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Nicastro Luciano, Lezioni di storia politica locale (Ragusa 2005-2008), pp.56, Modica 2008, ISBN 978-88-89211-32-8.
(Dall’introduzione)
Il fatto nuovo della politica provinciale non è tanto la nascita del PdL che costituisce ancora una “cosa” in fieri perché il Centro Destra non ha definito la sua piena identità anche se ha occupato con forza le funzioni di governo negli Enti Locali. In verità la novità è rappresentata dalla nascita del Pd (Partito democratico) perché rivoluziona il rapporto tra culture tradizionalmente diverse, quella del cattolicesimo democratico e della Sinistra laica e riformista di origine post comunista.
Questo evento ha un volto problematico perché innova sia la cultura politica che la prassi della dialettica nei confronti del Centro Destra nella provincia di Ragusa. Allo stato attuale sembra essere nato non solo gracile, ma debole sul piano della identità, della strategia e della efficace presenza nelle istituzioni. C’è una ragione per questo limite oggettivo e genetico e va ricercata nella storia politica recente degli ultimi tre anni, soprattutto a Ragusa capoluogo di provincia.
La rivisitazione sia della crisi politica dell’ultimo centro sinistra di Ragusa, presieduto dal Sindaco Tonino Solarino, che della crisi culturale e politica del nascente Pd presieduto da Pippo Di Giacomo, già Sindaco di Comiso ed ora deputato regionale all’ARS, diventa urgente per tracciare in modo razionale le linee di un futuro possibile della politica democratica e progressista nel Sud-Est della Sicilia, tradizionalmente area di scontro ideologico, culturale e politico fra i poli di destra e di sinistra.
Il futuro nasce anch’esso fragile se i protagonisti non ricavano dalla dura storia politica locale gli insegnamenti necessari per correggere errori e definire spazi di dialogo e di convergenza e tutto questo può avvenire solo se si abbatte la cecità e la sordità strutturale e culturale delle forze in campo. Ha ragione Emanuele Macaluso quando argomenta che la guida politica del Pd a livello generale “si rivela «debole» perché incerta è la sua cultura politica” (cfr. La Stampa di Torino, 21 ottobre 2008 pag. 37). A questa sottesa domanda nodale e prioritaria occorre dare una risposta prioritaria sia a livello generale che a quello dei territori aggregando attorno ad una nuova piattaforma di cultura politica le nuove forze e i nuovi movimenti che stanno nascendo nelle diverse realtà sociali e vitali della provincia e del Paese.