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Saro Jacopo Cascino, Cuntacatacunta. Quaderni del possibilmente favole. Liber non coactae lections. Formato 21x29, Rilegatura a quaderno, pp. 84, 2008. [ISBN 978-88-89211-27-4]
Saro Jacopo Cascino, Cuntacatacunta. Quaderni del possibilmente favole. Liber primus.
Formato 21x29, Rilegatura a quaderno, pp. 84, 2008. [ISBN 978-88-89211-28-1]
il collezionista
Storia di un collezionista di scatole e del rapporto che stabilisce con quello che trova dentro ad una scatola. Nel testo della favola (per esperimento esemplificativo e solo in questa) sono sottolineate con il grassetto alcune “parole impulso”, che vengono analizzate nel LIBER NON COACTAE LECTIONIS nella sezione “esempio di esposizione dichiarativa di un qualunque testo delle favole - vagliatura de il collezionista con esegesi delle intenzioni - glossario e nota finale”.
incipit
Voi sapete che ci sono persone che raccolgono oggetti e ne fanno collezione. C'è chi fa collezione di francobolli, chi di monete, chi di schede telefoniche e così via, sino alle cose più impreviste ed imprevedibili.
Il nostro amico, che chiameremo Evaristo [Aa], faceva incetta di scatole [Ba] e le rompeva a tutti per averne.
I contenitori, di qualsiasi materiale fatti, dovevano essere piccoli, decorati o particolari per il modo in cui erano costruiti o per tipo di chiusura: in breve dovevano essere scatoline praticamente uniche. Le più belle erano esposte su mensole di vetro, a casa sua, che era divenuta una mostra più che una abitazione. Ma in essa Evaristo si sentiva un re, circondato dagli oggetti della sua passione e del suo orgoglio.
Evaristo si recò un giorno da un rigattiere [Ca] di sua fiducia che gli riservava quasi sempre pezzi strani e rari, ed in effetti trovò una scatolina di avorio decorato con bronzo e madreperla, foderata all'interno di velluto rosso che chiedeva solo d'essere portata a casa.
il nano che faceva ballare le pietre
Storia di Gustaf Eriksson e delle sue avventure, della sua leggenda come nano e del suo mito come altro.
incipit
In un paesino del Nord, in Norvegia, dove l'inverno dura più di sei mesi, era nato un bambino biondo con bellissimi occhi azzurri, profondi e sereni come un lago di montagna. Il bambino era cresciuto, ma era rimasto piccolo. Pur essendo ben proporzionato in tutto il corpo, la sua altezza non raggiungeva il metro. Insomma era un nano.
Tutti lo prendevano in giro per la sua bassa statura e, nonostante l'amore del padre e della madre, Gustaf Eriksson si sentiva profondamente infelice. Nulla riusciva a dargli gioia, poiché ciò che gli era dato in regalo non era mai quello che lui avrebbe voluto avere, e cioè l'alta statura di tutti gli abitanti del villaggio.
A ben vedere non gli interessava possedere qualcosa, ma essere diverso da ciò che era, ed uguale agli altri.
il cappello di sanamatti
Storia di un botanico che va sulle pendici dell’Etna per studiare funghi e di un invidioso che prova a farlo ammattire regalandogli perle di vera saggezza.
incipit
Nel corso della vita può capitare d'incontrare persone assai strane, la cui stranezza sta essenzialmente nella loro convinzione d'essere perfettamente normali in un mondo di matti. Questo, manco a dirlo, li fa apparire diversi dagli altri, per non dire completamente pazzi. Il loro comportamento non segue i canoni della maggioranza ed è sempre imprevedibile, destando nella gente un disagio che spesso si tramuta in timore e questo in reverenza: una sorta di rispetto derivante meno dalla stima e più dalla paura, non si sa bene di che. Proprio per questo molti li chiamano maghi, essendo questa parola meno allarmante del termine stregone.
Nelle scure plaghe delle pendici dell'Etna, ho conosciuto un diavolaccio di tal fatta, il cui vero nome ignoro, noto nel luogo con il soprannome di Sanamatti.
LA FAVOLA DI COSROE
Storia di un dito che non è mai quello giusto e di ciò che ci sta dietro.
incipit
Quando frequentavo Architettura, come tutti i figli di papà, avevo disponibilità di soldi e di tempo. Per mia fortuna ero inclinato a spendere gli uni e l’altro per conoscere, anche le persone, e frequentavo greci, arabi, persiani (mai dare dell’arabo ad un iraniano!), danesi, tedeschi, africani ed in breve quanti in quella Facoltà studiavano o in quella disciplina si perfezionavano a Roma.
pulcinella
Storia di una pre-gallina ovaiola che, per terrore, lo diventa.
incipit
Pulicinella: chiunque, sentendo questo nome, penserebbe alla maschera italiana ed io stesso ci ho pensato, ma la storia che vi racconto riguarda un pulcino, anzi una pulcina.
tip e tap
Storia dei due fratelli Timoteo e Tancredi a Macao.
incipit
Conoscevo un vecchio lupo di mare, capitano di una nave mercantile vecchia più di lui, con la quale aveva girato tutti i mari, soprattutto quelli della Cina. Una volta si era dovuto fermare a Macao per molti mesi, dovendo riparare una grave falla procurata alla sua nave da uno scoglio.
A Macao aveva affittato una casetta in terraferma ed aveva sentito parlare di Tip e Tap e li aveva anche visti.
Saro Jacopo Cascino, Cuntacatacunta. Quaderni del possibilmente favole. Liber secundus.
Formato 21x29, Rilegatura a quaderno, pp. 84, 2008. [ISBN 978-88-89211-29-8]
una fra quelle delle novelle nate e narrate sotto le stelle
Storia dei motivi per i quali Pacifico racconta, in dodici notti, una storia che gli ha raccontato un Mahapāthaka sulle avventure di due giovani portentosi che per amarsi sfidano la pazienza di Shiva.
incipit
Alla mia nonna paterna faceva molto piacere avere ospiti quando si trasferiva nella sua residenza estiva che, per essere una gran casona con merli e vallo riattata dai Gesuiti a convento, aveva molte stanze. Non era rassicurante sospettare che la servitù oziasse e, con la scusa che non venivano utilizzate, ne trascurasse la pulizia e il decoro d’alcuna. Gli invitati della nonna erano i più vari, senza bisogno di scomodo d’estranei, essendo più che ampiamente diversificata la tribù dei parenti e degli affini.
Quando calava la sera, tutti si riunivano nel grande terrazzo al piano superiore, dopo essersi cambiati d’abito, in attesa che fosse pronta la laboriosissima cena. Quel luogo veniva disertato di giorno per il gran caldo di un sole battente il quale aveva consentito agli antichi di fissarvi una enorme meridiana che segnava il tempo secondo le ore canoniche della liturgia cattolica medioevale. La notte invece era il posto ideale per guardare il cielo, sempre terso d’estate e così pieno di stelle che molti suggerivano di fare di quella casa un osservatorio astronomico. Ricordo come una tortura la pretesa che anch’io individuassi il Grande Carro o la Stella Polare in quelle costellazioni che tutti vedevano e di cui sapevano il nome, la figura e i movimenti (“Non è possibile che non distingua l’ultima stella del timone dell’Orsa Minore! Guarda com’è chiara! La scorgerebbe persino un cieco!”).
il racconto del vecchio sognatore
Storia di un vecchio elefante isolato che racconta le storie perché le sa raccontare, fra cui quella di un re leone che si innamora di una gazzella, che forse è lui o chi di lui racconta.
incipit
Per tre giorni gli avvoltoi avevano svolazzato sulla carcassa del leone. La spoglia del re della savana non era così grande da richiedere tanto tempo per essere spolpata. La verità è che gli spazzini non avevano mai dovuto affrontare un compito tanto duro a far pulizia, così s’alzavano in volo per riprendere fiato prima di calare di nuovo a mala voglia sulla bestia morta. Erano rimasti solo loro disponibili a consumare una carogna dalle carni tanto disgustose. Neanche le iene, dopo i primi morsi, si erano più avvicinate ad aiutarli. Per fortuna ci avevano pensato le formiche a finire lo sgradevole lavoro. Quel carname ridotto in poltiglia e con le ossa frantumate, persino dopo una lunga frollatura, puzzava ignobilmente d’erba marcia e questo era scandaloso poiché era raro potersi nutrire di carni così ricche come quelle dei re, i quali crepavano anche loro, ma ad ogni morte di Papa.