Pagina principale Terzo Occhio
2007-2008
La nobile funzione di Torchi e della sua Giunta.
(Dialogo gennaio 2007)
Facciamo il punto: che fare?
(Dialogo febbraio 2007)
Il Sindaco Torchi: esempio di sobrietà
Torchi! giù le mani dalle fave di mia nonna!
Cognati, state tranquilli verrà anche il vostro turno!
(Dialogo marzo 2007)
Un uomo solo in testa: è Piero Torchi Lucifora, il venditore di fumo.
L’assessore Giorgio Cavallo lascia la politica.
(Dialogo aprile 2007)
Schede di piccoli e grandi voltagabbana.
(Dialogo maggio 2007)
Il Male è al potere. La nostra battaglia continua.
(Dialogo giugno 2007)
Se la politica è Torchi noi siamo l’Antipolitica
(Dialogo ottobre 2007)
I Ds (ora Pd domani chissà ma sempre Guareschiani) modicani e la cultura.
(Dialogo novembre 2007)
L’abisso incolmabile fra Cultura e violenza, fra Civiltà e barbarie
(Dialogo dicembre 2007)
Programma 2008: I diari segreti del Sindaco Torchi e la messa in scena di Don Calogero e....
(Dialogo gennaio 2008)
Il nostro futuro Sindaco sarà Peppi Cuoppula dottore in salsiccia e Culatello.
(Dialogo febbraio 2008)
I pennivendoli della politica modicana che hanno inquinato la nostra città.. Don Calogero e il Professore
(Dialogo marzo 2008)
Failla, Incardona, Occhipinti, Nanì: la prova che Alleanza Nazionale è già squagliata.
(Dialogo aprile 2008)
Meno Rosa a Terzo Occhio
(Dialogo maggio 2008)
Scoperta a Modica la pietra filosofale alchemica che trasforma i manichi di scopa in onorevoli, altri manichi di scopa in Sindaci: essa è una cosa semplicissima e si chiama denaro.
(Dialogo giugno 2008)
I "Conti di Modica" tra blasone e decadenza.
Ospedali onesti e politicanti...
(Dialogo ottobre 2008)
L'avversità di Modica all'Università
(Dialogo novembre 2008)
Se le cose andranno per il verso giusto dovrebbe essere pubblicata un'analisi a quattro mani: Carmelo Modica e Terzo Occhio con la collaborazione degli appartenenti al "Gruppo Terzo Occhio".
La Storia nascosta di Modica
(Genealogia ed evoluzione del potere economico e politico a Modica nel secondo dopoguerra
(Dialogo dicembre 2008)
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La nobile funzione di Torchi e della sua Giunta.
L’attuale classe politica modicana (che nel nostro glossario comprende sia la maggioranza che l’opposizione) attraverso la Giunta Torchi sta esercitando una funzione importantissima.
La sua mediocrità politica, oltre misura, diviene un passaggio necessario per un nobile risultato: dare sostanza al senso della decadenza e provocare la reazione.
Potrà sembrare un Ossimoro ma lo stesso Platone era convinto della necessità della decadenza, anche se continuava a insegnare quale doveva essere il retto comportamento per opporsi alla decadenza.
Possiamo anche dire che noi non stimiamo la Giunta Torchi ma i suoi effetti degradati si.
Pensate quanti sforzi avremmo dovuto produrre per definire il significato di buona amministrazione, di saggio governo [del buon padre di famiglia] se non avessimo avuto un Torchi, un Barone, un Saverio Terranova, un Riccardo Minardo, un Carmelo Carpentieri.
Quali argomenti avrebbero potuto mai essere più efficaci del possente messaggio che Torchi ha lanciato inaugurando la rotonda del Sacro cuore o con l’elogio del sito internet del Comune che definirlo scadente appare chiaramente riduttivo.
Ma quale definizione della cultura della nostra classe politica più completa ed esaustiva potrebbe formularsi rispetto a quella che in maniera netta ed immediata fornisce l’autocompiacersi con ben due inaugurazioni di un ponte realizzato in 20 anni, o di un presidente della Multiservizi, che gioisce perchè è riuscito in 24 ore a pagare gli stipendi ai lavoratori della Multiservizi.
O ancora parlare di azione modernizzatrice di una struttura burocratica, fatiscente, incapace di tenere sotto controllo le finanze ed affidandosi, al fai da te di ogni cittadino, per porre sotto controllo le cartelle pazze ed alla richiesta di riunire il comitato provinciale per l’ordine pubblico per porre rimedio al fenomeno delle discariche abusive.
Tutti questi fatti non sono dei semplici fatti. Essi sono sintomi di malesseri e deficienze più gravi che vanno sotto il nome di inefficienza, ignoranza, presunzione, incompetenza.
I disservizi immediati provocati dalle cartelle pazze, o dal sito internet che fa schifo e quant’altro, tutto sommato sono sopportabili, ciò che non è sopportabile è l’idea di essere governati dalla mediocrità che li ha generati.
Ma è mediocrità oppure altro?
Se volessimo solo far riferimento al normale potremmo chiuderla qui, invece, spesso la mediocrità politica non è un dato assoluto essa è il risultato del perseguimento di interessi privati e, quindi, di una mediocrità morale originaria, ovvero: fare politica per ingrossare il portafogli, scarsa sensibilità sociale, assenza di spirito di solidarietà.
Anche chi scrive come noi di queste cose è roso dal dubbio di aver individuato criteri e strumenti di analisi adeguati, cioè capaci di dare un qualche risultato. Ovviamente ci nasce il dubbio che anche la nostra azione possa definirsi esternazione presuntuosa. Ecco perchè il gruppo di Terzo Occhio si sta sforzando di controllare attentamente con verifiche incrociate di non essere ciò che rimprovera ai suoi avversari di essere.
Ma è davvero possibile essere presuntuosi davanti a tanta mediocrità?
La mediocrità politica(mente corretta).
Le democrazie moderne cercano di far passare come postulato culturale il principio che i sistemi totalitari si caratterizzano per l’ambizione di creare l’uomo nuovo e leggendo i testi fondamentali di Marx, Engel, Hitler, Mussolini, Mao, Stalin si trova fondata letteratura per sostenerlo.
Tale verità però, nasconde il fatto che le democrazie pur non dichiarando fra i loro obiettivi la formazione dell’uomo nuovo, nei fatti lo creano. Poichè l’uomo è il risultato di un clima culturale il “politicamente corretto” che si va diffondendo come una nuova fede appare essere lo strumento “democratico” per realizzare una “democrazia totalitaria”.
Il gruppo di Terzo Occhio, parte da questa constatazione e sta tentando la demolizione di alcuni schemi realizzati dalla cultura politica modicana, un politicamente corretto locale che sommandosi a quello epocale realizza, per gli spiriti liberi, un clima decisamente oppressivo e culturalmente violento.
Questa azione, in pratica, sta denudando la classe politica andando oltre ciò che lo schemino del politicante intende propinare al popolo e ciò sta destando in essa serie preoccupazioni.
Il gruppo di Terzo Occhio sta verificando un metodo e non è dato sapere quali frutti sarà capace di dare anche se dai primi segnali non è da escludere che si possano verificare interessanti sorprese.
Lo schemino della direzione politica modicana è semplice. Il politicante modicano individua quale è il suo interesse privato o di partito o ideologico. Se ha i numeri in consiglio comunale li sottopone alla semplice regola della maggioranza di “consiglieri comunali telecomandati” ed il provvedimento passa. Se i numeri sono in bilico si allertano le organizzazioni parallele, sindacato, associazioni e quant’altro e si vede in quale maniera poter vincere o quantomeno temporeggiare aspettando tempi migliori.
Nei casi estremi si fa ricorso a tutto l’armamentario ideologico: fascista, conservatore, comunista, ecc.
Tutto ciò avviene in un quadro di riferimento generale ben stabilizzato secondo il quale la sinistra rappresenta la cultura, l’antifascismo vero, l’antimafia vera, l’unica forza ecologica.
La destra, invece è l’ordine, lo sviluppo e... i comunisti si mangiano i bambini ecc.
Nessuno fa caso a quale cultura possiede quel comunista che concependo la ideologia non un fatto culturale ma un fatto ereditario definisce traditore il figlio di un comunista che diventa Berlusconiano; nè quel comunista si accorge di quanto è idiota quando definisce succube la moglie dell’amico che condivide le stesse idee del marito fascista, mentre, al contrario, diviene acculturata e libera la moglie che ha le stesse idee del marito di sinistra.
Secondo questo imbecille schemino, l’esponente di Forza Italia ignorante, è ignorante; il consigliere comunale ignorante della sinistra, invece, è un compagno che tende alla conoscenza. L’azasi fu un carrozzone democristiano, il corso di laurea di “Scienze del Governo e dell'Amministrazione”, anche se costa un sacco di soldi che non abbiamo e non serve per nulla alla città essendo un parcheggio di disoccupati, è un fatto culturale.
Terzo Occhio rompendo lo schema spiazza gli avversari e li costringe a misurarsi non sui singoli fatti ma sui parametri culturali che li sostengono.
In pratica Terzo Occhio ha rispolverato delle armi antiche che furono patrimonio del “buon padre di famiglia”: la coerenza, la bellezza, la organicità, il metodo, l’analisi costi benefici, la lotta agli sprechi, l’organicità, la riflessione, lo studio e documentazione, la modicanità, l’efficacia, la efficienza, il coinvolgimento del popolo ed infine, il buon senso.
Abbiamo con tali criteri di valutazione, creato una griglia di valutazione politica cui passare al setaccio ogni provvedimento che l’Amministrazione assume e gli argomenti utilizzati dall’opposizione per contrastare o difendere alcune posizioni.(Terzo Occhio in Dialogo gennaio 2007)
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Facciamo il punto: che fare?
Forse perché scriviamo in periodo di carnevale e ci sentiamo re di un giorno, ne approfittiamo per fare alcune riflessioni sull’avventura che si è sviluppata nei fatti con atti più o meno adatti al progetto partorito dalla nostra mente infelice (non felice di constatare la realtà modicana per come si è evoluta nel lungo periodo della nostra assenza e per come l’abbiamo trovata quando abbiamo deciso di ritornare alle case avite per trascorrervi il periodo del breve riposo prima d’affrontare l’eterno).
Lo specchio che riflette tutto ciò che gli viene posto davanti, spesso lo deforma. Per evitare il rischio che possa avvenire un deprecabile snaturamento degli eventi (possibile per lacune della nostra stessa memoria e colpa di nostri auspici delusi), vorremmo fare un piccolo riassunto delle intenzioni e dei conseguenti accadimenti, riservando semmai (per motivi di spazio tipografico) più approfondite riflessioni a prossima auspicabile puntata.
Dichiariamo a priori un nostro errore, e cogliamo l’occasione per emendarcene. Nella colpevole presunzione che il nostro stile scrittorio fosse poco comprensibile al popolo modicano e l’esposizione delle nostre idee desse quindi adito ad interpretazioni, ci siamo tenuti basso, facendo in tal modo un errore a due facce. In primo luogo abbiamo offeso i modicani ritenendoli compartecipi dell’incultura dei suoi governanti, ed ancora, abbiamo creduto che per elevare qualcuno ci si debba abbassare, presumendo di conoscere il livello dell’altrui bassezza.
D’ora in poi diremo pane al pane e vino al vino, preferendo al vino di taverna uno vicino a quello servito per ultimo alle nozze di Cana.
Nell’ottobre del 2004 lanciammo un appello a nove modicani per la formazione di una “Giunta Ombra”. I chiamati avrebbero potuto essere eletti per riportare sulla retta via il modo di pensare la politica. Non avrebbero dovuto fare né cose nuove, né completare quelle iniziate e mai compiute: avrebbero dovuto creare un “clima culturale” nel quale si tornasse a privilegiare il bene comune sull’interesse privato, un sentire politico dentro al quale il potere delle idee prevalesse su quello del denaro, dove la mediocrità non avesse più spazio, dove ogni governante fosse sempre sottoposto al giudizio morale e fosse controllato nelle sue azioni, senza strepito di vuote parole, ma con il grave e fattivo silenzio di una costante presenza antagonista del potere per come esso si è formato ed affermato in questa città.
La proposta generò entusiasmi, ma non fatti, sin quando Carmelo Modica (uno dei nove indicati) non prese l’iniziativa di riunire i disponibili. Da una serie di riunioni interlocutorie si prese atto che nessuno si sarebbe esposto a formare il Governo Ombra, mentre era possibile costituire un Movimento culturale propedeutico alla formazione di quello politico.
Il Movimento, nominato all’inizio “Quelli che...” ha assunto di recente la denominazione di “Terzo Occhio”, forse in benevolo riconoscimento della nostra modestissima persona e, speriamo tuttavia, consapevole di non potersi identificare con noi che lo guardiamo con simpatia con i due occhi normali, sempre pronti a fulminarli con il terzo, quando ciò divenisse indispensabile, per aver constatato che segue gli schemi del deprecato pensare e muoversi politico corrente. Il Movimento “Terzo Occhio” ha voluto prendere il segno della riconoscibilità attraverso l’irriconoscibilità e, tranne che nel numero, gli autori dei pezzi sono tutti “Ombre”: l’ombra non ha paura, ma fa paura quando si muova dove c’è poca luce e, nella luce, fa ancor più paura se non c’è.
Ci spiace di non essere autori di alcuno dei pezzi pubblicati nel foglio omonimo del nostro pseudonimo, perché è chiaro che in esso si può leggere la genialità modicana che ebbe nel passato il generale riconoscimento di eccellenza, sicché a Modica si disputava il più famoso “Contrasto” (agone poetico) di Sicilia, altro che mercenarie giostrine chiaramontine con ricchi premi e co[ti]llons!
Il foglio stampato è entrato in sintonia con i cittadini tanto da scatenare altri anonimi (vedi Lunatico e Milziade) ad usare le metodologie di contrasto del potere per mezzo del corrosivo irresistibile della satira. Questo patrimonio d’intelligenze non va disperso. Questo matrimonio con la città s’ha da fare.
Con Carmelo Modica, nei colloqui avuti per redigere l’annunciato libretto intitolato “Intervista a Terzo Occhio” ci siamo posti il problema di “Che fare?”, nelle prossime elezioni comunali.
Avendo preso atto dell’onnipotenza del sistema politico modicano, i tempi ristretti spingono ad abbandonare l’idea di presentare una lista alle elezioni, pur potendo vantare il Gruppo “Terzo Occhio” risultati fuori dal comune, specie se si fa riferimento alle scarse risorse disponibili.
Forse sarebbe opportuno interrogare direttamente la città.
L’obiettivo della provocazione culturale è stato raggiunto e si sono create le premesse perché essa continui anche oltre le elezioni. Per questo, forse, il Gruppo non è presuntuoso quando adopera lo slogan: “Noi governeremo anche se non ci manderete al governo”.(Terzo Occhio in Dialogo febbraio 2007)
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Il Sindaco Torchi: esempio di sobrietà
E’ da alcuni mesi che i muri della nostra città vengono tappezzati da manifesti con lo slogan “L’avevamo promesso l’abbiamo mantenuto”. Inizia, così il tormentone propagandistico del nostro Sindaco contro Antonello Buscema per le prossime elezioni, slogan buono per coprire la fallimentare situazione del Comune.
Altra novità è data dal fatto che i cosiddetto “organigramma”, eufemismo politichese per nobilitare il mercato delle vacche, oggetto delle discussioni nell’area della casa delle libertà è organizzato su tre anni, perchè il Sindaco Torchi dovrebbe dimettersi per candidarsi alle elezioni regionali. Al nostro Sindaco sembrano sufficienti otto anni complessivi di mandato per tentare di inguaiare la Sicilia dopo esserci riuscito così bene con il Comune.
Tutto ciò sembra logico perchè un secondo mandato completo scombussolerebbe i suoi piani, considerato che essendo possibile che il Comune venga sciolto per dissesto finanziario, sarà sufficiente, anche con pannicelli caldi, resistere almeno tre anni e poi andare a Palermo.
Non è vero? Provate a chiederlo all’interessato in maniera esplicita!
“Tutte queste sono supposizioni e delle “calunnie politiche”, dicono i suoi sostenitori. E noi siamo d’accordo. Riteniamo di conoscere a sufficienza il nostro Sindaco per poter affermare che mai farebbe spendere soldi alla Comunità per delle elezioni che, in tale maniera servirebbero solo a lui. E’ certo che se avesse un tal progetto in testa avrebbe già ceduto il passo ad un suo compagno di partito per una sindacatura regolare di cinque anni, visto tra l’altro che ormai, da come ha gestito il Comune, tutti sono d’accordo, creditori e telecom compresi, che ha tutti i requisiti per meritare di andare a Palermo fra tre anni. Sarebbe stata, inoltre, l’occasione per esercitare almeno per tre anni la sua attività di giornalista e dirigente di azienda così come indicato nel sito del Comune, che per il bene della Comunità modicana, ha dovuto trascurare.
Esistono altri elementi che demoliscono le accuse dei detrattori del Sindaco. Lo slogan “L’avevamo promesso l’abbiamo mantenuto” è palesemente un inno alla sobrietà essendo a tutti noto che avrebbe potuto scrivere “Vi abbiamo dato più di quanto avevamo promesso e continueremo a farlo”. Perchè non lo ha fatto? Eppure avrebbe potuto! Anche il prof. Giuseppe Ascenzo, suo severissimo critico, nel suo bellissimo articolo “Grazie Signor Sindaco” ha dovuto prendere atto delle grandi cose realizzate specie a livello di costume e di sviluppo economico. Esso è sufficiente da solo a misurare la sobrietà del nostro Sindaco la cui amministrazione è stata caratterizzata da estrema essenzialità, semplicità nello stile di vita; rinuncia ad ogni forma di eccesso o di superfluo, semplicità, rigore ed austerità. E’ vero non ha messo mani al traffico, al piano regolatore, al nuovo macello, a risanare le casse comunali e porre sotto controllo le spese di quell’antipatica della Telecom; ma scusate cosa gli sarebbe rimasto da fare in questo secondo mandato?
Torchi! giù le mani dalle fave di mia nonna!
Un trucco dei politicamente mediocri è quello di accettare, da altri, meriti che non hanno, quello dei politicamente furbi consiste nell’attribuirsi, loro stessi, meriti che non hanno, quello dei politicamente furbi e mediocri è travisare concetti e dati per intestarsi effetti determinati da eventi casuali o comunque in scarsissima parte effetto di un loro provvedimento politico-amministrativo.
Il periodico La provincia di Ragusa del dicembre 2006 (pag.12) sintetizza l’esito di una indagine Doxa sulle motivazioni che hanno fatto lievitare in maniera considerevole l’afflusso di turisti nella provincia di Ragusa. L’indagine attribuisce alla bellezza delle coste, alla prelibatezza dei piatti e vini locali ed alla realizzazione della serie televisiva “Il commissario Montalbano” le attrattive più determinanti per i turisti che ci vengono a trovare. Lo stesso campione, invece, definisce deludenti le infrastrutture e la qualità alberghiera.
Come si può notare l’unica delusione dei turisti che ci vengono a trovare, attiene alle infrastrutture, ovvero all’unico fattore che ricade sotto la responsabilità dei nostri amministratori, non potendo vantare costoro alcun merito sulle bellezze naturali e sulle arti culinarie che i nostri padri ci hanno lasciato come eredità.
Per quanto ci riguarda ci riesce insopportabile che il Sindaco Torchi si assuma i meriti dei segreti di nostra nonna per cuocere le fave modicane mentre è un problema di Andrea Camilleri e del produttore Carlo Degli Esposti e dello scenografo Francesco Bruni se si cerca di far capire che forse il vero nome del Commissario televisivo è Piero Torchi Montalbano.
Cognati, state tranquilli verrà anche il vostro turno!
Tutti sanno che per ambire ad essere assegnati nei delicati ruoli di sottogoverno ed in quelli istituzionali una volta valevano studi, risultati conseguiti, maturità dimostrata. Poi, giustamente ci si accorse che fidarsi è bene ma non fidarsi è meglio per cui si ricorse a fratelli assessori, cognati direttori di castelli, fratelli zii e nipoti. Ovviamente con i tempi che viviamo capita anche che tra zii e nipoti occorre stare attenti.
Bisogna riconoscere che il sistema è in evoluzione; ne è prova la probabile, annunciata candidatura a sindaco della nostra città di una ex-moglie. Ma moglie di chi? Ma, ovviamente, di uno dei Padri di Modica!
Per prendere le distanze dall’ex-marito, la signora ci tiene, però a precisare che lei preferisce il cognome da nubile, anche perchè se per sbaglio si scrive sulla scheda il cognome dell’ex-marito va a finire che viene eletto l’ex-cognato.
Noi tutto vogliamo fare tranne che mettere il dito in mezzo a qualcosa anche se l’antico proverbio parla di moglie e marito e non di ex-mogli ed ex-mariti. Dobbiamo, però, dire che siamo grati all’interessata per questa scesa in campo che consente di animare la campagna elettorale con interrogativi di grande respiro come: la sapienza politica di una ex-moglie è patrimonio personale oppure è proprietà acquisita dall’ex-marito? Di questo patrimonio potrà disporre autonomamente oppure si genera una concorrenza sleale? Ed ancora, può considerarsi, questa saggezza politica ereditata e conservata un patrimonio modicano indisponibile?
Come si vede Modica è divenuto un vero e proprio laboratorio politico di alto valore sperimentale e... cristiano... perchè la famiglia è al centro dell’attività di questo nostro Municipio.
Dove non è riuscito l’ex-marito e poi un portaborse cresciuto amorevolmente, quando le cose andavano bene tra moglie e marito, potrà provare l’ex-moglie e dove non è riuscito il fratello o l’ex-cognato potrà provare il figlio del compare che è nipote del fratello di ...chi può, come diceva l’indimenticabile Massimino presidente del Catania, che non per niente ...andava tranquillo.
Appena finì di leggere il pezzo, la nostra governante ci lanciò una occhiataccia e con aria offesa si allontanò gridando, seppure con il dovuto riguardo: “ma è mai possibile che per noi non governanti non si aprono mai scenari nuovi?”(Terzo Occhio in Dialogo marzo 2007)
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Un uomo solo in testa: è Piero Torchi Lucifora, il venditore di fumo.
E’ sufficiente leggere le cronache del tempo in cui si celebrarono le prime elezioni, per commuoversi del clima di vera emancipazione sociale che si viveva. Il popolo ,per secoli suddito di potenti, poteva finalmente esprimere la sua opinione e scegliere i suoi amministratori.
Le difficoltà, data dall’ignoranza diffusa, a capire il tecnicismo e le procedure per esprimere il proprio voto, l’amore a spiegare tali meccanismi da parte di chi era più “istruito” e la gioia di ogni povero cristo nel constatare che anche la sua opinione aveva un valore, misura e fissa uno spartiacque, l’essenza della rottura di una continuità storica di abusi e di sudditanza.
A parte alcune eccezioni, che non finiranno mai di esserci, erano tempi in cui chi si proponeva per essere eletto era persona degna e comunque consapevole dei propri limiti, preoccupata di non riuscire ad essere all’altezza, timorosa e sobria, umile e disinteressata. Erano tempi in cui il popolo era alla ricerca degli uomini migliori e non se ne faceva un cruccio a votarli anche quando li trovava fuori dalla sua classe, dal suo ceto. La qualità dell’uomo da votare era fondamentale e l’elemento da valutare; i risultati ottenuti dal candidato nella vita professionale e sociale elementi fondamentali per dimostrare la dignità di presentarsi candidato e la dignità per votarlo. Non sempre questo si verificava, ma molti furono gli esempi fulgidi di dedizione al buon governo e di grande desiderio di lasciare un segno indelebile di buon governo nella memoria della propria Comunità.
Nessun candidato si esibiva o esibiva qualità, sorrisi, frasi ad effetto, manifestoni, e camicette scollate. Il suo nome si trasmetteva da una bocca all’altra, non trasportato da un’onda elettromagnetica di faziosissime televisioni private condotte da ignorantissimi, presuntuosissimi e pieni di soldi conduttori televisivi. Il suo nome si trasmetteva non da una bocca all’altra ma da un cuore all’altro trasportato da un sentimento impercettibile che pian piano diveniva una valanga.
Erano tempi in cui il conflitto di interessi non esisteva perchè il candidato aveva la qualità di vergognarsi al solo pensiero che avrebbero potuto rimproverargli che utilizzava i beni e le strutture o i soldi della Comunità per fini personali.
Erano periodi in cui un professore universitario non avrebbe favorito la realizzazione di una facoltà universitaria inutile nè un imprenditore edile o un geometra o un ingegnere avrebbe gestito l’Assessorato da cui dipende l’ufficio tecnico comunale che rilascia le concessioni edilizie anche ai clienti del suo studio privato.
Quanta acqua è passata sotto i ponti. Nostalgie? Forse ma la sostanza non cambia. Per le prossime elezioni di maggio a Modica abbiamo due schieramenti principali in campo che si contendono non la guida della Comunità modicana ma la gestione dei soldi del Comune: centrodestra e centrosinistra. Un terzo schieramento è costituito da due liste di appoggio ovvero di autoappoggio nel senso che cercheranno di imporre, a chi offre di più, una loro presenza nel tavolo da pranzo, quando durante il mercato delle vacche, prima del ballottaggio, si spartiranno il bottino come facevano i mercenari ottocenteschi dopo aver conquistato una città.
Zii e nipoti, ex mogli ed ex portaborse nobilitati, piccoli Berlusconi e conduttori di televisioni guideranno, alla conquista del potere, un esercito di non meno di 600 giovani; giovani-vecchi e sconosciuti che alcuni vecchi-vecchi hanno avviato, come in un rito di iniziazione, nei sentieri del più totale asservimento culturale di un mondo degradato.
Sono giovani e forti. Già i capi da alcuni giorni si affacciano ciascuno dal proprio manifesto esibendo il sorriso d’occasione, gli occhiali in mano, la capigliatura in ordine, uno sfondo studiato e significativo e la frase studiata capace di dire tutto: anche il nulla, tanto nessuno se ne accorge.
La grande kermesse da grande fratello è cominciata poco conta che sia assente la cultura politica, la coerenza. Aria, aria! Sembrano dirci dai loro manifesti con frasi imbecilli, quando non sono prive di significato. Cosa è questo pesante ammorbamento della nostra libertà, liberiamoci dalle pastoie della coerenza e della sobrietà, inutili sovrastrutture ed orpelli che ci hanno bloccato per anni.
La notte si fa sempre più nera: da liberi a sudditi di un nuovo padrone, anzi del vecchio... del solito. In attesa di un nuovo ciclo.
L’assessore Giorgio Cavallo lascia la politica.
Anche nel lasciare la politica per ritirarsi a vita privata l’Assessore Giorgio Cavallo non ha deluso i suoi fans. Egli amante delle disfide culturali con questo suo ultimo atto ha dimostrato di essere l’uomo dalle sfide impossibili.
Infatti, mentre nella evoluzione normale l’uomo, per la saggezza che gli deriva dagli anni, si muove da posizioni estremiste a posizioni moderate lui si muove da posizioni moderate a posizioni estremiste, rispolverando un plutocratico Mussoliniano, da destra radicale. Sul giornale di Sicilia del 14 marzo 2007, egli ci racconta che lascia la politica perchè questa ha ceduto il passo ad una politica dominata dal capitalismo., aggiungendo, che “Alcuni recenti segnali provenienti dal mondo della politica mi hanno fatto capire che non ce più posto per la politica come la intendo io Non mi trovo più a mio agio in questo ruolo. Dopo una breve fase democratica, infatti la politica e tornata in questi ultimi tempi ad una visione plutocratica”. Noi avevamo avuto un battibecco con il dott. Cavallo e per certi aspetti avevamo chiesto venia ma queste parole ci confermano che quanto avevamo scritto sulla “cultura come sagra della salsiccia” aveva solide basi. Ma dove è vissuto in questi anni? E questa “breve fase democratica della politica” quale è stata? Forse quella che va dal suo insediamento all’assessorato alla cultura alla sua sostanziale cacciata da Alleanza Nazionale che non lo aveva mai riconosciuto come suo Assessore?
Il dott. Cavallo ha detto una cosa vera e sacrosanta, ma lui non ha i titoli per dire questa verità, perchè se è vero che la verità esiste ed all’uomo è dato solo riconoscerla, lui potrà evocarla ed indicarla solo dopo una grande autocritica.
Questo modo di fare ci ricorda anche il comportamento di un voltagabbana modicano divenuto grandissimo solo in questi ultimi mesi, che appena veniva estromesso da un assessorato (mai durante o prima) che la sinistra gli assegnava si scatenava in una serie di cose che non andavano. Pur essendo vero che una rosa non fa primavera è pur vero che le cose sono o non sono. E se sono, sono prima e sono dopo: non solo quando fa comodo.(Terzo Occhio in Dialogo aprile 2007)
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Elezioni comunali maggio 2007
Schede di piccoli e grandi voltagabbana.
Terranova Saverio, bocciato. Nel 2002 candidato con Forza Italia nello schieramento di centrodestra ma non viene eletto. Il valzer degli assessori frenetico del Sindaco Torchi lo favorisce e per le dimissioni di un Forzista, rientra in consiglio comunale e si iscrive nel gruppo consiliare “Progetto Modica” schierandosi con il centrosinistra.
Da “Radio latteria” si è appreso che forse aveva cambiato gabbana, perchè il centrodestra non avendo nominato subito assessore un consigliere comunale Forzista non gli ha consentito, come primo dei non eletti, di rientrare in Consiglio comunale e quindi di essere rieletto Presidente del Consiglio comunale, carica che aveva ricoperto in quota Forza Italia nei cinque anni precedenti. In queste elezioni si è presentato con il centrosinistra; i bene informati ritengono che aver mantenuto la stessa gabbana per tanti mesi gli consentirà di scrivere almeno un libro.
Assenza Giorgio, bocciato. Candidato di “Idea di centro” ha la stessa data di nascita (26/06/1977) di un altro (?) Assenza Giorgio che nel 2002 venne eletto nelle fila della Margherita: è un caso di voltagabbana?
Cavallino Vincenzo, depennato. Eletto nel 2002 nelle liste dell’Udc è voltagabbanato in Forza Italia dove, però ha scelto un Minardo che gli ha portato sfortuna, tanto da essere depennato non dagli elettori ma da un democratico di razza devoto a padre Pio ed alla Madonna.
Gerratana Antonino, promosso. Eletto in Forza Italia, nel 2002 per dissidi di “altissimo” livello politico con i Minardo si è insediato nel Movimento per l’autonomia.
Failla Sebastiano, bocciato dagli elettori promosso dal sistema. Eletto nell’Udc nel 2002, si è dimesso perchè divenuto consigliere provinciale. Visto che è moda non ha voluto farsi mancare una seppure piccola voltagabanatura... [di ritorno?] tornando in queste elezioni in Alleanza nazionale. In questi casi ci chiediamo: sono due voltagabbanismi oppure il secondo annulla il precedente? Anche senza consigliere comunale dovrebbe ricoprire l’incarico di Assessore nella giunta Torchi.
Stracquadanio Salvatore, bocciato. Un altro un piccolo voltagabbana di ritorno. Da democristiano ad Alleanza nazionale e, quindi il dolce ritorno nell’antica casa di quella che vorrebbe essere la continuazione della vecchia madre democristiana a Modica prostituita nel frattempo da idee laiche, o meglio atee.
Giunta Marisa e Polino Michele, promossi. Non possono essere considerati piccoli voltagabbana avendo semplicemento scambiato i partiti del 2002 con quelli del 2007: L’Udc ha perso la Giunta ma ha guadagnato il Polino; al contrario Forza Italia. Un pò come fanno alcune squadre di calcio quando si scambiano giocatori di razza
Rizza Salvatore, promosso. Nel 2002 con “Modica Viva” ha gabbato tanti elettori di Rifondazione comunista voltagabbanando con un forzista con il quale, però, gliene dobbiamo dare atto, ha regolarizzato l’unione presentandosi ora con “Azzurri per Modica” lista imbrigliavoti di Forza Italia.
Rosa Giovanni, ha vinto. Non si è candidato ma non ha voluto rinunciare alla possibilità di quasi completare la chiusura del cerchio. E’ difficile immaginare l’ebbrezza che si prova nel partire dal partito comunista ed arrivare alla corte di Berlusconi.
Chiederà di passare in Alleanza Nazionale e poi in Fiamma Tricolore per completare il giro di 360 gradi e ritrovarsi, quindi nel punto di partenza?
Scarso Carmelo, bocciato. Nel 2002 candidato con Forza Italia nello schieramento di centrodestra ma non viene eletto. La sfilata degli assessori del frenetico Sindaco Torchi lo favorisce e per le dimissioni di un Forzista, rientra in consiglio comunale, dove tiene duro in Forza Italia fino a quando si rese conto che nessuna strada portava a Palermo. Da Onorevole regionale mancato in queste elezioni ha voltagabbanato si ma poco mantenendosi nello stesso schieramento di destra; almeno per il momento considerato che l’MPA ha un innato DNA di voltagabbana, come dimostra il comportamento nel comune di Vittoria.
Di Giacomo Santo, promosso. Da Forza Italia ad Idea di centro, ovvero da zio a nipote.
Nota:
Qualcuno ha definito le nostre accuse di voltagabbana un modo di “muoversi in maniera faziosa” per mettere in “cattiva luce alcune persone”. Per essere un po’ credibili, queste accuse di faziosità vanno completate indicando la fazione, il clan, il partito, la conventicola che Terzo Occhio difende e della quale fa parte. Altrimenti diverrebbero faziosi anche tutti quegli studiosi che non sopportano di divenire schiavi dello schemino destra-sinistra ed analizzano la politica come sintesi operativa di una visione del mondo.
Se poi definire voltagabbana chi da comunista diviene filo berlusconiano significa mettere in “cattiva luce le persone”, è necessario prendersela con il vocabolario della lingua italiana: è esso il colpevole del significato dispregiativo che viene dato a chi opera simili rivolgimenti del pensiero, specie quando ad ogni cambio di casacca al voltagabbana viene assegnato un assessorato, una presidenza del consiglio, oppure l’incarico di redigere libri di scarsissima utilità ad un ottimo prezzo.
Ad ogni buon fine Noi non vogliamo caricare il termine “voltagabbana” di significati diversi da quello che gli attribuisce il Dizionario della lingua italiana De Mauro. “Voltagabbana: s.m. e f.inv., chi cambia opinione disinvoltamente e con leggerezza per opportunismo e secondo le convenienze”.
Qualora si volessero intraprendere azioni legali si prega di denunciare direttamente il De Mauro che è rintracciabile presso l’editore Paravia corso Trapani 16 10139 Torino
(Terzo Occhio in Dialogo maggio 2007)
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Il Male è al potere. La nostra battaglia continua.
Con le elezioni amministrative dello scorso maggio, si è conclusa la prima fase della nostra azione di contrasto al sistema politico degenerato che si è insediato a Modica.
Facciamo il punto della situazione per iniziare la seconda fase che finirà con le elezioni regionali, quando Torchi si dimetterà per tentare di andare a Palermo, buggerando ancora una volta l’elettorato al quale ha chiesto un altro quinquennio per portare a termine i progetti iniziati.
Dall’agosto 2006 al maggio di quest’anno il Gruppo “Terzo Occhio” ha pubblicato e distribuito il “Manifesto dei somari” ed 8 numeri del suo “foglio di battaglia”. Le analisi fatte hanno trovato conferma nei risultati elettorali che hanno mostrato che “Il Male è al potere”. Chiariamo che il “Male” non si identifica con oltre il 65% di suffragi conseguito dalla coalizione vincente, ma col sistema, nel quale persino l’opposizione è funzionale al potere.
Quando il prof. Barone parla di problema culturale e di rifondazione della politica per giustificare la sonora sconfitta del Centrosinistra, fa proprie alcune nostre valutazioni, ma solo a parole, non nei fatti. Egli, contribuendo a tenere in piedi un carrozzone universitario con lo stesso atteggiamento mentale ed elettorale con il quale la maggioranza tiene in piedi i suoi carrozzoni multiservizi, dimostra di appartenere al “Fronte del Male”.
Chi volesse rileggere i nostri scritti, confrontando le date, potrà verificare come i temi da noi affrontati siano divenuti successivamente argomento del giorno.
Lo dimostrano le trasmissioni televisive nelle quali si dice che i costi della politica in Italia superano la somma di quelli di Francia, Spagna ed Inghilterra messi assieme. Gli Onorevoli che andavano in televisione a farsi belli annunciando la riduzione del proprio stipendio, dimenticavano d’informarci che il giorno prima se lo erano aumentato in Parlamento, all’unanimità e senza astenuti, di circa 1.200 euro al mese, per mezzo di un provvedimento camuffato in modo tale da non risultare nei verbali ufficiali. (Abusi & Privilegi, Achille della Ragione, il legno storto, 28 Maggio 2007). C’è da meravigliarsi?
Noi abbiamo preso le misure al sistema e abbiamo la presunzione di conoscerlo, e di osservarlo con la stessa freddezza con cui Giampaolo Pansa parla di “cucina del Ristorante Italia” dove, per fare ordine, occorre che “arrivi qualcuno dall’esterno della cucina con un progetto autoritario e provi a riformare tutto [...] Ma cosa dobbiamo invocare, l’arrivo della dittatura? Io non credo!” (La grande crisi della politica in Matrix del 23 maggio 2007, Canale 5).
Noi sappiamo che a situazioni estreme la storia risponde con soluzioni drastiche. Non è forse vero che nell’antica Roma, veniva periodicamente eletto per la durata di sei mesi un “Dittatore”? E cosa era Cincinnato, il salvatore della Patria nei momenti di debolezza, se non il dittatore invocato?
Immersi in questi scenari generali, abbiamo deciso la nostra azione politico-culturale, certi che la goccia (Modica) prelevata da un catino d’acqua inquinata (Italia) contiene tutti i suoi germi patogeni.
Preferiamo il discorso locale perché qui il cittadino ha la possibilità di dare un volto ai “germi patogeni” che si chiamano: voltagabbanismo, arroganza, mediocrità etica e politica. Abbiamo scelto d’interessarci della cucina di Palazzo San Domenico (ormai un residence!) e del ristorante attiguo, perché vediamo più da vicino i volti dei commensali.
Non ci preoccupa l’accusa d’essere presuntuosi, qualunquisti e antipolitici, visto il pulpito dal quale proviene e del quale da simpatizzanti siamo divenuti antipatizzanti, come il pessimista è un ottimista che ha fatto esperienza.
L’annunciata “Intervista a Terzo Occhio”, dopo un grande lavorìo e qualche litigio con l’intervistatore Carmelo Modica, dovrebbe essere distribuita nelle edicole modicane entro il mese di agosto, e ci sembra la giusta conclusione della prima fase della battaglia. Con l’aiuto delle dichiarazioni rese in varie occasioni da Pietro Torchi, Giuseppe Drago, Riccardo Minardo, Carmelo Carpentieri, Giorgio Cavallo, Domenico Pisana, Giuseppe Barone (per limitarci ai più noti), vi si rappresenta la microfisica del potere modicano e vi si fa quell’analisi dell’esistente che diviene il presupposto per elaborare una linea d’azione e d’intervento (come il “Che fare?” di Lenin).
La seconda fase partirà da questi due postulati: il Male è al potere; il Male può essere battuto solo a livello culturale, perché ha un potere economico impressionante con cui controlla ed assoggetta la società civile.
Noi tenteremo di elaborare un’azione che coinvolga tutti gli uomini di buona volontà che non si vergognano d’esserlo, e dia un volto ai “germi patogeni”, tra i quali privilegeremo i “Voltagabbana”, osservando con cura i luoghi dove più numerosi abbiano preso momentaneo alloggio, come il Movimento “Idea di centro”.
Intendiamo creare un clima culturale per il quale al viso di ogni politicante si associ la figura del voltagabbana che è, se lo è, e lo stesso per l’arrogante ed il politicamente mediocre.
Per farci meglio capire, riportiamo un episodio esemplare. Il Movimento giovanile di Alleanza Nazionale, il 18 maggio scorso, ha preso la lodevole iniziativa di rimuovere i manifesti elettorali abusivi che imbrattavano molte zone della città. Una settimana dopo, un esponente ormai grandicello della stessa A.N., di cui era Commissario, le imbrattava nuovamente con un manifesto di ringraziamento a quei cittadini che pure lo avevano trombato al Consiglio provinciale e non avevano eletto neanche un Consigliere comunale del suo Partito a Modica. Di cosa ringraziava costui? Forse della “grazia” ricevuta da parte del potere di fare l’Assessore? Ma di ciò, che merito potevano averne i suoi elettori per essere così ringraziati?
Se nessuno farà mai caso a questi piccoli fatti, la loro somma diventerà un fardello insostenibile che ci toccherà portare tutti.
Siamo nel buio di un tunnel e il potere ci regala occhiali da sole. Per proteggerci da cosa? Forse dall’insopportabile vista della sua sostanza?
Se volessimo uscire nella luce e ci liberassimo delle lenti affumicate, vedremmo i nostri politicanti nudi. E loro sanno bene quanto sia oscena la loro nudità.
Prendete nota: Domenica 5 e mercoledì 15 agosto sulla spiaggia di Marina di Modica distribuiremo il nostro “Foglio di battaglia” nel quale sarà spiegato il programma d’azione della seconda fase. Buone vacanze.(Terzo Occhio in Dialogo giugno 2007)
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Se la politica è Torchi noi siamo l’Antipolitica
Poichè la parola, per sua natura, è sempre stata ed è strumento attraverso il quale l’uomo trasmette all’altro concetti e visioni del mondo, il linguaggio è stato da sempre, particolarmente studiato dai rivoluzionari perchè attraverso la sua accorta manipolazione è stato possibile ottenere risultati importantissimi nell’azione di controllo delle popolazioni.
Infatti, riuscire a caricare una parola di un significato significa anche modificare il concetto che con essa si vuole trasmettere, con, almeno, il minimo risultato di creare un problema di comunicazione negli avversari.
La tecnica di caricare una parola di un significato non proprio, perseguente uno scopo nascosto, molto usato come arma demolitrice, sia dai rivoluzionari che dalla propaganda, viene utilizzata anche dal potere che ha il problema di conservarsi.
Per esempio valga il termine revisionismo che, pur avendo come significato proprio la normale attività di revisionare i concetti già acquisiti come verità, alla luce di inoppugnabili scoperte scientifiche o di documentazione storica, esso è divenuto un epiteto che i vincitori della seconda guerra mondiale utilizzano per impedire che sia posta in discussione la verità storica che hanno imposto.
Simile è il procedimento che si sta adottando con il termine antipolitica che un potere scialacquatore, amorale ed affarista lancia con grande disprezzo nei confronti di chi, sulla scorta di inconfutabili segni di delinquenza politica, tenta di opporsi al malaffare. Con l’incredibile pretesa di far passare l’idea che loro, i delinquenti, rappresenterebbero la politica, cioè il bene e chi si oppone l’antipolitica, cioè il male; loro, i delinquenti, il diritto, e chi si oppone il caos.
Chi ci conosce sa benissimo che l’accusa di antipolitica che ci dovesse essere rivolta dall’attuale dirigenza politica modicana per noi sarebbe un alto riconoscimento implicito, nella stessa maniera in cui ricevessimo un rimprovero da parte di un riconosciuto delinquente.
Perciò non è da escludere la possibilità che si possano creare le condizioni perchè questa qualità ci venga riconosciuta con una bella sentenza di condanna da parte di un giudice che “In nome del popolo italiano...ecc, ecc”.
Ovviamente saremo noi a scegliere quando, come, l’argomento ed il mediocre politico modicano che dovrà usarci la cortesia di querelarci. Sappiamo, e li stiamo valutando, che esistono meccanismi che prevedono la condanna del querelato e la distruzione morale e politica del querelante. Ormai la vera delinquenza è quella che il codice penale non riesce a codificare.
Ormai non è possibile trascinare davanti ad un giudice gli autori delle più efferate attività contro il benessere della Comunità, in una Nazione in cui si pensa di affidare a decreti legge il compito di tracciare le linee della civiltà abbandonando ogni Riferimento Superiore ed Alto alla Civiltà che pure i nostri padri ci avevano lasciato in eredità e custodia.
Stanno venendo i tempi in cui alcuni valorosi per trascinare il male davanti al giudice devono loro farsi trascinare davanti ad un giudice per chiedere la concreta propria condanna per aver violato una norma del codice penale formale ed ottenere la Condanna Morale del convenuto, costringendolo a rendere nota nel processo una non giuridicamente condannabile condizione di mediocre e di servo.
Per il momento diciamo,che se questi mediocri politicanti modicani sono la politica, noi siamo l’antipolitica: siamo, orgogliosamente l’antipolitica. Noi con costoro non vogliamo avere niente a che fare.
Sono questi i temi che i componenti del “Gruppo Terzo Occhio” hanno analizzato e discusso durante l’estate. E’ in questo periodo che è stato fondato il laboratorio culturale Terzo Occhio (LaborCulTO) come strumento essenziale di un nostro “Che fare?”
Un Che fare? che è la fase naturale di quel percorso iniziato nell’ottobre del 2004 con quella lettera aperta a nove modicani che pur non provocando quanto era stato ipotizzato, ha generato una situazione politico-culturale interessante che sta preoccupando la direzione politica modicana e faremo di tutto perchè questa preoccupazione aumenti.
Ci sembra che stia crescendo, una area culturale che possiamo definire “Area Terzo Occhio” che ancora non sappiamo circoscrivere. Essa non è quella definibile “antagonista”, anche se in questa direzione vediamo interessante la presenza in consiglio comunale del consigliere Cerruto; egli, infatti si distingue per una marcata distanza dalla cultura identica che accomuna la maggioranza del centrodestra con la finta opposizione del centrosinistra, anche se poi egli non riesce a liberarsi dalla camicia di forza di un modello ideologico che ha fallito e ci auguriamo che riesca a porsi in maniera disincantata. Dio sa quanto vorremmo sbagliarci.
Esiste una vera e propria rete formata da più gruppi che, senza gerarchie, sta lavorando e coltivando propri interessi culturali e trovandone grande gratificazione ha posto e pone in atto un’attività culturale istintivamente convergente che pare cominci a dare frutti in direzione di un clima in cui si possa percepire la incredibile mediocrità culturale della classe politica che governa Modica.
E’ stata pubblicata “L’intervista a Terzo Occhio” di Carmelo Modica, una “Lettera aperta al Sindaco di Modica” e l’ultima domenica di ottobre in una bancarella del mercatino dell’usato sarà distribuito il tredicesimo numero unico del foglio di battaglia “Terzo Occhio”.
In questo quadro si è inserito “Bernaldo Del Bianco”, autore di tre libretti dissacratori e pesanti, che daranno sostanza ad un libello che sarà pubblicato entro il mese di novembre a cura del Gruppo “Terzo Occhio” dal titolo Cultura e salsiccia che avrà come attori principali Il Sindaco, l’ex assessore Cavallo e l’ex assessore Barone. Completa il panorama dei lavori in fase di pubblicazione la “Lettera aperta all’on Minardo”, con la quale si chiede all’interessato di smetterla di offendere i cattolici modicani.(Terzo Occhio in Dialogo ottobre 2007)
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I Ds (ora Pd domani chissà ma sempre Guareschiani) modicani e la cultura.
La politica non ha memoria, non vuole avere memoria, a volte le conviene non avere memoria.
E’ quello che accade al neo segretario cittadino dei Ds Giancarlo Poidomani che ha chiesto al Sindaco Torchi due cose (Giornale di Sicilia 3 ottobre 2007): a che punto è la pubblicazione degli atti del Convegno storico sulla Contea di Modica tenutosi in occasione del settimo centenario. Il prof. Giancarlo Poidomani se non ha applicato le tecniche della disinformazia comunista ha certamente adottato quelle della “Confusazia”.
Noi condividiamo in toto le richieste del Segretario Cittadino dei Ds, ma le accoglieremmo con maggiore intima soddisfazione se esse fossero precedute da un doveroso preambolo, il cui contenuto ci permettiamo di suggerirgli qui di seguito, con parole nostre.
“Signor Sindaco, Piero Torchi Lucifora,
premesso che anche noi non abbiamo mai posto ordine nella gestione del Teatro Garibaldi, pur avendo il merito di averlo restaurato e restituito alla sua funzione;
premesso che anche noi abbiamo ricoperto la carica di Assessore alla Cultura insediandovi uno dei nostri uomini migliori, e che per tutto il periodo del suo mandato, detto Assessore non ha pubblicato gli atti del Convegno storico sulla Contea di Modica (marzo 1996) e, per di più, non ha nemmeno consentito agli studiosi di prenderne visione in opportuna sede;
premesso che il medesimo Assessore, operando una premeditata confusione tra pubblicazione e consultazione, si è permesso di prendere per i fondelli i rappresentanti di Fiamma Tricolore i quali chiedevano di rendere disponibili i testi, ancorché non riuniti in pubblicazione patinata, all’osservazione degli studiosi;
premesso tutto ciò, ci piacerebbe sapere quale sarà la politica culturale della II Amministrazione Torchi, ecc.”.
Senza simile premessa, ci sentiamo di dire al cortese Giancarlo Poidomani che, col suo Comunicato stampa, rischia di offendere l’onestà intellettuale, la sua in primo luogo, che non ci sembra ancora divenuta un valore così anacronistico e, per questo, forse farebbe miglior figura ad astenersi dallo sproloquiare sulle nequizie altrui delle quali è responsabile per il prima e, per il dopo e sino ad ora, correo.
L’apparato di partito forse gli ha sottaciuto che una, sia pur minuscola, casa editrice locale aveva proposto all'Assessore della sua parte politica di stampare, in edizione povera, gli atti del Convegno, almeno nella quantità di copie necessarie per inviarle alle due principali biblioteche nazionali ed a quelle siciliane (non sarebbero servite più di 40 copie) in modo da consentire agli studiosi di consultarli. Vorremmo anche informarlo, qualora non ne fosse a conoscenza, che la risposta dell’Assessore all’editore fu che gli atti dovevano: "essere pubblicati come si deve".
Il Comunicato del Segretario Ds ci riempie di tristezza.
Come non è dignitoso violentare la Storia sino ad inventarsi la balla della Giostra dei Chiaramente, allo stesso modo, non è possibile organizzare nel 1996 il Convegno storico sulla Contea di Modica, con impegno della pubblicazione degli atti, e far trascorrere tanti anni di gestione diretta dell’Assessorato alla Cultura senza poi farlo, e venendo fuori con un estemporaneo Comunicato che rivela una brusca saccenteria giammai sfiorata dal minimo sentore di autocritica.
Non ce ne voglia il Segretario Poidomani, se noi non riusciamo ad associare il suo Comunicato al concetto di Cultura, ma lo rassomigliamo piuttosto ad un nobile salume come la salsiccia modicana, insaporita dal peperoncino ed aromatizzata con semi di finocchio selvatico, il cui trito viene insaccato nel budello di un suino dal quale non può, né deve, uscire.
Altrettanto odore di salsiccia non cotta sentiamo nel modo di proporre la nomina di Andrea Tidona per il ruolo di Direttore artistico del teatro Garibaldi.
A noi Andrea Tidona ci sta bene, anzi, benissimo! Infatti, non solo lo stimiamo per il lustro che dà alla sua città, ma gli vogliamo bene anche come amico, mai insuperbito dal successo e sempre disponibile. Ma la sua augurata nomina non può precedere il progetto (culturale ed amministrativo) di organizzazione, impiego e fruizione sia delle risorse che delle potenzialità del Teatro e, quindi, della sua gestione. (1)
Seguire la strada all’inverso, ci somiglierebbe troppo alla procedura utilizzata per scegliere d’innestare un ramo della nostra città con la talea di un “Corso di laurea in Scienze del Governo e dell'Amministrazione”, decidendo senza riguardo per le reali esigenze del territorio e senza un progetto, se non quello funzionale al soddisfacimento di un programma di parte.
Sull’ultimo argomento, il LaborCulTO sta elaborando uno studio che sarà pubblicato entro l'anno.(Terzo Occhio in Dialogo novembre 2007)
(1) Per completezza d’informazione, vogliamo ricordare che un tuttologo universitario, figlio di un Amministratore allora in carica e compagno di partito del Poidomani, sputava sentenze estetiche sulla scelta delle poltroncine del Teatro.
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L’abisso incolmabile fra Cultura e violenza, fra Civiltà e barbarie
Nonostante l’età avanzante intensifichi il crescente desiderio di astrarci dalla realtà che ci circonda, indotti dalla constatazione che l’attuale non è né bella, né buona, né giusta, ci sono avvenimenti che ci tirano per la giacchetta (la gabbana che mai abbiamo rinnegato o rivoltato) e ci forzano a formulare pareri.
La contingenza che ci obbliga ora, è la notizia (vera o artefatta che sia) di pratiche minatorie nei riguardi di cittadini modicani.
In premessa, ci sembra utile annotare che il nostro espediente d’indossare uno pseudonimo continua a funzionare, poiché molti attribuiscono di volta in volta la responsabilità delle nostre sporadiche manifestazioni alla persona sbagliata.
L’errore degli insaziabili ricercatori dell’inconcludente potrebbe derivare da due fatti concomitanti, preparati con cura al momento della scelta del progetto di dare più importanza a quel che si dice che a chi lo dice.
Il primo: noi stiamo a Modica per brevi periodi, perché adoperiamo le nostre risorse per viaggiare e recarci là dove si pratica con serietà gioiosa la celebrazione della Cultura e non la sua finzione, rinunciando di buon cuore a vedere ed odorare le escrezioni che sempre si rivelano essere gli “eventi” culturali annunciati con gran clamore di costosa pubblicità. Solo una volta l’anno si può sopportare il pessimo gusto del “concerto di Natale” viennese con il pubblico che batte il tempo nell’inevitabile e conclusiva marcia di Radetzky. L’evento culturale non si programma: esso avviene quando si condensino in un unicum irripetibile tutte le variabili che lo determinano. Che una manifestazione culturale sia stata un “evento” lo si capisce sempre quando si è conclusa, rimanendone perenne l’effetto nella memoria.
Il secondo: un ristretto numero di fidati sodali, da contare sulle dita di una mano, a seconda delle necessità, ci aiutano a stravolgere (errori compresi) lo stile degli scritti che inviamo loro, in modo da sviare chiunque persegua la futile curiosità di una scoperta inutile. Nel nostro travestimento, oltre ad ispirarci a Zorro (che, come tutti sanno, in spagnolo è il maschio della volpe) abbiamo preso in considerazione anche l’Idra delle paludi di Lerna, le cui molte teste ricrescevano non appena tagliate, appurato che a Modica non c’è un Ercole capace di eliminarla e tuttavia speranzosi che un Euristeo del caso ne mandi da queste parti almeno un simulacro incaricandolo della fatica di farlo, essendo onorevole soccombere a un degno avversario.
Abitare in pianta stabile in un luogo non offre né maggiori né minori possibilità di conoscerlo. Anche a starne lontani si può essere informati di ciò che vi avviene. Il mondo si è fatto piccolo ed è assetato dello stesso anelito alla mediocrità omologante: la differenza ormai sta solo nel grado di limitatezza degli omologati e di violenza dei loro avversi.
Abitare in pianta stabile in un qualsiasi luogo non offre né maggiori né minori possibilità di fare Cultura.
Giovanni evangelista ci narra di Filippo, che dice a Natanaele di aver trovato Colui di cui hanno scritto i Profeti e che è di Nazaret. Il povero Natanaele non può trattenersi dallo sbottare in una domanda retorica: “Da Nazaret può mai venire qualche cosa di buono?”, ma poco dopo Gesù lo convince del suo errore di valutazione. Naturalmente questo non può aver cambiato l’idea che a quel tempo la gente aveva di Nazaret, ma almeno ci dice che da quel paese poteva venire anche qualcosa di buono.
Allo stesso modo si può nutrire la speranza che da Modica possa venire, come venne un tempo, qualcosa di Cultura ed è indegno di un uomo di cultura minacciare; persino chi si crede di esserlo non essendolo.
La Cultura non può essere imposta, perché ciò è contrario alla sua stessa essenza: la Cultura emana un fascino irresistibile capace di attrarre chiunque. Ella fa proseliti per seduzione, mai per imperio.
Non è forse Cicerone nel suo Brutus a dire: “Vincebamur a victa Graecia, eravamo vinti dalla vinta Grecia”, per significare la sconfitta di Roma nel campo dell’eloquenza? E chi non ricorda il verso di Orazio, “Graecia capta ferum victorem cepit, la Grecia conquistata ha conquistato il selvaggio vincitore”? Con questa frase il poeta di Venosa afferma, una volta per tutte e proverbialmente, la superiorità della Cultura e dell’Arte sulla forza delle armi (oggi sulla forza del denaro).
E’ possibile che il mondo sia tanto cambiato che alcuni dissennati pensino che la Cultura possa imporsi con la violenza, con la minaccia, con l’intimidazione? Siamo certi di no, almeno quanto lo siamo del fatto che la prepotenza di coloro che propugnano un tale errore dimostra in maniera incontestabile il loro delirio da incivili e da incolti.
Poiché la Cultura è l’unica cosa che nessuno ci può rubare, è anche l’unico tesoro che abbiamo sempre a disposizione per farne dono.
Le associazioni dei commercianti ci dicono che la corsa allo shopping natalizio subirà un drastica riduzione a causa della penuria di pecunia nella quale siamo costretti dalle deliberazioni di governanti non eletti dal popolo, ma nominati a loro immagine e somiglianza da personaggi del tutto privi di cultura nel chiuso di gabinetti d’indecenza.
Gli uomini di buona volontà potrebbero cogliere questo calo di frenesia spendereccia come occasione per rallegrarsi le prossime festività leggendo un libro.
Nell’augurare a tutti ogni bene, ci congediamo dal 2007 offrendo un piccolo suggerimento che speriamo risulti utile: leggete, o rileggete, quei testi che hanno dimostrato di resistere nel tempo e considerate la straripante quantità degli altri alla stregua di cronache da giornale. Una volta l’anno, almeno una volta, rinunciamo alla superficialità delle informazioni ed immergiamoci nelle profondità sterminate dell’animo umano.
A puro titolo di esempio, siamo sicuri che molti rimarrebbero affascinati leggendo l’Antico Testamento, soprattutto i cattolici i quali, ritenendolo ormai Vecchio e così chiamandolo, non sembrano adusi a frequentarlo senza il filtro peloso di mediatori istituzionali. Forse, la malia di quel libro potrebbe indurli a comprendere cosa sia Cultura.
(Terzo Occhio in Dialogo dicembre 2007)
2008
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Programma 2008: I diari segreti del Sindaco Torchi e la messa in scena di Don Calogero e....
La fine di un anno e l'inizio di un altro suggeriscono sempre consuntivi e programmi. Un caro amico, che fa parte del Gruppo Terzo Occhio, ci ha fatto dono di tutto il materiale che il Gruppo stesso ha elaborato: 14 fogli di battaglia e tutti i titoli contenuti nel catalogo delle "Edizioni di Terzo Occhio".
Ci sembra un lavoro davvero degno di particolare considerazione e stima; ogni elaborazione, pur essendo il frutto di una singola persona, sembra obbedire ad una unica logica e ad un unico progetto. Il materiale era accompagnato da una breve nota che, pur non essendo un vero programma, elenca alcune cose che il Gruppo ha in animo di realizzare.
Su due di esse vogliamo soffermarci perchè le consideriamo di fortissimo impatto.
Pubblicazione dei Diari segreti del Sindaco Piero Torchi Lucifora.
E' davvero geniale l'idea di pubblicare fantasiosi diari segreti del Sindaco capaci di mettere a nudo il "pensiero politico" del nostro primo cittadino, anche perchè lo stesso ha dato più volte segni di insofferenza a questo modo di essere posto in discussione. Noi consigliamo la pubblicazione a puntate. Solo così sarà possibile adattare il testo ai fatti del momento e di stimolare con più efficacia il sorriso, la riflessione e, speriamo la reazione elettorale.
Messa in scena della rappresentazione teatrale: Don Calogero, il Sindaco, il Professore ed i voltagabbana.
Questo progetto è senza dubbio il più ardito ed impegnativo ed è per questo che intendiamo dare subito un nostro primo contributo. Ci sembra anche indovinata la persona cui è stato affidato il compito di redigere la scenografia, ed è anche saggio non rilevarne il nome per evitare che riceva pressioni inquinanti o dissuasive anche se, siamo certi, sarebbero state inutili.
Per quanto riguarda il soggetto, noi immaginiamo cinque personaggi cui far corrispondere i seguenti atteggiamenti mentali e comportamentali:
Don Calogero: è il detentore del potere economico. E' sempre presente nella scena o direttamente oppure attraverso i colloqui degli altri attori. Mantiene sempre un comportamento calmo ma deciso. Un comportamento di neo borghese impegnato nel suo intimo a divenire nobile ma che di tanto in tanto ha dei cedimenti che rivelano l'antica origine.
Il Sindaco: mantiene atteggiamenti servili nei confronti di Don Calogero ed esageratamente arroganti con il capogruppo della maggioranza. Vive momenti di ducismo e momenti di rassegnazione alla condizione di figura incaprettata da una ragnatela di interessi privati, clientelari e di Famiglia.
Il Professore: Riceve da Don Calogero l'incarico di organizzare un corso di formazione per Consiglieri Comunali. I colloqui dovranno in effetti definire le qualità morali del consiglieri comunali e lo stato di asservimento alla struttura di potere, dal quale sono telecomandati. Studiare anche la possibilità che fornisca consulenze dotte al capogruppo della maggioranza sul come travestire gli interessi individuali e di famiglia in interessi politici e di commovente dedizione al bene della Comunità.
Capogruppo della maggioranza: Dovrà rappresentare la figura dell'antico "caporale". Ha rapporti diretti con Don Calogero e con il Sindaco. Con quest'ultimo intrattiene rapporti aspri perchè entrambi cercano di dimostrare a Don Calogero di essergli più utili ed risolutivi.
Capogruppo della minoranza e voltagabbana: Ha un rapporto di speranzoso servilismo nei confronti di Don Calogero. In lui si materializza la messa in scena dell'opposizione fittizia, fatta di formali prese di posizione contrarie e di sostanziali convergenze di interessi. Riceve da Don Calogero più apprezzamenti formali che il suo collega capogruppo della maggioranza. Una scena dovrà prevedere la richiesta a Don Calogero di passare con la maggioranza. Questi lo convincerà sull'utilità della sua presenza nelle fila dell'opposizione dove potrà meglio tutelare gli interessi della famiglia che, ovviamente si farà carico di ogni sua spesa in occasione delle campagne elettorali. Spiegherà, pure come non si deve mai escludere che qualora fosse necessario perdere le elezioni, la famiglia manterrebbe suo tramite un qualche aggancio con il nuovo potere. In questo contesto debbono, attraverso i colloqui, essere fatti tutti i nomi dei voltagabbana modicani. Una voce fuori campo spiegherà il significato nobile e quello meschino del voltagabbana secondo il vocabolario della lingua italiana.
L'onorevole: Più o meno come il Sindaco, con qualche colpo di stizza in più nei confronti di Don Calogero.
A questi personaggi principali si dovrebbero affiancare altri personaggi che possono essere materializzati anche solo dai colloqui tra questi attori principali. Pensiamo al piccolo imprenditore in sofferenza finanziaria che da Don Calogero ottiene lavoro in cambio di voti e tutte quelle persone che per ogni genere di attività sono costretti ad avere contatti quella "gioiosa macchina per prendere voti" che è la struttura amministrativa del Comune,. Non è da trascurare anche la presenza di un parlamentare "rattusu".
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Queste nostre indicazioni vogliono essere solo e semplicemente un piccolo imput ad un progetto sul quale invitiamo i pochi uomini liberi modicani che non sono ancora servi di qualcuno, a collaborare suggerendo personaggi nuovi e fatti specifici che devono caratterizzare i colloqui nella rappresentazione teatrale.
Ci sembra importante, in questo contesto, pensare ad una rappresentazione che sia capace di evocare la vasta trama intricata di manovre e di interessi che sovrasta l'attività del Consiglio comunale e tutto ciò che avviene prima di una riunione di un Consiglio Comunale, o di una Giunta. Una rappresentazione teatrale godibile da chiunque ma con un valore aggiunto per i modicani perchè fatti specifici e riferimenti oggetto dei colloqui devono essere capaci di dare un volto del politicante da sospettare.
Traendola dagli articoli che furono pubblicati nel 1985 su "I siciliani" di Giuseppe Fava, ci permetteremo di proporre al Gruppo la lettura dei passi che sono capaci di costituire l'antecedente dell'attuale sistema di potere politico-economico modicano, che potrebbe precedere con una voce fuori campo, l'ingresso nella scena di Don Calogero.
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Tutto questo per un gruppo di pressione culturale, quale ci sembra debba essere quello di Terzo occhio ha un valore aggiunto perchè da solo costringe a volare alto, nel campo delle sfide impossibili, dove il velleitarismo può suggerire di mirare al Sole con il pericolo di fare la fine di Icaro, ma pensate quale risultato se, invece, messa in scena in piena campagna elettorale, questa rappresentazione teatrale dovesse essere capace di rendere inutili i miliardi di un potere arrogante e culturalmente mediocre.
Kermesse di Terzo Occhio: mostra itinerante.
Dopo aver riletto il materiale elaborato dal Gruppo vorremmo suggerire di organizzare una mostra itinerante organizzando con gigantografie , volantini, libelli e cartoline tutto il materiale pubblicato. Mostra Itinerante perchè essa non deve essere limitata, come al solito, solo a Piazza Matteotti ma estesa a tutti i quartieri di Modica, anche extraurbani, specie dove alcuni voltagabbana, consiglieri telecomandati, assessori bocciati dalla democrazia e promossi dalla Famiglia pensano di essere i feudatari. E' necessario provocare il sistema ed i boss e sperare nella mediocrità della loro reazione. (Terzo Occhio in Dialogo gennaio 2008)
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Il nostro futuro Sindaco sarà Peppi Cuoppula dottore in salsiccia e Culatello.
"Ci sono delle epoche nella storia in cui si può andare avanti soltanto tornando indietro. Sono le epoche di decadenza, nelle quali una civiltà che si credeva acquisita si viene disfacendo sotto i nostri occhi costernati. Quando un organismo va in putrefazione, non si può costruire niente tra miasmi. [...] Questo è l'inizio della prefazione di Panfilo Gentile al libro "Apologia della reazione", di J: P. D'Assac, edizioni Il Borghese 1970, che un nostro amico, provocatoriamente, viste le nostre idee di "sinistra", ci ha dato in prestito.
Gli scenari nazionali, la immondizia di Napoli, l'arresto della moglie di Mastella, il veto alla visita del Papa alla Sapienza consentono di vedere questo organismo in putrefazione. E anche quando volessimo illuderci che si tratta di problemi a noi lontani, basterà sentire Torchi, Minardo (Zio e nipote) Carpentieri (Zio e nipote), Drago e gli altri per capire che siamo in presenza di una metastasi generale che non ha risparmiato il livello comunale.
Bisogna ricominciare- aggiunge Panfilo Gentile - da capo, tornare indietro e recuperare ciò che si è perduto. Perciò oggi il progresso può significare solo reazione. L'unico modo di essere progressisti è di essere reazionari.
Per reagire, però occorre assumere la consapevolezza di tale decadenza ed individuarne natura e responsabilità.
Occorre esercitarsi a distinguere il mediocre dal normale e per fare ciò occorre ispirarsi a principi perchè solo essi obbligano a presentare delle vedute essenzialmente sintetiche che, proprio perchè sintetiche, forniscono una vera spiegazione e non una semplice e spesso rissosa descrizione della realtà.
Occorre cioè cercare di creare una piattaforma culturale che costituisca per la riflessione a la meditazione un punto di partenza adatto e sufficiente per elevarsi oltre la vana moltitudine delle opinioni personali.
In questa direzione riteniamo fecondo il pensiero radicale fecondo poiché è il solo che va alla radice delle cose, "fino all'osso", rimettendo in discussione la concezione-del-mondo che sta alla base di questa civiltà ed è l'unico in grado di creare concetti audaci che spezzano l'ordine ideologico egemonico.
Un pensiero radicale ma non "estremista", né utopico, perché non avrebbe alcuna presa sulla realtà, ma capace di anticipare il futuro rompendo con un presente irrimediabilmente corroso da una mediocrità politica criminale.
Abbiamo molto apprezzato il chiarimento che ha dato Carmelo Modica a Domenico Pisana sulla scelta da fare quando le parole non sono sufficienti a variare il clima mediocre che sta ammorbando la nostra città. Ecco perchè, esclusa la violenza diretta, non rimane altro che scatenare delle vere e proprie tempeste politico-culturali, e per fare ciò è essenziale procedere cercando di percepire il senso generale delle cose, senza farsi imbrigliare da banalità.
Questo metodo ci viene suggerito dalla lettura della documentazione che riguarda una querelle tra il gruppo Terzo Occhio ed il prof. Giancarlo Poidomani, che certamente sarà il canovaccio principale del libello annunciato "Università e culatello" al quale anche noi daremo un contributo.
Ebbene possiamo anticiparvi, cari lettori, che è davvero incredibile la capacità che hanno alcune dichiarazioni del Poidomani di delineare un profilo davvero inedito del "professore universitario", dell'"ex comunista", del "politico" e, per certi versi, dell'"uomo"; dichiarazioni rese dal Professore in uno stato di mal celata rabbia per essere stato semplicemente contraddetto e quindi più vere e genuine e, quindi più utili per esprimerne il carattere ed il valore politico dell'uomo.
Faremo constatare al Professore Poidomani, molto tranquillamente, come le parole contano enormemente perchè sono il fondamento dei concetti, i quali a loro volta sono lo stimolo semantico delle idee che in origine sono il motore delle azioni.
Lo abbiamo già detto: "il Male è al potere" e si alimenta della mediocrità, della menzogna e della mistificazione della realtà.
E' capace di stringere alleanze con gli utili idioti ed i voltagabbana, sa nascondere il gladio sotto la toga per poi colpire più forte, conosce l'arte dell'agguato.
Noi stiamo cercando di creare a Modica un territorio liberato dalla ideologia della mediocrità politica, nella consapevolezza che la fine del ciclo ha delle sue regole e dei tempi di maturazione ai quali occorre adeguare ogni azione.
Questa è la fase della denuncia radicale. Se un onorevole fa entrare in una famiglia 1.350,00 € netti facendo lavorare quattro persone di quella famiglia con altrettanti lavori precari ottenendo in cambio per esempio 80 voti alle elezioni, quale può essere la ricetta del Gruppo Terzo Occhio per liberare questa famiglia dal filo di asservimento creato dall'onorevole?
Qualche tirapiedi di Torchi, o lui stesso, ha qualcosa da obiettare se diciamo che Torchi è un mentitore politico visto che si è candidato pur sapendo che si sarebbe dimesso per candidarsi alle regionali?
Ed è normale che noi dobbiamo spendere soldi per delle elezioni che servono solo al suo comodo?
Ed ancora: Torchi sarebbe stato eletto Sindaco se avesse detto con sincerità che era un Sindaco che fottendosene della stato in cui lasciava Modica si sarebbe dimesso per diventare onorevole?(1)
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L'azione di Terzo Occhio non è mossa da alcun prurito elettorale. I modelli politico-culturali dei Poidomani, dei Torchi, dei Draghi, dei Minardo, dei Carpentieri e degli altri vengono utilizzati per cogliere i canoni che caratterizzano la decadenza e la mediocrità politica, che non è una nostra invenzione ma è racchiusa tutta, ed in maniera evidente nei risultati oggettivamente fallimentari.
Sappiamo che stiamo vivendo la fine di un ciclo, addirittura sappiamo che il prossimo Sindaco di Modica ci farà rimpiangere il Sindaco Torchi, e da rimpianti in rimpianti arriveremo prima o poi all'ultimo Sindaco di Modica che nel preciso rispetto della tendenza alla mediocrità sempre più accentuata sarà "Peppi Cuoppula" proclamato dottore presso la facoltà del culatello.
Chi ha buone orecchie sa che non ci sbagliamo. Il nome che si fa largo tra i tavoli della Latteria e nelle sale dei barbieri è in linea con questa nostra davvero facile previsione.
(1) Se Torchi non si presenterà alle regionali non è perchè prima di andarsene vuole sistemare il Comune ma è solo perchè nei giochi della politica è stato fatto fuori
(Terzo Occhio in Dialogo febbraio 2008)
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I pennivendoli della politica modicana che hanno inquinato la nostra città.
La carriere politica si sviluppa di norma su tre livelli ed ognuno di questi livelli richiede un particolare tipo umano.
Il primo si presta a poche discussioni: è quello che presuppone soldi, molti soldi... davvero tanti soldi, con i quali "comprare" un posto vincente in una lista vincente.
Il secondo è quello di crearsi un pacchetto di voti con l'attività di "sbrigafaccende", di piccolo maneggione di miseri piaceri ed iniziare una carriera al servizio di qualche potente per denaro o per politica.
Un terzo è quello di brigare per fare il portaborse ad un onorevole alcuni anni, carpirne i segreti, i difetti, le amicizie, i vizietti pubblici e privati e vedere quale spazio sarà possibile ottenere.
E' facile rilevare come questi tre profili hanno in comune il fatto che non occorrono particolari competenze, cultura e capacità. E' sufficiente un certo livello di spregiudicatezza curando di eliminare, ove fosse presente, ogni minima traccia di dignità personale, senso di giustizia e senso dell'onore.
Ovviamente il primo modo è riservato a pochi fortunati: sono pochi coloro, infatti che possono comprare un posto sicuro di onorevole. Questo è il modo più semplice perchè con i soldi si fa carriera sicura: puoi essere una testa di c..zo vai avanti tranquillo ed ovviamente ti muovi su linee di vetta.
Per agire nel secondo livello non occorrono qualità particolari purchè si sia dotati di una forte propensione al servilismo nei confronti del potente di turno che di solito appartiene al primo livello con il quale contrattare sulla scorta del pacchetto di voti disponibili, piccoli vantaggi personali, sperando in una botta di culo, una situazione cioè, in cui il suo piccolo pacchetto di voti divenga determinante e gli possa consentire un qualche più o meno vile (tra vili) ricatto. In questa categoria umana si annidano i più spregiudicati voltagabbana che considerando il pacchetto di voti uno strumento di potere e di estorsione non si fanno scrupoli di buttarlo sul tavolo di chi offre di più. Un simile tipo umano non conosce il limite del ridicolo tanto pensare di moralizzare il proprio comportamento sostenendo che il mantenere gli stessi voti prima per esempio con i comunisti e poi con i berlusconiani è segno di coerenza e di riconoscimento. Un po come il nostro Berlusconi che nei voti che prende vorrebbe far risiedere il fondamento della sua illibatezza giudiziaria.
Il portaborse del terzo livello è elemento istrionesco; è quello che meglio degli altri sintetizza il modo di essere del politico attuale.
Ovviamente questi tre profili umani sono puramente indicativi e trovano un fattore in comune nella necessità di costruire un'immagine che possa raggiungere l'obiettivo di fare carriera.
Ed in questa necessità converge sia l'esigenza del candidato con i soldi, molti soldi che deve occultare la testa di rapa che è, la sua mediocrità politica, la sua inesperienza, la sua inconsistenza caratteriale, sia quella del portaborse che attraverso l'immagine creata a tavolino deve accreditarsi non come lacchè e servo del potente di turno ma come delfino o come , "colonnello" (1), sia quella del caporale del terzo livello che cerca di trasfigurare nell'immaginario collettivo la sua mediocre qualità di caporale e sfruttatore dei bisogni della povera gente in missione cristiana ed umana carità.
E' da queste esigenze che nasce il prototipo del politico moderno che nella folla si distingue come si distingueva il poliziotto degli anni trenta perchè, in maniera appariscente lo noterete quasi sempre in giacca e cravatta osservando in maniera quasi maniacale il seguente decalogo:
1. Dare l'impressione di avere successo con le donne, magari mettendo in giro storie boccaccesche e poi ostentando sentimenti religiosi.
2. Sembrare terribilmente importante.
3. Farsi sempre vedere con la gente che conta.
4. Parlare con autorità, ma soltanto di fatti ovvi e comprovati.
5. Non entrare mai in discussioni; se costretti, porre una domanda irrilevante, appoggiarsi allo schienale della poltrona con un ghigno soddisfatto e, mentre gli altri cercano di capire cosa sta succedendo, cambiare argomento.
6. Ascoltare attentamente mentre gli altri discutono. Poi seppellirli con una frase fatta.
7. Ottenere un incarico di prestigio e poi cercare un posto all'ombra.
8. Tenere sempre la porta del ufficio chiusa per mettere i visitatori sulla difensiva e dare l'impressione di essere sempre in riunione.
9. Mai dare ordini per iscritto.
10. Non avendo argomenti per convincere è meglio mirare a confondere.
Don Calogero e il Professore
L'idea lanciata dal Gruppo Terzo Occhio, di scrivere una sceneggiatura sul Don Calogero modicano per un possibile atto unico presso il Teatro Garibaldi ha dato un suo primo risultato.
Giovanni Dormiente, noto studioso e scrittore modicano, autore dell'unica biografia del nostro concittadino illustre Pietro Floridia, ha scritto una sceneggiatura che, raccolta in un quaderno sarà presto distribuita in tutte le edicole e librerie Modicane a cura delle Edizioni Terzo Occhio.
Il "Don Calogero" di Giovanni Dormiente non è quello che ha in mente il gruppo Terzo Occhio. Esso costringe alla riflessione e si fa apprezzare più per il suo valore letterario costruito principalmente con metafore che pare vogliano attardarsi a far gustare il buon scrivere e l'ottimo raccontare che lanciare un messaggio politico-culturale.
Il Don Calogero del Gruppo Terzo Occhio, invece non vuole fare sconti al sistema. Dei colloqui curerà prima di tutto la capacità di suscitare sentimenti di ribellione ed anche se per prudenza ostenterà l'immancabile "ogni riferimento a persone è puramente casuale", non un solo spettatore uscirà dal Teatro senza aver riconosciuto i personaggi cui attribuiamo le grandi responsabilità sull'inquinamento della vita economica e sociale della nostra città.
Se poi qualcuno vorrà rendersi parte attiva per un secondo atto presso un'aula giudiziaria, ovviamente non ci tireremo indietro.
(1) che in effetti è la sindrome ed il rimpianto di chi non ha fatto il militare nè forse poteva farlo per mancanza dei requisiti psicofisici
(Terzo Occhio in Dialogo marzo 2008)
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Failla, Incardona, Occhipinti, Nanì: la prova che Alleanza Nazionale è già squagliata.
Il risultato più significativo di queste elezioni nazionali è la scomparsa dal Parlamento Italiano di ogni forma di antagonismo: tutti i partiti che si riconducevano al Partito comunista sono stati espulsi dal Parlamento.
La falce ed il martello ritornano ad essere cimeli di arnesi da lavoro, perdono ogni significato simbolico e politico, sotterrati dagli stessi che in loro nome avevano alzato le barricate della difesa dell'uomo: non siamo contenti! Speravamo che quelle penne di filosofi, giornalisti e politici, che per anni, pur ignorando il sangue di milioni di uomini uccisi dal comunismo, hanno di quest'ultimo sostenuto un orizzonte culturale utopico avessero potuto continuare ad essere un riferimento contro la malapolitica.
Ed invece no, esse sono state frantumate dall'azione nefasta dei nuovi barbari che si è materializzata nella R moscia di Bertinotti e nel trivialismo inconcludente, pretenzioso e becero di Diliberto.
Analoga sorte era toccata all'antagonismo di destra. Un processo lungo, scientificamente preparato e realizzato sin dal congresso di Fiuggi con la nascita di Alleanza Nazionale. Un atto dopo l'altro, meditati, senza congressi, con giudizi storici accomodanti per evitare reazioni corpose dell'elettorato e dei militanti, con progetti di scioglimento attuati secondo la ferrea strategia veltroniana (sono simili anche in questo) del "...ma anche".
La stessa recentissima decisione di sciogliere Alleanza nazionale subito dopo le elezioni viene ancora annunciata come subordinata al deliberato della direzione nazionale del partito, in un clima di chi lancia il sasso nasconde la mano ed aspetta le reazioni per vedere come va.
Così Sebastiano Failla per sostenere il suo " politicante datore di lavoro " On. Incardona, scrive che lo stesso all'interno del Pdl avrebbe lavorato "per la riuscita del progetto del Presidente Fini" (scioglimento di Alleanza Nazionale). Tre righe dopo, contando sulla scarsa memoria dei lettori, il buon Failla aggiunge che utilizzerà le sue 150 tessere (altissimo livello di coinvolgimento democratico) per impedire la scomparsa di Alleanza Nazionale. (Blog modicaliberata.it)
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Quale è il problema di fronte a questa macroscopica contraddizione?
Nella semplicità del linguaggio dei popoli nativi americani si direbbe lingua biforcuta. Noi che non abbiamo la saggezza di quei popoli diciamo esternazione di DNA democristiano.
Ovviamente solo gli allocchi ed i rincoglioniti aspettano di sapere. Non era necessaria la dichiarazione del Failla e non è necessario conoscere l'efficacia delle sue 150 tessere per sapere se Alleanza Nazionale si scioglierà oppure no.
Alleanza Nazionale non esiste più è stata già squagliata dalla mafia culturale imperante, quella mafia del pensiero unico alleata del Don Calogero di Turno!
Il processo di squagliamento è stato addirittura metabolizzato dal momento che nelle discussioni "fra camerati" si parla di uscite e rientri tra Alleanza Nazionale ed Udc come se nulla fosse.
Il buon Failla potrà darci del "fascista" ma sono i fatti ad autorizzare chiunque a pensare che andò nell'Udc per ottenere più di quanto aveva ottenuto da Alleanza Nazionale (Presidenza del consiglio provinciale) e poi, visto che non c'era trippa per i gatti, è tornato in Alleanza Nazionale per ottenere la vicepresidenza del Consiglio provinciale. Un po' come Meno Rosa che ad ogni cambiamento di casacca otteneva un assessorato.
E che dire di quel Giorgio Occhipinti che dopo il successo in Alleanza Nazionale alle provinciali dell'anno scorso, visto che non ha ottenuto nulla ha posto i suoi 1000 voti, come un assicuratore fa con il portafogli dei suoi clienti, a disposizione di Piero Torchi Lucifora, l'affossatore di Modica?
Ed ora che Torchì non è stato eletto in quali altri lidi cercherà di mettere a frutto il suo portafogli clienti?
E che dire di quel Nanì che, pur non avendo prodotto una sola idea degna di commento, ha favorito la campagna elettorale di Nino Minardo e Girolamo Carpentieri? Vale qualcosa questa verità con l'indizio che lo vorrebbe eletto alla provincia, l'anno scorso, grazie ad accordi avuti con un danaroso, molto danaroso, modicano?
Qualcuno aspetta la riunione della direzione nazionale per sapere se Alleanza Nazionale sopravviverà oppure no? Aspetti, aspetti...
Un inciso: pur essendo Meno Rosa, Sebastiano Failla e Nanì personaggi politici minori hanno il grande merito di impersonare tutte le caratteristiche del politicante attuale di pregio ed è per questo che li eleviamo a livello di simbolo della malapolitica, non per niente partiti dai due estremi politici si trovano oggi nello stesso calderone partitico.
La signora Moltisanti, nelle sue campagne elettorali, esibiva il manifesto con la foto del padre sul comodino, qualcuno per queste elezioni ha evocato la faccia pulita di Incardona ragazzino ed il coraggio del padre ucciso dai delinquenti, senza indicarci una sola qualità propria e personale, un solo provvedimento dell'on. Incardona riconducibile al patrimonio politico e culturale del partito cui dice di appartenere.
Se è un forzare le norme della genetica pretendere che l'eroismo del padre si debba per forza trasmettere al figlio, ci sembra, invece, che non sarebbe fuor di luogo se i comunisti definissero ora Incardona un "compagno che sbaglia" considerato che egli ebbe incarichi importanti nella gioventù comunista.
Cambiamenti di opinioni? Maturazione di nuove filosofie o un semplice, spicciolo, elementare ed interessato voltagabbanismo? Noi non abbiamo dubbi!
Auguri on Incardona per la sua elezione. Non si preoccupi, nessuno lo accuserà di essere un compagno che sbaglia perchè ci vorrebbero quei compagni che non esistono più...
Tiri avanti dritto on. Incardona da oggi non le mancheranno i buoni portaacqua
Tirate dritto tutti, Incardona, Meno Rosa, Nanì, Failla, anche Lei giovane promettente Occhipinti, a nessuno di voi il Berlusconi nazionale ed ancor meno quello locale, che vi hanno accolto nei loro harem, impedirà di pigiare un pulsante fosse anche solo quello di un telefonino per dire... non si preoccupi cavaliere... (Terzo Occhio in Dialogo aprile 2008)
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Meno Rosa a Terzo Occhio
Faccio riferimento alle ultime esternazioni di “Terzo Occhio” pubblicate nel n°4 di “Dialogo” del mese di aprile 2008 e la prima tentazione è quella di non dare peso e risposta a chi sostanzialmente gode di luce riflessa propria nell’essere da me considerato. Quando però “Terzo Occhio” scrive VERGOGNOSE FALSITà sul mio conto con la frase “Un po’ come Meno Rosa che, ad ogni cambiamento di casacca otteneva un assessorato” allora per il solo amore della verità è bene scrivere poche righe ma esplicative.
“Terzo Occhio” continua a celarsi dietro un anonimato che sinceramente è sempre più il segreto di Pulcinella. Chi ha il coraggio di ciò che dice e di ciò che fa mette sempre la sua faccia e la sua firma senza problema alcuno. A questo “AGITATORE DI PENNA” vorrei soltanto dire che prima di scrivere certe FALSITà dovrebbe documentarsi e portare fatti e prove a supporto citando quali e quanti sono gli assessorati dal sottoscritto ottenuti ed i relativi cambi di casacca.
Questo, ripeto, “AGITATORE DI PENNA” dovrebbe sapere che in 25 anni e più di attività politica e istituzionale il sottoscritto ha ricoperto solo due volte la carica di Assessore e sempre nella stessa formazione politica:
- dal mese di luglio 1985 fino a dicembre dello stesso anno e subito dopo silurato dalle Segreterie dei Partiti (lavoravo troppo e bene);
- dal mese di gennaio 1997 al mese di febbraio 2000 eletto dai cittadini sia Consigliere Comunale che Assessore, lavorando bene, facendo molto e parlando poco, ma ancora una volta silurato e scippato del ruolo di Consigliere Comunale e Assessore sempre dalle Segreterie dei Partiti rette da ben noti personaggi politici avidi di poltrone e dediti solo alle loro carriere politiche personali; gli stessi personaggi che predicando bene e razzolando male hanno distrutto il Centro-Sinistra a Modica; personaggi che i cittadini hanno letteralmente e fortunatamente cancellato con il voto.
Dal febbraio 2000 ad oggi non ho ricoperto alcuna carica assessoriale, pur se mi è stata diverse volte offerta.
QUESTA è L’UNICA VERITà e la frase di “Terzo Occhio” è una MENZOGNA BELLA E BUONA! IMMOTIVATA, OFFENSIVA DELLA STORIA E DELLA VERITà e riconducibile solo al frustrato ed inspiegabile rancore nei miei confronti dell’Anonimo di cui sopra e di qualche altro piccolo personaggio, tra l’altro sempre sonoramente bocciati dai cittadini Modicani nelle varie competizioni elettorali.
Rancore acre e immotivato che oltre ad esplicarsi con affermazioni false si esplicita ancora di più quando l’accidioso “Terzo Occhio” dice che sono il simbolo della “Malapolitica”. “Non ti curar di loro ma guarda e passa diceva il sommo poeta”, tentazione cui non indulgo compiutamente solo per capire qual è la “Malapolitica” di cui mi si accusa visto che non ho mai pietito l’ingresso a Palazzo S. Domenico magari come “Esperto” in Amministrazioni diametralmente opposte alle mie dichiarate convinzioni politiche pur di entrare a Palazzo S. Domenico come altri. Il sottoscritto ogni volta che è entrato a Palazzo S. Domenico lo ha fatto sempre dalla porta principale: QUELLA APERTAMI DAI MIEI ELETTORI!
Concludo dicendo che ne deve essere passata di acqua sotto il ponte di “Terzo Occhio” da quando fino a pochi mesi fa mi elogiava come esempio della “Buona Politica” al punto di definirmi come il migliore dei Consiglieri comunali di Modica e di propormi come uomo di punta di un governo ombra che io rifiutai insieme a tante persone per bene perché capimmo subito il tentativo di essere strumentalizzati. A “Terzo Occhio” non sono piaciute le mie scelte politiche? Spiacente, rendo conto solo ai miei elettori!
Io sono sempre lo stesso, per nulla cambiato, evidentemente qualcosa deve essere cambiata negli ingranaggi cerebrali di “Terzo Occhio”, sempre più miope e sempre più dedito a sparare, spesso falsità, contro tutto e contro tutti… Siamo al rancore? Alle frustrazioni politiche per gli insuccessi elettorali? Mi auguro proprio di no, perché la Vita è fatta di tante altre cose belle: LA FAMIGLIA, GLI AMICI, LA NATURA, ECC…
Cordialmente.
Meno Rosa
Sono davvero lieto che il nostro Direttore abbia voluto dare alla lettera di Meno Rosa la stessa rilevanza che viene data alla nostra rubrica a dimostrazione che DIALOGO è un laboratorio culturale e null’altro.
Per quanto riguarda il merito, quanto ci sarebbe da dire è stato già scritto nella copiosa letteratura che è stata prodotta da quando lanciammo l’idea di una Giunta Ombra, letteratura che potrà essere prelevata in http://www.terzoocchio.biz ogni ulteriore chiarimento diverrebbe una inutile ripetizione che non potrebbe mutare le distanti posizioni culturali. Meno Rosa faccia tutte le supposizioni che vuole considerato che noi abbiamo fatto e faremo sempre le nostre. Vogliamo solo aggiungere che Meno Rosa non può impedirci di cambiare opinione sul Meno Rosa dell’ottobre 2004: la coerenza è altra cosa e poi... vivaddio ci consenta il divorzio.(Terzo Occhio in Dialogo maggio 2008)
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Scoperta a Modica la pietra filosofale alchemica che trasforma i manichi di scopa in onorevoli, altri manichi di scopa in Sindaci: essa è una cosa semplicissima e si chiama denaro.
Nel Medioevo, gli alchimisti dedicarono molto tempo ed energie alla ricerca della leggendaria pietra filosofale. Non una pietra comune ma una sostanza nota per la capacità di trasformare i metalli più comuni in oro. Per fare ciò, gli alchimisti seguirono scrupolosamente i manuali redatti dai loro predecessori, contenenti informazioni dettagliate su come separare e distillare gli elementi per poi poterli fondere in un unico composto; si avvalsero anche di codici segreti, enigmi, indovinelli che permettevano solo a pochi eletti di poter realizzare tale prodigiosa trasformazione.
Gli antichi laboratori alchemici, nel tempo, si sono evoluti cambiando obiettivi e modi di ricerca ma lasciandone intatta la filosofia.
Allora ci si poneva l'obiettivo di trasformare la pietra in oro, con risultati da leggenda; ora, finalmente, e nella nostra Modica, si ottengono i primi concreti risultati.
Il notissimo laboratorio alchemico modicano (LabAlcheMo), attraverso un processo iniziato negli anni '70 '80, ha scoperto una sostanza di colore nero che a sua volta si è trasformata in un'altra più maneggevole, cartacea e digitale, di colore verde che ha consentito di miscelare e fondere vari elementi in unico risultato.
Il risultato strabiliante è la creazione di onorevoli e Sindaci partendo semplicemente da manichi di scopa.
Ma quello che davvero è stupefacente è la varietà del materiale utilizzato dal LabAlcheMo che certamente non teme il confronto con famose misture che da sostanze singolarmente nocive riuscivano a dare risultati utili all'uomo.
Infatti, gli ingredienti principali sembrano ripercorrere gli itinerari dei più quotati alchimisti del Medioevo, basti pensare che il LabAlcheMo ha raggiunto questi risultati attraverso un distillato di avvisi di garanzia, condanne per peculato e falso ideologico, sofferenze finanziarie, nuove povertà emergenti, giacche e cravatte con telefonino incorporato e semoventi su Mercedes.
Ma l'elemento più importante si è rivelato il distillato di voltagabbanismo che è divenuto essenziale, quasi una Idea di centro in tutti i processi di produzione. Se ne comprende il perchè considerato che esso è l'elemento per sua intrinseca natura alchemico avendo una innata propensione a mutarsi, senza particolari artifici, da rosso anche in azzurro e da proletario in supercapitalista.
Negli ultimi anni il LabAlcheMo ha verificato, a livello empirico, che i risultati sono migliorati di molto per la semplice presenza di geometri nei componenti da trasformare, tanto che è stata aumentata la loro presenza negli alambicchi della trasformazione per verificare se si è in presenza di una semplice coincidenza oppure il geometra come attività ha delle potenzialità alchemiche finora sconosciute.
Come spesso avviene in quest'area in cui il mistero e la leggenda dominano ogni elaborazione culturale ed alchemica, alcuni già stanno teorizzando che esisterebbe la "politica trigonometrata" che avrebbe dei poteri miracolosi nel settore dei ripianamenti di bilanci comunali disastrati, infatti i più informati dicono che la trigonometria nelle società arcaiche ebbe tale compito prima ancor che divenisse strumento di astronomi e geografi.
Tutto ciò fornisce una idea delle difficoltà dell'attività di ricerca che conduce il LabAlcheMo che, se può disporre di buoni manici di scopa, invece, deve meticolosamente ricercare tutti gli altri elementi.
Un clima di euforia si è diffuso tra i componenti del LabAlcheMo appena si sono conosciuti i risultati elettorali del Comune di Modica perchè in essi vengono notati i primi segni di un antico ed ambizioso progetto che si pone l'obiettivo di perpetuare la detenzione del potere a prescindere dei risultati di governo.
Infatti l'intruglio di tredici avvisi di garanzia e condanne penali, aumento di tasse, il disastro finanziario, un esempio di pura vigliaccheria politica e la metodica mancata realizzazione dei problemi più importanti della città, ha dato a tutto il fronte espresso dal LabAlcheMo un ottimo risultato elettorale che gli consentirà un altro periodo di governo a prescindere di chi materialmente sarà il primo cittadino di Modica. (Terzo Occhio in Dialogo giugno 2008)
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I "Conti di Modica" tra blasone e decadenza
Se la mattina aprendo la finestra si vede tutto intorno bagnato, non ci piove che è piovuto.
Se si trova un cadavere non vi è dubbio che esiste un omicida.
Se un ingegnere nel periodo in cui ricopre l'incarico di assessore all'urbanistica o ai lavori pubblici, aumenta il fatturato del suo studio di progettazione non vi è dubbio che quando invoca l'idea dell'assessorato tecnico dice una balla.
Se un comunista doc diviene filo berlusconiano non vi è dubbio che è un voltagabbana.
Questi gli assiomi che ci suggeriva il clima della piazza ed i personaggi presenti ai piedi e sul palco del comizio di Antonello Buscema a Piazza Matteotti nella tarda serata del 7 agosto, dove "I conti di Modica" sono stati chiamati a ricordarci da un lato il blasone e dall'altro la decadenza in cui una congrega di delinquenti politici hanno ridotto la nostra città.
Il Sindaco ha presentato le dimensioni della decadenza economica della città, l'Assessore Sammito ha messo a nudo il modo di essere mediocre di alcuni dipendenti comunali espressione di una scassatissima struttura burocratica rappresentazione diretta della mediocrità dei politicanti. Perchè mediocrità?
Se un Assessore alla polizia urbana, esercitando un ruolo che non le era proprio, si è esibito alla testa della processione del Patrono di Modica dando ordini con la radiolina ai vigili urbani. Se un Assessore, abusando delle sue funzioni, è entrato in conflitto con un dipendente comunale ottenendo una meritatissima condanna penale e nessun invito dal suo Sindaco a fare bene l'Assessore anziché malissimo il caposervizio.
Se tutta la struttura burocratica non fosse stata utilizzata per fini di galoppinaggio elettorale.
Se alcuni impiegati anziché servire questo e quel notabile di partito avessero reso il servizio dovuto per lo stipendio percepito.
Se la dirigenza burocratica in alcuni casi non avesse altri meriti che fare "u sbrigafacenni" nella segreteria di qualche parlamentare.
Se tutto questo non fosse successo non sarebbe neanche avvenuto, come di recente, che quattro o cinque del personale esecutivo del Comune, per non notificare le cartelle dell'acqua hanno mal risposto, certamente di proposito vista la estrema banale semplicità dell'operazione, ai quiz del "corso di notificatore", fatto che se si fosse registrato in un paese normale avrebbe provocato quattro o cinque pedate-licenziamento nel culo ed altrettante dalle rispettive mogli per il posto perduto.
Da sempre la mediocrità della direzione ha provocato quella gerarchicamente inferiore.
Comprendiamo l'ansia di Antonello Buscema, che insieme al Sammito riscuote la nostra stima, di concentrarsi tutti sulla necessità di uscire da questa situazione catastrofica, ma questa azione è possibile solo se essa avviene in un clima di chiarezza.
Condividere questa necessità non ci può far scordare che a fianco del Sindaco era presente Riccardo Minardo che, corresponsabile dei conti scassati del comune, non può pensare di modicanizzare il napoletano motto "chi ha dato, ha dato, ha dato, chi ha avuto, ha avuto, ha avuto, scordiamoci del passato siamo di Napoli paesani", definendosi medico della città di Modica, ma non riuscendo ad andare oltre l'immagine di chi, dopo aver avvelenato da "mistico pranoterapeuta" l'ammalato è tutto intento a fargli la lavanda gastrica.
Sono le "accuse di trasformismo" che gli ha rivolto un ex comunista adesso filobelusconiano, che gli hanno impedito una onesta autocritica?
Può aver timore di un voltagabbana doc che fino a tre mesi fa era li con lui a fornire dosi di veleno alla nostra... alla mia Modica.?
Sistemare i conti in un clima di disonestà intellettuale, solo apparentemente costituisce un avanzamento verso il bene ed il giusto essendo, invece, un semplice e necessitato modo di rappresentare il male al potere.
Ospedali onesti e politicanti...
Il 18 giugno scorso, è stato presentato nell'auditorium del Palazzo della cultura il libro di Giorgio Cavallo, "L'ospedale degli onesti", edito dall'A.U.S.L. n.7.
Il dotto l'intervento del Prof. Giuseppe Barone ci ha delusi perchè il linguaggio affascinante creava l'aspettativa di alte analisi che poi non venivano.
Assente (non così nella Prefazione) ogni riferimento allo scenario generale siciliano italiano ed europeo, ha descritto come peculiare della nostra Modica un divenire dell'assistenza ospedaliera che, invece, fu una forma generalizzata che caratterizzò il suo sorgere in tutta l'Europa.
La decadenza a Modica è un virus del quale si avverte la presenza in ogni occasione e gli eventi culturali sono quelli che più si prestano al suo manifestarsi, essendo il luogo dove il politicante o l'intellettuale organico ad un partito tentano di dare sostanza culturale al loro politicare.
Nino Scivoletto, che insieme a Giovanni Frasca tracciò, nel 1984, la strada ai tanti voltagabbana politici modicani, intervenuto come capo di gabinetto del Sindaco di Modica non ha voluto perdere l'occasione per atteggiarsi come uomo di cultura auspicando un'attività di ricerca sull'archivio Azasi, carrozzone politico tanto caro a lui quanto "caro" ai contribuenti siciliani.
Non ha neanche minimamente parlato del libro, ma poiché un capo di gabinetto del Sindaco ha l'obbligo di dire qualcosa, qualunque cosa sia, ha elogiato il suo autore per quanto ha realizzato nella sua qualità di esperto alla cultura non indicando, però, nessuna delle tante cose che avrebbe realizzato: lo sfidiamo a farlo.
Il prof. Pisana, moderatore della serata, per evidenziare la conoscenza dell'argomento segnalava una manchevolezza che provocava una stizzita reazione dell'autore.
Complessivamente ci è sembrata la rappresentazione di una cosa seria e pregevole, interrotta da una stomachevole pubblicità di elogi, incensamenti e reciproci riconoscimenti, ricordo di antiche amicizie, richiamo ed elogio reciproco dell'attività pubblicistica: esageriamo se consideriamo questi i segni inconfondibili di decadenza?
Ed infine; perchè "L'ospedale degli onesti"?
Fu semplicemente un volerlo differenziare dall'altro che curava la sifilide, oppure nel 1774 esistettero maghi ed oracoli che vollero distinguere sin da allora, il loro ospedale da quello che due secoli dopo sarebbe servito alla delinquenza politica per realizzare un sistema di potere? (Terzo Occhio in Dialogo ottobre 2008)
[1] Il Leopardi diceva che la felicità è l’attesa di un evento futuro
[2] vi risulta che abbiano chiuso qualche stazione ferroviaria sulla Siracusa Caltanissetta?
[3] Ingrato! lavora a Modica: che sia licenziato!
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L'avversità di Modica all'Università
In un tempo ormai remoto rilasciai a Carmelo Modica una “intervista” nella quale cedetti alla tentazione di dire cose che avrei fatto meglio a tacere. Per quelle, infatti, mi fu messo addosso un abito da saggio che non mi s’attaglia, appartenendomi semmai la veste del disincanto e sono portato dalle cose a riflettere su Robespierre l’incorruttibile, ghigliottinato per aver capito anche lui che gli uomini sono cari e buoni solo quando hanno terrore di qualcosa (le leggi?) e di qualcuno (chi le fa rispettare?). Naturalmente una lama di ghigliottina vale quanto una coppa di cicuta per disfarsi dei grandi invisi ai mezzani che i mediocri vogliono al potere perché sono a loro immagine e somiglianza.
La premessa è indispensabile a capire perché intervengo contro un uomo che ha fatto di tutto per guadagnarsi la mia stima.
Ciascuno di noi ha il diritto di crearsi le sue fissazioni. Carmelo Modica si è dedicato alla causa persa di provare l’inutilità del Corso di Laurea in Scienze del Governo e dell’Amministrazione, tenuto in Modica, e mi ha portato un ulteriore testo dimostrativo in tal senso, senza probabilmente rendersi conto di quel che sta avvenendo oggi nell’Università italiana. Quando sento presidi e docenti universitari esortare gli studenti a manifestare in piazza e li vedo partecipare con loro alle sfilate, mi manca il terreno sotto ai piedi: è come se mi fosse documentato che, in Inghilterra, Giovanni Senza Terra (inteso Antonello) e Riccardo Cuor Di Leone (inteso Riccardo) si erano alleati nello strillare proclami contro Robin Hood al fine di salvare il regno rapinandolo del presunto colossale malloppo da lui accumulato rubando. Eppure qua succede.
Per questo motivo Modica dovrebbe esser lieto che a Modica si salvi il Sapere, ed è del tutto irrilevante che questo non abbia alcuna congruenza con le suscettività del territorio. Il rapporto costo benefici è irrilevante, nel senso che non ri-leva, perché non c’è più niente da levare. Se un Craxi qualsiasi, avendo capito la bontà del Governo a seguito della frequenza del Corso, si trasferirà a Bologna per fare studiare suo figlio, qualora quest’ultimo governi, ogni mala lingua sarà finalmente tacitata. E poi, se 100 milioni di euro sono piovuti a Catania per gioco, perché escludere che da Modica esca un Otto von Bismarck, per merito di un medesimo azzardo? Se andate in Brandeburgo dovrete cercare Schoenhausen sulla cartina, eppure in quel paesino, ancor più piccolo di Modica, nacque Otto. Ch’egli fosse un principe non vale, potendo noi opporgli fior di Conti e di Baroni ora e poi, domani. Per Modica, la probabilità dell’evento è accresciuta dalla protezione dell’UNESCO e del WWF ed è garantita dalla spettacolare eccellenza del corpo docente del Corso. L’affermazione si basa sul livello delle sue pubblicazioni e sulle presentazioni (sia scritte che orali) delle ineffabili altrui.
Sembra che la Sorbona stia programmando un Corso per gli studenti dell’ENA (école Nationale d’Administration) che devono recuperate il tempo perduto (da Proust). Li manderanno tutti qua. Ecco allora che l’indotto sarà accresciuto da queste altre presenze, gradite, ma non indispensabili, visto che le frotte studentesche attuali hanno cambiato usi e costumi a Modica Alta dove si respira un’aria di euforia stupefacente (così almeno dicono i rapporti). Verrebbe quasi da chiedere ai beneficiati dalla cuccagna perché non versino una percentuale dei loro lauti guadagni a sostegno del radicamento eternale del Corso, per gli stessi motivi che legittimano la storicità della Giostra (dei Chiaramonte).
Modica dice che il Corso non serve a Modica, e sbaglia. Non s’avvede che “del Governo e dell’Amministrazione” il Corso propone “Scienze”. Non una, ma più scienze coordinate: praticamente delle co-scienze.
Modica dice che il numero degli studenti è esiguo rispetto alla spesa, e cade ancora in errore. Egli non tiene conto dell’indice di gradimento. Cosa sarebbe avvenuto se promotore del Corso fosse stato un professore di Scienze Matematiche? Quanti iscritti avrebbe avuto? Non è infinitamente meglio che la Comunità sovvenzioni un Corso di Scienze capaci di elevare il livello dei discorsi nei bar? O si deve parlare solo di calcio? Non è forse vero che il primo locale aperto dopo l’istituzione del Corso è stato un bar apposito per gli studenti? Dove vuole arrivare Modica se nega l’evidenza?
Modica dice che il Corso è molto costoso per le casse del Comune. Oltre a rinvoltolarsi nel suo errore, egli vuole ignorare volutamente che il Corso non è costato una lira prima ed un euro dopo, perché il Comune non ha mai pagato un centesimo.
In fine, credo non possa essere trascurato il beneficio indubbio goduto dal Municipio per avere a stipendio dipendenti non più motivati dalla mera raccomandazione del padrino politico, ma laureati nelle scienze delle quali i loro datori di lavoro (sempre pro tempore) risultano perfettamente all’oscuro.
E se divenisse generale la co-scienza che governare è meglio che fottere, non crede Modica che le nostre reni ne trarrebbero vantaggio? O lui è rimasto a quelle da spezzare alla Grecia dove si presero un fracco di legnate?
Lo spazio non mi consente altri voli, ma a Modica direi di godersi quello che ha ora e di succhiarselo come un lecca lecca, gustandolo lentamente, perché la frana deve ancora venire, ed essa avrà la velocità inarrestabile di un’idiozia generale così travolgente che, adesso, nemmeno la sua mente riesce a concepirla. E dopo non potrà più concepirla perché, Modica e la gente, non avranno più mente intelligente, né diligente, né dirigente. Ma si salverà il ceppo del corpo docente, perché sempre va, senza se e ma, se fa o non fa e sa o non sa, ma sta, sempre da un’altra parte. (Terzo Occhio in Dialogo novembre 2008)
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Se le cose andranno per il verso giusto dovrebbe essere pubblicata un'analisi a quattro mani: Carmelo Modica e Terzo Occhio con la collaborazione degli appartenenti al "Gruppo Terzo Occhio".
La Storia nascosta di Modica
(Genealogia ed evoluzione del potere economico e politico a Modica nel secondo dopoguerra)
Il professor Saverio Terranova ha pubblicato "Contributo alla Storia di Modica dal 1945 al 2006".
Il libro racconta la storia politica del prof. Terranova Saverio, poi della Democrazia Cristiana ed infine di tutti gli altri.
E' molto utile per i ricercatori perché contiene i risultati delle elezioni comunali e la formazione delle varie Giunte succedutesi nel tempo.
Il maggior pregio è comunque la meticolosa descrizione dei quadretti di famiglia che hanno anticipato la elezione di tutti i sindaci che si sono succeduti nel tempo; peccato che tali descrizioni si fermano al 1985 quando la democrazia cristiana cedette il potere a 17 anni, quasi ininterrotti, di socialcomunismo.
Scenette di famiglia, molto preziosi, animate da correnti interne, tattiche, strategie, alleanze, minacce e promesse, vittorie e sconfitte, come fili intrecciati fra loro in un tessuto fortemente caratterizzato dal rapporto dell'autore con Nino Avola: conflittuale anche quando le situazioni politiche apparivano tranquille.
Poco conta se il Terranova ha voluto con questo libro togliersi sassolini dalle scarpe oppure narcisisticamente elogiare l'azione amministrativa dei suoi 109 mesi di Sindaco di Modica; la cronaca si serve anche di questi atteggiamenti mentali e di queste debolezze umane per soddisfare l'aspirazione a divenire Storia.
Succede che leggendo un'analisi nasca il desiderio di integrarla, annotarla e completarla: è quello che è successo a noi valutando la ricerca del Terranova.
Dopo aver letto l'eccezionale libro di Roberto Scarpinato e Saverio Lodato, "Il ritorno del Principe", ci sembra utile tentare di applicare i codici di lettura di questi due autori ai siparietti descritti dal Terranova.
Infatti intuiamo che applicando tale chiave di lettura tutte le comparse democristiane, i voltagabbana e gli avversari veri e finti di questi quadretti di famiglia, assumano una identità diversa di quella che il Terranova descrive, manifestandosi come dinamiche del fuori scena del potere, quello che non si vede e non è mai stato raccontato ma che decide, fa politica e piega le leggi ai propri interessi.
Si intuisce l'assenza di processi politici normali avvertendo, invece, la presenza di un progetto orchestrato da forze estranee alla politica, un "dietro le quinte" che autorizza a pensare che esiste una dimensione invisibile della storia modicana.
Le scene descritte dal Terranova sembrano quell'altrove cui si riferiva Leonardo Sciascia quando scriveva “Il potere non è nel Consiglio comunale [...]. Il potere è sempre altrove.”
Questa sciasciana e fondatissima supposizione ci fa pensare l'utilità di un raffronto, con criterio di pura esegesi, dei metodi della politica con quelli che Falcone e Borsellino hanno descritto come peculiari delle strutture mafiose.
Ogni studio nasce dall'ansia di spiegare qualcosa che ci è oscuro. Nel nostro caso ci chiediamo:
· Può il contenuto dei "famosi" articoli apparsi nel 1985, sul periodico "I siciliani" di Giuseppe Fava, assassinato dalla mafia, essere considerato un antecedente del sistema di potere politico ed economico attuale?
· Perché nel 1984, proprio quando la Democrazia Cristiana raggiunse uno dei suoi massimi risultati avvenne una manovra che cedette l'amministrazione della nostra città a 17 anni di socialcomunismo?
· Perché in questi 17 anni di direzione socialcomunista abbiamo avuto una lenta agonia della nostra città ed un parallelo arricchimento di ben determinate famiglie?
· Può considerarsi un "missione compiuta" il ritorno sui lidi di potere di quei ben determinati personaggi politici (tre ancora vivi) che dopo aver consentito 17 anni di malgoverno socialcomunista sono tornati alla corte di Torchi per la devastazione finale di Modica e la sublimazione dei potentati economici?
· Questi 19 avvisi di garanzia, alla fine di sei anni di catastrofica distruzione della nostra città sono il naturale esito di una fisiologica mediocrità politica oppure un regolamento di conti? (Terzo Occhio in Dialogo dicembre 2008)