra, quello per capirci che ha espresso i sei anni di gestione Torchi, è passato dal 69,71% del 2007 al 74,44% quindi con un incremento del 5,73%. Segno che i risultati elettorali non sono legati alla bontà dell’attività governativa, ma il frutto di una capacità di marketing (manifesti semoventi, spot, ripetizione ossessionante di luoghi comuni, ecc). Basti pensare che essi non sono stati influenzati né dagli aumenti delle tasse, né dai 13 avvisi di garanzia, né dalla fallimentare gestione del bilancio comunale, né dalla mancata soluzione di problemi complessi e seri tipo viabilità, piano regolatore e rifiuti solidi urbani per limitarci a quelli più seri ed evidenti.

Il popolo modicano come due tifoserie di calcio, assiste impassibile all’utilizzo delle “elezioni” da parte della famiglia Minardo che in esse trasferisce tutte le sue beghe interne ed i suoi progetti di potere. La situazione che si è determinata sembra l’ideale per una decisiva stoccata a quello che rimane della politica.

Il Consiglio comunale diviso in quattro gruppi di consistenza quasi uguale (Scucces 9, Scarso 7, Buscema 8, Drago 6) diviene il luogo ideale per le più fantasiose tresche di potere e per il più virulento scontro di interessi economici. Riccardo Minardo ci sembra quello che ha più carte in mano. Infatti potrà: accordarsi con il fratello; proporre un’intesa con Antonello Buscema; potrà mercanteggiare con il Presidente della Regione Siciliana un assessorato per sé inserendo Modica nel mercato e negli “equilibri” politici regionali. La notoria infedeltà politica e la spregiudicatezza politica(nte) di Drago, infine lascia aperto pure il suo tentativo di cercare un’alleanza con Antonello Buscema, che appare il candidato con più possibilità di essere eletto al ballottaggio.

Antonello Buscema può essere soddisfatto del risultato ottenuto, ma abbiamo la sensazione che egli sarà vittima degli intrighi di potere delle altre tre fazioni, non avendo, neanche la possibilità di scegliere, egli avrà l’alleato che dal mercato delle vacche dei tre scaturirà. In un progetto più ampio, a noi sembra che la storia stia assegnando ad Antonello Buscema il compito di distruggere la sinistra modicana perché qualsiasi sua alleanza inquinerà e distruggerà ogni credibilità di rappresentare il giusto, l’onesto e la politica pulita. Egli trascorrerà i suoi 5 anni (...o molto meno?) in climi tumultuosi ed al termine quel 74,44% di consensi alla mala politica diventerà 90% perché la gente si chiederà perché dare il voto alla sinistra e vederlo finire altrove.

Questi risultati contengono, in mezzo a tanto marcio, una presenza estremamente interessante ed è quel 12,52% di elettori del fronte contrapposto che, con il voto disgiunto, pur vittima dell’incaprettamento attuato dalla malapolitica, hanno dato il voto a quel volto pulito ed onesto di Antonello Buscema. Noi riteniamo che tale dato è la spia di un sentimento e di un’ansia più vasta che può divenire una valanga solo se opportunamente sollecitata.

Carissimo Antonello Buscema... non cercare tra le parole di Riccardo Minardo o di quelle eventuali di Peppe Drago, inesistenti elementi di discontinuità politica con il loro passato per giustificare un’alleanza. Tu sai benissimo che questi non hanno mai mantenuto gli impegni; ogni giorno te ne tireranno fuori una perché la loro vastissima rete clientelare deve essere alimentata. Hai una sola possibilità. Costituisci una Giunta davvero autorevole perché non frutto di “equilibri” mercanteggiati. Manda al diavolo sia Drago che Riccardo Minardo e rivolgiti direttamente al popolo Modicano indicando i tuoi elementi di discontinuità anche nei confronti dell’area che ti ha eletto.

Al popolo modicano digli semplicemente: Ho costituito questa Giunta della quale rispondo solo ed esclusivamente io, rifiutando ogni apparentamento con le forze che hanno distrutto la mia e la nostra cara Modica, vi chiedo, pertanto, i voti per governare, altrimenti, amici come prima, continua a farti distruggere da loro.

Questi i cardini politici della mia azione.

Porrò i miei auspici perché l’incarico di Difensore civico venga affidato al più determinato mio oppositore: il difensore civico non può essere un amico del Sindaco o della sua cordata; gestione amministrativa sobria e custode del principio della economicità con l’eliminazione di ogni spreco e di ogni spesa che non regga il vaglio di un’attenta analisi costi benefici; non sarà nominato nessun esperto: tutti gli incarichi di sottogoverno saranno attribuiti all’assessore istituzionalmente competente, senza alcuna retribuzione in aggiunta; revisione dei modi, tempi, economicità e qualità della presenza della formazione universitaria a Modica, senza guardare in faccia nessuno; eliminazione di ogni assessorato affidato a tecnici, che specie all’Urbanistica ha curato solo gli interessi di centri di progettazione privati ed indebita intromissione nelle competenze della struttura dell’ufficio tecnico; gli emolumenti degli amministratori saranno subito diminuiti del 25 per cento.

Entro sei mesi dall’insediamento, redazione di un “Progetto globale” con scadenze, coerenza economica e bilancio sociale. In particolare:

- inoppugnabile documento che farà la radiografia alle casse comunali come punto di riferimento per valutare la mia azione di risanamento;

- conseguente progetto di risanamento economico con un calendario che se non rispettato comporterà una corrispondente diminuzione degli emolumenti degli amministratori e, al secondo anno consecutivo in cui il debito non dovesse diminuire, le mie dimissioni;

- indicazione dei tempi entro i quali approvare il piano regolatore, la riforma della fatiscente burocrazia comunale, la ristrutturazione del Corpo dei vigili urbani ed il progetto di protezione civile e sociale attraverso il controllo del territorio ed il monitoraggio delle necessità e problematiche sociali;

- entro i primi sei mesi ogni Assessore, valutate le risorse umane economiche e strumentali che porrò a loro disposizione, produrrà un calendario di obiettivi da raggiungere. Ad ogni scadenza non rispettata, nella quale non intervenga una causa di forza maggiore, l’Assessore proporrà  le proprie dimissioni  oppure provvedimenti a carico del Capo servizio che a sua volta e senza colpa dell’Assessore non ha fatto il proprio dovere, secondo la logica che qualcuno deve pur essere responsabile;

- non sarà consentita nessuna confusione tra ruolo politico e ruolo tecnico amministrativo, curando in particolare che non vi sia ingerenza  politica nella direzione (e responsabilità) tecnica dei capiservizi, che però dovranno dare conto della loro attività coerentemente con le risorse disponibili;

- niente caciare e prime donne: sarà nominato un portavoce che manifesterà il pensiero dell’Amministrazione all’esterno evitando ogni esibizione e personalismi deleteri.

Ci sembrano questi i punti che, pur non esaustivi, sono sufficienti per indicare quel clima di svolta capace di dare dignità all’azione politica.

 

Redazione dialogo giugno 2008

 

 

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ottobre 2008

Carta Bianca

Antonello Buscema, l'anomalia della politica modicana.

 

In tutti i modi, attivando tutti i nostri amici e cercando di influenzare anche cattive amicizie, che non abbiamo mai negato né  neghiamo di avere, come Terzo Occhio e gli appartenenti del Gruppo Terzo Occhio, in occasione delle ultime elezioni comunali abbiamo propiziato che in Modica si realizzasse un esperimento politico nuovo.

Si suggeriva ad Antonello Buscema di riprendere il contatto diretto con il popolo modicano considerato che il consiglio comunale, al 90% è il risultato di logiche di clan quando non è strumento di un arrogante e sfrontato potere economico.

Le contingenze erano favorevoli: un litigio tra zio e nipote aveva sfaldato un fronte altrimenti invincibile, condanne penali per peculato e 13 avvisi di garanzia per "associazione per delinquere finalizzata al riciclaggio di denaro" avevano messo a nudo una cultura politicamente mediocre che aveva espresso in Piero Torchi Lucifora il peggior sindaco che la storia di Modica abbia mai avuto, sorretta e sostenuta da quella genia malefica dei voltagabbana che ha occupato il nostro Consiglio comunale.

Secondo noi esistevano i presupposti perchè Antonello Buscema al ballottaggio chiedesse direttamente al popolo modicano la vittoria per governare anziché stringere accordi con lo «zio Riccardo», che piaccia o non piaccia è l'emblema di quel fronte politico che ha distrutto la nostra città, e che ha utilizzato l'alleanza con la sinistra nella lotta familiare contro «fratello e nipote».

Si presagiva, ed i risultati del ballottaggio lo hanno poi confermato, la vittoria di Antonello Buscema. Si avvertiva, finalmente il piacere di poter scegliere tra la solare qualità umana di Antonello Buscema e la altrettanto solare mediocrità politica dei suoi avversari, considerati, comunque espressione di quel potere che aveva ridotto Modica nel lastrico.

Si avvertiva il piacere di potere scegliere tra un mondo morale assolutamente irreprensibile ed un mondo politico bacato, privo di ansie sociali, servo del denaro, dell'interesse privato e di clan e preda di spregiudicati ed inaggetivabili (altrimenti ci querelano) voltagabbana. Si avvertiva anche uno scarso interesse dei partiti del fronte delle cosiddette libertà a vincere, forse perchè più degli altri avevano la consapevolezza delle difficoltà di governare perchè essendo stati gli autori dello sfascio economico ne avevano una più esaustiva coscienza.

In arte militare, ma non solo, alla vittoria, comunque ottenuta, segue sempre il consolidamento del successo. Perchè questa seconda fase possa essere avviata occorre che la sinistra acquisti la consapevolezza (o umiltà? Ma è capace di essere umile?) che non ha avuto alcun merito sulla vittoria di Antonello Buscema avendo condotto una un'attività di opposizione in consiglio comunale tanto fiacca e scadente quanto irresponsabile è stata l'attività di governo.

E' anche grazie a questa qualità di opposizione che il vecchio centro destra, quello per capirci che ha espresso i sei anni di gestione Torchi, è passato dal 69,71% del 2007 al 74,44% del 2008 con un incremento, quindi, del 5,73%.

In occasione della elezione del Sindaco Frasca, ventitre anni fa, nel nostro primo intervento in consiglio comunale, nel salutare positivamente, noi missini, la costituzione di una amministrazione di sinistra "dopo quarant'anni di malgoverno democristiano" dicemmo tra l'altro: "...Lei Signor Sindaco, nella sua azione di governo, ha un grande vantaggio: non è difficile governare meglio della Democrazia Cristiana; ma ciò può esserLe di ostacolo considerato che anche il nulla è più di quanto ha fatto la Democrazia cristiana".

Il Frasca che era divenuto di sinistra da appena sei mesi prese timidamente le difese del suo ex partito giudicando esagerato il nostro intervento; la storia successiva dirà che la nostra affermazione doveva essere invece un presagio.

Abbiamo riportato questo nostro ricordo personale solo per dire che psicologicamente Antonello Buscema si trova nelle medesime condizioni, ovvero corre il pericolo del cullarsi sul fatto che è impossibile governare peggio di Torchi,  compagni e camerati pentiti.

Esistono tutti i presupposti perchè Antonello Buscema oltre al doveroso ed istituzionale colloquio con il Consiglio Comunale, si rivolga direttamente al popolo modicano che lo ha eletto, rivitalizzi le forze sane della città (che non corrispondono, cari compagni, alle sole forze di sinistra), riprenda lo spirito dell'"esperienza del granaio" del 1993 che solo adesso, sulle rovine accumulatesi da allora, si riesce ad immaginare come sarebbe stato capace di imprimere una svolta fondamentale al modo di governare.

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Antonello Buscema è una anomalia della politica modicana. Egli non ha vinto perchè il popolo modicano ha creduto che Riccardo Minardo si fosse convertito o che avesse dimostrato discontinuità con la politica fallimentare che aveva contribuito allo sfascio di Modica.

Buscema ha vinto perchè egli impersona la discontinuità morale e politica rispetto al fronte partitico avverso, ma ancor di più perchè lui stesso rappresenta la discontinuità politica anche nei confronti  dei suoi più stretti "compagni" di cordata.

Egli è stato votato anche da quel 77% che 15 giorni prima aveva preferito gli affossatori della nostra città.

Egli non è il risultato di una sana politica dell'opposizione contrapposta a quella sconsiderata della maggioranza. Egli è la vittoria di un fronte invisibile che, pur votando il male, a livello ancestrale, ha sentito e sente, il bisogno di pulizia.

Così quasi per incanto Antonello Buscema è sindaco di Modica per meriti personali e non per meriti di partito.

La situazione non è delle migliori ma è certamente esaltante.

Antonello Buscema si trova dentro la Cittadella, assediato da petroliere armate di arroganza alle quali può opporre solo armi immateriali: sobrietà, calma, serietà e bontà tutta cristiana.

Tra gli assedianti vi è chi ramazza e pulisce cannoni e microfoni mediatici. Vi è poi una melma fatta di "sciasciani" «Uomini – Mezz’Uomini – Ominicchi – Pigliainculo – Quaquaraqua». Alle masse sciasciane a Modica si affianca una pletora confusa di servili e mai sufficientemente disprezzati voltagabbana ed una massa di cittadini che potremmo definire quella degli "ob torto collo" inoffensivi padri di famiglia, che pur disprezzando i loro "datori di lavoro"  sono costretti a pulire stivali di condannati per peculato e di "caporal cooperative" (caporali da cooperative), micidiali armi politiche del terzo millennio modicano.

E' a questi padri di famiglia che Antonello Buscema si deve rivolgere perchè queste brave persone, costrette a muoversi nella melma, tra le pieghe del bisogno trovino il modo di mandare a fare in c.... i loro oppressori e trovino il modo di riconquistare una dignità violata.

Stia attento Antonello Buscema a quella massa di voltagabbana che tra gli assedianti cercheranno di introdurre nella Cittadella cavalli di legno ma si guardi da almeno quattro (diciamo quattro) cavalli di legno che già dentro la cittadella attendono il buio della notte o anche una sua leggera distrazione per aprire il portone ad una delle tante petroliere assedianti.

In questo primo scorcio di sindacatura Antonello Buscema ha dato ottimi segni: contatti semplici e privi di codazzi e baciamenti di tipo mafioso; buon senso ed attenzione ai concittadini più sfortunati. Ma queste sono doti personali che non ci meravigliano perchè riteniamo di conoscere la persona.

Occorre dare ora i segni politici ed il primo è quello di dimostrare che se ci si vuole opporre alla costruzione di alberghi sulle dune occorre anche che si chiuda la facoltà di Scienze dell'Amministrazione non solo perchè è dispendiosa ma perchè vistosamente incapace di entrare in sinergia con un progetto di sviluppo modicano potenziandone i risultati; e che non si pensi di affidare il difensore civico a simpatizzante della maggioranza come l'incredibile accoppiata Torchi Di Raimondo.

Questi due problemi saranno la vera cartina di tornasole per sapere se siamo oppure no davanti ad una discontinuità culturale, morale e politica con il passato.

 

 

Guerra totale ed assoluta ai voltagabbana

 

Con un libello dal titolo "I voltagabbana modicani. Dossier su una progenie politicamente malefica" che stiamo elaborando ed i cui indice provvisorio può essere letto in http://www.cartabianca.biz
abbiamo deciso di iniziare una continua, inflessibile, tenace, pignola e sfiancante denuncia di questa "qualità politica".

Una sorta di osservatorio che faccia la storia di questa progenie che ha inquinato la politica modicana e con l'obiettivo dichiarato di scaricare su di essa il giusto disprezzo politico. Vogliamo far perdere la tranquillità a chi vuole affidare alla scarsa memoria dei modicani il loro colpevole voltagabbanare. Parte dell'Introduzione è già disponibile sul nostro sito.

 

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http://www.cartabianca.biz

 

 

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Novembre 2008

Scienze del Governo e dell'Amministrazione serve solo ai baroni ed offende le casse comunali e le speranze di sviluppo dei modicani.

 

Molto tempo addietro, in Maurizio Costanzo Show una signorina di poco più di 25 anni, con il tono e gli atteggiamenti pretendeva di esercitare una sorta di autorevolezza su argomenti tecnici sui quali non poteva non essere ignorantissima, solo perché era figlia di una vittima del disastro di Ustica del quale si stava discutendo con periti e tecnici di aereodinamica, ingegneria aerea, aereonavigazione, balistica ed esplosivi.

Una visione complottistica può  anche essere descritta e sostenuta ma la sua autorevolezza non può derivare solo dalla qualità di essere figlia delle vittime della presunta strage ed ancor meno disquisendo di argomenti tecnici e non cultural-politici.

Una tesi ha una sua intrinseca autorevolezza quando si presenta capace di dare una risposta scientificamente ineccepibile ed ancor meglio quando è capace di risolvere in maniera esaustiva il problema o l'obiettivo originario che si poneva il suo autore.

Certamente in questa intrinseca autorevolezza concorre anche quella del suo autore ed il prestigio della categoria cui egli appartiene: concorre ma non la determina.

Noi sull'università modicana abbiamo scritto due articoli. In essi abbiamo sostenuto che la "Facoltà di scienze del governo e dell'amministrazione" non è stata scelta come esito di una scientifica analisi costi benefici orientata a verificare la capacità di entrare in sinergia con i processi di sviluppo della città vocazionali, tradizionali o programmati ma solo ed esclusivamente per interessi di carattere privato (precisiamo che gli interessi privati non sono  solo di carattere economico) e partitico.

Hanno reagito solo alcuni professori universitari che in maniera accurata hanno evitato di indicare la capacità della facoltà di mettere in moto un circolo virtuoso con l'economia della città.

Costoro hanno declamato l'utilità dell'Università a Modica riferendola ad  un immaginifico indotto (mai quantizzato perché è inesistente e li sfidiamo ad esibire i dati) che l'università provoca di per se, senza mai soffermarsi sul perché il comune si debba far carico di un obiettivo di formazione che è di competenza della formazione nazionale.

Costoro non hanno mai interloquito con noi, che siamo stati gli unici a parlarne sulla stampa locale, pur essendo stati ufficialmente coinvolti prima con una lettera  e poi con un articolo  di stampa indirizzato all'Università di San Martino.

Hanno preferito la via indiretta comportandosi come "baroni" (che dicono di non essere) che hanno la puzza al naso e pretendono un'autorevolezza per grazia ricevuta: l'essere professore universitario.

Occorre dire che scegliere la facoltà universitaria che può meglio delle altre entrare in sintonia con lo sviluppo della nostra Comunità non richiede conoscenze specifiche patrimonio solo dei professori universitari di storia, nè tanto meno stiamo discutendo dell'organizzazione del piano di studi più adeguato al settore socioeconomico che con la facoltà intendiamo massimizzare per andare incontro ad un progetto di sviluppo della Comunità.

Il pensiero di costoro, quindi, non ha una autorevolezza di funzione o tecnica.

Se poi leggiamo alcuni libri (1) cade anche una autorevolezza di casta, perché non è stata la scarsità di risorse a far nascere circa 1.100 denominazioni di laurea diverse per più di 3.000 corsi di laurea.

Nè è colpa degli ultimi ministri se si è sentita la necessità di creare dottori in  Scienze del fiore e del verde, Filosofia delle forme, Scienze dell'allevamento, dell'igiene e del benessere del cane e del gatto, "Scienze equine, Educazione Cinofila, Conduzione in attività di pet terapy, Comunicazione ipnotica, Esperti in pratiche filosofiche e programmazione didattica transdisciplinare, Medicina termale, Etologia degli animali di affezione, Le rotte del gusto.

Tutto questo non è opera della Germini o della Moratti ma in maniera quasi sempre esclusiva e totale di professori universitari che hanno utilizzato così l'autonomia ottenuta.

Sono anche professori universitari quelli che "si tramandano le cattedre come fossero un'eredità di famiglia, come se l'istituzione fosse una cosa propria. Concorsi truccati, commissioni pilotate, nepotismo, ingiustizie, corse al potere [...] docenti tanto corrotti, quanto inefficienti, e studenti che un giorno, imparata bene la «lezione», saranno i loro replicanti." Come afferma Cristina Zagaria in Processo all'università.

Quale Don calogero politico o mafioso ha fatto si che "A Messina quasi il 40 per cento dei docenti (sì, proprio 4 su dieci) hanno lo stesso cognome in qualche università della Regione. A Napoli (Federico II e Seconda Università) si viaggia attorno al 35% di omonimie, a Roma (Sapienza, Cattolica e Tor Vergata) non si scende sotto al 30 per cento."

Un ex magnifico rettore, professore di Statistica, la di lui moglie, tre figli ed un genero, tutti docenti della stessa facoltà; Capofamiglia, due suoi fratelli, e almeno cinque tra figli e nipoti tutti docenti in Bari e atenei limitrofi; Padre con due figli, tutti docenti di Diritto Privato e tutti nello stesso corridoio. Sono denigratori della categoria dei professori universitari, infiltrati dai servizi segreti deviati?

Dopo questa rapida ricognizione nello stato delle università (2) noi modicani non possiamo lamentarci: i professori con lo stesso cognome sono ancora solo due.

E poi ...diciamocelo... poteva andarci peggio... anziché Scienze del Governo e dell'Amministrazione avrebbero potuto realizzare la facoltà "I puorri ra ciumara nell'alimentazione modicana".

 

Ci auguriamo sentenze di condanna

Nella voce, "avvisi di garanzia", un buonismo peloso ha inserito nel  "Dizionario delle frasi fatte del politicamente corretto": Abbiamo fiducia nella magistratura... ci auguriamo che possano dimostrare la estraneità ai fatti..." e via ...ipocritando. In merito agli avvisi di garanzia che stanno nobilitando la politica modicana, noi intendiamo osservare questa realtà con il massimo disincanto.

Esiste un Comune distrutto e disastrato ed esistono degli indagati. Si sa pure che i colpevoli non possono essere né tedeschi né americani. Questi sono dati di fatto.

Se è comprensibile e giusta l'ansia degli indagati di dimostrare la loro estraneità alla vicenda penale cui sono coinvolti, non crediamo sia censurabile la speranza di chi si augura che dagli avvisi di garanzia e dal relativo procedimento scaturiscano delle condanne.

Gli indagati non meritano la nostra fiducia?  Per noi sono uomini senza volto. La loro identità non ci procura alcun sentimento né di solidarietà né di colpevolezza.

Noi sappiamo solamente che esiste un morto, (Comune disastrato), intuiamo che devono esserci dei colpevoli e con gli avvisi di garanzia prende corpo la speranza che forse la "polizia non brancola nel buio".

Se ci saranno delle condanne sapremo perché il nostro Comune è disastrato e potremo meglio regolarci, così come chi dopo averle provate tutte per individuare quella malattia che lo deperisce giorno dopo giorno è felice di apprendere che ha una bruttissima malattia, constatazione che almeno gli dà la possibilità di iniziare una qualche anche se difficile terapia.

 

 

Bibliografia

(1) Invitiamo i nostri lettori a leggere i seguenti libri, o quantomeno a leggere le recensioni in internet per avere una idea dello stato dell'università italiana.

Makovec Maurizi,Lacchè, fighette e dottorandi. Editrice Clinamen Firenze 2003

Mariano Giaquinta, Angelo Guerraggio, Ipotesi sull'università, Casa editrice Codice, Torino, 2006.

Salvatore Casillo, Sabato Alberti e Vincenzo Moretti, Come ti erudisco il pupo. Rapporto sull’Università italiana, Ediesse Cgil Roma 2007.

Cristina Zagaria, Processo all’Università. Cronache dagli atenei italiani tra inefficienze e malcostume. Edizioni Dedalo, Bari 2007.

Perotti Roberto,  L' università truccata. Editore Einaudi, Torino 2008.

(2) Da questa ricognizione abbiamo escluso quell'ampio settore delle tesi a pagamento che prima o poi scoppierà perché se ne avverte la clandestina presenza: quei segni fatti di mezze frasi di studenti, di "qui lo dico e qui lo nego", nomi volutamente storpiati per dire e non dire.

 

 

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Cartabianca dicembre 2008

 

 

E' Natale anche per Don Calogero

Il natale, per i cristiani, ed il solstizio d'inverno, per i pagani, sono state sempre occasione di riflessioni che vanno oltre i consuntivi di carattere finanziario. Ora, sempre più, quest'ultimi prevalgono rispetto alle prime da parte di un mondo umano che si distribuisce tra i tanti, accecati da un'idea della vita godereccia, banale, effimera culturalmente mediocre, dominata da una visione del mondo tutta immagine ed ipocrisia e dall'altra una parte, sempre più numerosa, che ha superato (o sta per farlo) il limite oltre il quale il bisogno fisico di sopravvivenza non lascia alcuno spazio al metafisico.

E' quest'ultima visione che, lo confessiamo, ci rattrista a tal punto che facciamo fatica a compensare la rabbia con l'amore cristiano.

Ogni anno che passa avvertiamo un sempre più accentuato senso di impotenza nei confronti della corrispondente onnipotenza del male.

In una manifestazione pubblica i nostri onorevoli (tutti: maggioranza ed opposizione) dopo aver formulato i loro auguri di buon Natale  hanno aggiunto: "Carissimi concittadini la situazione economica è particolarmente dura per cui dobbiamo affrontare un periodo di sacrifici economici…"

Sarebbero stati più leali se avessero detto: "Carissimi concittadini la situazione economica è particolarmente dura e, quindi, sarete chiamati ad affrontare un periodo di sacrifici economici. Dico sarete perché siete voi che non arrivate alla quarta settimana. Io, grazie anche a voi, con i miei diecimila euri al mese, puliti puliti, più quello che riesco ad economizzare con tutti i privilegi di cui godo, in pratica non ho problemi."

Non hanno mai detto questa verità, né mai la diranno, non perché non sono leali ma perché loro, poveretti, davvero sono convinti che il mondo deve andare così.

Costoro in questo periodo ci faranno gli auguri, ci baceranno su entrambe le guance, alla Don Calogero, e noi dimenticheremo e perdoneremo sia le loro condanne per peculato, sia quelle per falso sia il loro vergognoso voltagabbanare. Dimenticheremo che vivono un Natale da "Avvisati" e saremo contenti di vederli accanto a noi, perfettamente uguali, nella messa di mezzanotte, davanti al parroco celebrante,per ricevere il Cristo misericordioso attraverso l'eucaristia. E saremo uguali almeno fino all'uscita della chiesa quando, di nuovo, le strade si separeranno ed il buio della notte ci inghiottirà per avviarci ciascuno verso il proprio destino, di qua e di là di quella linea invisibile che separa due campi avversi, tracciata nell'intimità delle nostre coscienze.

 

Padre Sortino: quando il profano adesca e vince il sacro

Sappiamo che Padre Sortino, alla venerabile età di 80 anni, è stato "sollevato dall'incarico" da parroco della Parrocchia di Santa Maria di Betlemme, che aveva retto per ben venticinque anni, ed assegnato alla chiesa del Rosario. Non sappiamo (ma ci interessa?) come funziona l'Istituto delle dimissioni per raggiunti limiti di età nella chiesa cattolica, e tantomeno la gerarchia tra le due chiese.

Ecco noi già non sopportiamo che nella chiesa si parli di dimissioni o di pensione. Ci dà fastidio questo identificare la missione evangelica propria di un parroco con il lavoro tout court ; ancor meno, comprendiamo il fare riferimento alle dimissioni che padre Sortino avrebbe dovuto presentare da ben cinque anni. Saremmo in presenza dell'assurdo caso delle "dimissioni obbligatorie" che sarebbe una ipocrita decadenza dall'incarico.

Ma non ci entusiasma una polemica su questi aspetti che nel dominio religioso non possono non essere che pretestuosi e privi di valore alto.

Di solito il dominio religioso è il riferimento del giusto, del bello, dell'amore, del riconoscimento, del rispetto. Sono questi valori e strumenti di misura dell'agire umano che non possono consentire di ingessare neanche il diritto canonico.

Simili comportamenti non vengono attuati neanche dalle strutture del potere temporale, dove anche quando pongono in atto delle vendette o degli abusi o anche semplici autoritarismi, riescono a farlo in maniera decente seppure ipocrita.

Di certo noi non lamentiamo il mancato utilizzo di forme ipocrite. Non escludiamo neanche la esistenza di buoni motivi per un simile agire, constatiamo, però che questo "pensionamento forzato" di Padre Sortino è stato adottato con metodi non cristiani. Appare anche evidente che è legittimo sospettare la esistenza nella struttura della diocesi di rapporti puramente gerarchici privi, cioè, di spirito di fratellanza cristiana.

Padre Sortino ci ha affascinato con quel "l'amore inizia dove finisce il dovere", noi non siamo esperti del "dovere [diritto] canonico", ma avvertiamo la totale assenza di amore nel provvedimento adottato che ha colpito Padre Sortino ma principalmente la sua Comunità. Padre Sortino, infatti, e la chiesa di Santa Maria in Modica si identificano reciprocamente con una Comunità che riteniamo comprenda, più delle altre, fedeli di altre parrocchie.

"Potete seguirlo nella chiesa del Rosario", ha già detto qualcuno; ed è vero, ma questo qualcuno non troverà mai argomenti validi per spiegarci i grandi vantaggi che l'attività di evangelizzazione avrà in generale da questo provvedimento. Abbiamo il timore che questo qualcuno dovrebbe ricorrere ad argomenti profani.

Dal nostro vescovo, Monsignor Mariano Crociata   nominato segretario generale della Conferenza episcopale italiana,  Teologo è studioso dell'islam ci saremmo aspettati una maggiore attenzione, un  maggior dialogo (e rispetto), con i suoi parrocchiani, sembrandoci davvero più semplice questo dialogo che quello interreligioso del quale è indicato essere esperto.

 

L'UDC verso l'UDP (Unione Delinquenti Politici)

Se le leggi razziali e la scellerata alleanza con Hitler, il confino e Matteotti sono gli elementi che gli antifascisti utilizzano per dare fondamento alla definizione di male assoluto a Mussolini e al Fascismo, dalla quantità di condannati ed "avvisati", gli studiosi di questo periodo dovranno trarre la conclusione che l'UDC, in Sicilia in particolare, è il partito ad alto livello delinquenziale.

 

 

Solo i don Calogero politici occupano ...

 

Quando in una cesta si pongono delle mele marce insieme a mele sane, non può mai accadere che si inneschi un processo in cui le mele buone bonificano quelle marce.

Questa è la situazione dell'Amministrazione di Modica dove le mele marce che hanno distrutto la nostra città, sia dalla maggioranza che dall'opposizione, sono nello stesso cesto di quelle poche buone. Antonello Buscema dovrebbe, quindi, governare sfidando una legge naturale che lo vuole perdente.

Confessiamo che cominciamo ad essere pessimisti; alla luce di questi pochi mesi pensiamo che  Antonello Buscema non ha adottato alcuna formula alchemica, né di isolamento.

Cogliamo, invece segni di fortissimi processi di ossidazione che agiscono nella direzione mele marce, mele buone:

  • solo i Don Calogeri mafiosi portano a spalle la cassa dell'uomo fatto assassinare;
  • solo i don Calogero politici occupano insieme agli impiegati comunali l'aula consiliare dove hanno svolto tutti uno dopo l'altro gli atti che hanno demolito le casse comunali origine della giusta manifestazione di protesta degli impiegati comunali.
  • Solo i baroni universitari mantengono in vita un "Corso di Laurea in Scienze del Governo e dell’Amministrazione" mela non marcia ma, peggio, dannosa all'economia modicana.

 

 

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