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Monteleone Ignazio, Foto Tony due racconti. Formato 14x20, Rilegatura a quaderno, pp. 40, Modica 2002.
Prologo
Fra le attività umane prive di qualsiasi utilità per il genere umano, il gioco del calcio è fra quelle che hanno usurpato un’eccessiva dose di attenzione da parte di scrittori, veri o presunti, e di intellettuali in genere.
Del gioco del calcio si è altamente disinteressato, durante la sua vita, mio padre. Lo odiava, anzi. Lo riteneva inutile, stupido e intellettualmente dannoso per i giovani che lo praticavano e per i meno giovani che lo seguivano.
Io amavo il calcio. Consideravo Rivera un artista, mi emozionavo a vedere come Pelé toccava il pallone o come Jascin stava in porta.
Fra me e mio padre ci fu sempre una certa distanza.
Nei mesi precedenti la sua morte, lui passò giorni e notti a seguire in televisione partite di calcio. A mia madre che una sera gli chiese cosa fosse successo, rispose: «il calcio mi sembra la cosa più chiara e concreta di questo mondo: quelli che vediamo nella parte sinistra del televisore devono fare entrare il pallone nella porta di quelli che vediamo nella parte destra, e viceversa».
Io credo di non aver mai sentito niente di più vero, per cui questo prologo è quasi una dedica.