Sulla mediocrità politica della sindacatura Abbate
Che fine hanno fatto le relazioni annuali al Consiglio comunale?
E il busto di Quasimodo che scompare e riappare?
Redazionale in “Dialogo” Gennaio 2016
Nel marzo del 2012, riuscimmo ad ottenere dall’Assessorato delle autonomie locali, della Regione Siciliana, la diffida dell’allora Sindaco di Modica, Antonello Buscema, perché non aveva reso al Consiglio comunale ed alla città le relazioni annuali previste dall'art. 17, comma 1, della L.R. n. 7/1992.
Adesso accade che anche il Sindaco Ignazio Abbate, che alla data attuale avrebbe dovuto produrre due relazioni annuali, non ne ha prodotto alcuna.
Considerato che egli pretende giustamente il rispetto della legge di pagare le tasse nei termini previsti, ci sembra naturale che anche lui rispetti la legge, non potendo pretendere che le “relazioni annuali” possano essere sostituite dalle sue esibizioni autoreferenziali e da campagna elettorale permanente, cui pensa di abituarci.
Noi non ci aspettiamo miracoli da codesto sindaco perché ben sappiamo i limiti di chi fa lo stratega, facendosi fotografare, come il generale Patton, sempre con il dito puntato su una carta geografica di Modica ad indicare le grandi strategie di come si copre prontamente una buca o appostato con il decespugliatore per colpire quell’ormai terrorizzato filo d’erba modicano appena mette il naso fuori dal terreno, o alla guida del trattore a spalare neve (dicembre 2014), grato a Dio, per averne fatto cadere tanta che come manna dal cielo utilizzò per imporre la figura del trattorista con la fascia tricolore.
Abbate è cocciuto perché ritiene che facendosi fotografare in posa mentre due operai sistemano una buca prenderà più voti, quindi immaginate come possa interessarsi della “relazione annuale” che non produce voti ma produrrebbe solo quella “pianificazione” nel governo cittadino che a lui non interessa.
E poi, da primo cittadino, egli è da ritenere ‘superiore’ ai suoi concittadini? E sarà per questo che non usa fissare appuntamenti presso il Comune a coloro che chiedono di parlargli per risolvere qualche problema cittadino. Eppure, demagogicamente dice “la mia porta è aperta a tutti”, ma nei fatti parlare con lui è un terno al lotto perché chi volesse incontrarlo non saprà mai se sarà in ufficio e, quando c’è, quanto sarà lunga la fila e quanto tempo perderà e quanti viaggi dovrà fare. Lui sa, per psicologia spicciola, che frutta di più, nell’immaginario collettivo, quel “la mia porta è sempre aperta” che le mattinate perdute da quel povero Cristo che volesse incontrarlo.
Ma il disprezzo per le norme giuridiche e di quelle del buon senso dell’Amministrazione Abbate non si ferma qui. Recentemente abbiamo ricostruito la vicenda della sparizione del Busto di bronzo di Salvatore Quasimodo, accaduta nel settembre dello scorso anno che ha dell’incredibile.
Questa è la cronologia dei fatti:
- 1937 - Francesco Messina scultore (1900–1995) esegue il Ritratto di Salvatore Quasimodo, busto in bronzo.(Wikipedia).
- 1995 (dopo il) Il busto in bronzo di Salvatore Quasimodo viene acquistato dal Comune di Modica per una cifra oscillante tra i 20 e i 30 milioni di lire (Rassegna stampa).
- 2005 (intorno al ) sembra che il busto sia stato esposto all’interno del Palazzo Polara e poi nella stanza del sindaco diModica (Rassegna stampa).
- 16 luglio 2013 - protocollo del Comune 34292 del 18 luglio 2013, Alessandro Buscemi (amico personale di Alessandro Quasimodo) per la prima volta scrive al Comune una lettera con la quale, non avendo trovato al Palazzo della cultura il busto di Salvatore Quasimodo, chiede di poterlo vedere e di essere ricevuto dal Sindaco.
- 20 agosto 2013 - protocollo del Comune 39112 del 20 agosto 2013- Alessandro Buscemi ripete la stessa istanza del 16 luglio 2013.
- 10 settembre 2013 - protocollo del Comune 42462 - il responsabile P.O. (dott.ssa Portelli) settore VII [Pubblica istruzione e cultura biblioteca e musei]. del Comune di Modica risponde alla lettera del 20 agosto precedente del Buscemi, notiziandolo che il Busto non risulta inventariato neanche tra le opere del Museo Civico.
- 9 ottobre 2013 - protocollo del Comune 48736 del 9 ottobre 2013 - Alessandro Buscemi riscrive al Sindaco, spiegando che il Busto fu acquistato dal Comune per alcune decine di milioni e reiterava la richiesta di poterlo visionare e di essere ricevuto dal Sindaco.
- 27 dicembre 2013 - protocollo del Comune 64696 del 27 dicembre 2013 - Alessandro Buscemi riscrive al Sindaco e ribadisce le richieste precedenti.
- 13 settembre 2014, Alessandro Buscemi e l’on Nicola Bono producono una “Lettera aperta al Sindaco di Modica” con cui, dopo aver riepilogato la precedente corrispondenza di Alessandro Buscemi chiedono che si faccia luce sulla scomparsa del Busto di Salvatore Quasimodo.
- 22 settembre 2014, nel silenzio del Sindaco, L’on. Nicola Bono ed Alessandro Buscemi producono una seconda “Lettera aperta al Sindaco di Modica” con la quale ribadiscono le considerazioni già espresse nella prima ed aggiungendo, questa volta, con più forza, le responsabilità connesse alla custodia dei beni mobili del Comune. Riportiamo la lettera per intero perché essa riassume in maniera impareggiabile la competenza, l’educazione ed il modo di governare la cosa pubblica dell’Amministrazione Abbate.
“Egregio Signor Sindaco,
in tutta sincerità, dopo la prima lettera aperta in merito alla scomparsa del busto bronzeo dell'esimio Poeta, ci saremmo attesi una sua risposta diretta o a chiarire il mistero o, almeno, per assumere pubblicamente impegni concreti in merito al doveroso accertamento delle responsabilità.
Ma Lei è rimasto silente.
In compenso il suo Assessore alla Cultura, ha ripetuto per l'ennesima volta l'incredibile versione dei fatti che si limita ad una sterile e impotente presa d'atto della scomparsa dell'importante manufatto e della sua totale “perdita di tracce”, ritenendo in tal modo di chiudere una vicenda semplicemente riconducendola all'oblio, da cui alcune persone animate da profondo senso civico hanno cercato di riesumarla.
Il suo silenzio avalla la presa di posizione del suo Assessore, che dà del Comune di Modica una immagine certamente non edificante, di un Ente privo di trasparenza in cui è possibile sottrarre beni culturali a piacimento e, non solo farla franca, ma non avere neanche la preoccupazione che qualcuno possa effettuarne la ricerca, o semplicemente denunciarne la scomparsa all'Autorità Giudiziaria.
Perché alla fine della fiera è questo quello che sembra sia avvenuto, certamente in un passato, ma neanche troppo lontano, di cui ovviamente la sua Amministrazione non ha responsabilità, ma che oggi potrebbe coinvolgerla attraverso il principio della continuità amministrativa, che non contempla scuse rispetto al dovere di tutelare sempre e comunque l'interesse pubblico.
La domanda che impone una risposta, e non una semplice scrollata di spallucce, è cosa è accaduto quando è scomparso il busto bronzeo di Quasimodo?
Possibile che Modica sia l'unico Ente Pubblico Territoriale d'Italia che non abbia un inventario dei beni mobili e immobili di proprietà Comunale?
E se fosse davvero così, non sarebbe questa una grave violazione che, nella continuità amministrativa, coinvolgerebbe anche la Sua Amministrazione?
Ma non è forse vero che, in ogni caso, al momento dell'acquisto del prezioso manufatto, risalente secondo alcuni al 1962, in occasione della visita a Modica del Poeta, un dipendente comunale avrebbe dovuto ricevere l'incarico di consegnatario e, pertanto, di responsabile della sua custodia?
E quando il busto, fruito pubblicamente pare fino ai primi anni novanta, sparì dalla circolazione e non fu più trovato, non avrebbe dovuto essere presentata una denuncia all'Autorità Giudiziaria?
Queste avrebbero dovuto essere le procedure adottate da una Amministrazione Pubblica ispirata alle Buone Pratiche amministrative e capace di tutelare realmente l'interesse e il patrimonio Pubblico.
Se tutto ciò è alla base della scomparsa, è davvero così complicato aprire una seria indagine interna e ricostruire tutti i passaggi per accertare quando è accaduta la sottrazione e quindi individuare i responsabili, quanto meno delle omissioni e, forse, tornare in possesso dell'opera?
Ma la vera domanda è se, come pare, si voglia stendere sulla questione un velo pietoso, o piuttosto andare fino in fondo e appurare tutta la verità su quanto è accaduto.
Ecco, Signor Sindaco perché le abbiamo scritto e le stiamo scrivendo di nuovo.
La verità sul busto scomparso di Quasimodo ha nella fattispecie una valenza ben più profonda del semplice ritrovamento di un'opera d'arte acquisita in onore del cittadino più illustre della storia Modicana e noi riteniamo che questo non possa sfuggire alla sua sensibilità, così come non è sfuggito a quella dell'intera comunità da lei amministrata.
In attesa di un suo stimato riscontro, e se vuole anche incontro, voglia gradire distinti saluti”.
f.to Nicola Bono - Alessandro Buscemi
24 settembre 2014 - Notizia di stampa- “Modica, ritrovato in uno scantinato un busto di Quasimodo: verrà allocato a Palazzo della Cultura”. L’articolo riporta la foto dell’assessore alla cultura, Orazio Di Giacomo con accanto il busto di Quasimodo.
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Atteso che vogliamo ringraziare l’on. Nicola Bono ed Alessandro Buscemi in particolare, per aver contribuito al “recupero” del busto di Salvatore Quasimodo, vogliamo aggiungere che se quest’ultima lettera evidenzia in maniera solare la qualità Amministrativa della Giunta Abbate, noi vogliamo stigmatizzare come alla maleducazione evidenziata nei confronti del Signor Alessandro Buscemi, preso in giro per più di un anno, il governo (si fa per dire) Abbate manifesta le sue qualità di coraggio quando ritrova in due giorni il busto di Quasimodo solo perché l’ultima lettera a firma dell’on. Nicola Bono ed Alessandro Buscemi lasciava intendere che si era deciso di andare oltre.
P.S.
Con raccomandata invieremo copia di questo numero di DIALOGO alla Regione Siciliana - Assessorato delle autonomie locali e della funzione pubblica - Dipartimento Regionale delle Autonomie Locali - Servizio 3 - "Vigilanza e controllo degli Enti Locali - Ufficio Ispettivo" per chiedere l’intervento della Regione per la violazione da parte del Sindaco dell’art. 17, comma 1, della L.R. n. 7/1992, non avendo reso al Consiglio comunale le due relazioni annuali.
Richiediamo, inoltre, alla Regione Siciliana la possibilità di promuovere una inchiesta amministrativa su come nel Comune di Modica viene custodito il patrimonio mobile del Comune, perché la scomparsa e ricomparsa del busto di Quasimodo autorizza a ritenere che la buona prassi di tale custodia viene talvolta violata.